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lunedì, 6 Maggio 2024

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I lavori in campagna di giugno

di Marco Roselli – Con l’ingresso di giugno la luce solare si avvia verso la sua massima durata e le piante sono in pieno accrescimento. In questo articolo descriviamo i lavori in campagna in relazione all’andamento stagionale.

Oliveto In questa fase gli aspetti cui prestare attenzione sono molteplici, ma allo stato attuale, mostrano diversa incidenza a seconda che ci si trovi nell’alto Casentino o nell’Agro aretino.

Gestione della risorsa idrica In queste annate così difficili a causa del clima incerto è bene procedere a gestire in modo appropriato l’inerbimento, sia quello spontaneo degli oliveti lavorati, che quello permanente, degli impianti dove l’erba è volutamente presente tutto l’anno.

Oliveti lavorati Negli impianti in cui si procede a lavorazioni periodiche (zappature, erpicature) è bene effettuarne almeno un’altra prima della grande calura estiva. Ciò consente di evitare che l’erba spontanea entri in concorrenza con l’olivo per l’acqua, inoltre, la lavorazione, rompendo la risalita capillare dal sottosuolo evita la perdita idrica per evaporazione.

Oliveti inerbiti Se si è scelto di mantenere una copertura erbosa permanente è raccomandabile che l’erba sia tagliata, soprattutto in concomitanza della fase di allegagione – ingrossamento delle olive, in quanto, diversamente, il manto sottrarrà acqua all’olivo, con conseguente minore produzione.

Mosca dell’olivo L’alto Casentino sta rapidamente diventando una zona olivicola, anche per il clima più mite di questi ultimi venti anni, ciò nonostante, il temibile parassita non è attualmente presente nella zona e non si sono mai registrati danni (salvo nell’anno 2014 in cui furono colpiti gli oliveti di tutta Italia). Nell’Agro Aretino fino ai comuni di Subbiano e Capolona il discorso è diverso, il quanto l’olivo è presente praticamente ovunque e le diverse condizioni micro climatiche possono, in annate miti e piovose, dar luogo ad infestazioni. In questi territori è pertanto raccomandabile ricorre alle trappole sessuali per monitorare la presenza della mosca. Le trappole costituiscono l’unico strumento affidabile per stabilire se il parassita è presente e con quale densità di popolazione al momento del rilievo. Solo con il ricorso alle trappole si possono operare scelte razionali che evitano all’agricoltore di effettuare trattamenti impropri (quando la mosca non è presente!), con una rimessa secca in termini economici ed inevitabili danni ambientali. Generalmente è sufficiente installare le trappole da metà giugno, avendo cura di metterle negli appezzamenti che hanno esposizioni e/o altitudini differenti gli uni dagli altri. Nota bene: nessun trattamento è giustificato prima dell’avvenuta allegagione delle olive, le quali, continuano a non essere recettive alle ovideposizioni della mosca olearia fino a che il rapporto polpa/nocciolo non è cresciuto al punto da rendere le drupe facilmente perforabili dalle femmine fecondate. Eventuali trattamenti “tradizionali” a base di rame contro l’occhio di pavone, non hanno molto senso in caso di clima caldo asciutto (il fungo è fermo per via delle condizioni sfavorevoli), tuttavia, è stato riscontrato che la presenza del rame sulle olive scoraggia la mosca olearia dal visitarle. Il ricorso a questo fungicida, però, non si è rivelato sufficiente a contenere i danni nelle annate caratterizzate da infestazioni importanti.

Concimazioni fogliari Se a fine mese si prospetta un abbondante presenza di olive è bene effettuare delle concimazioni fogliari per sostenere la produzione e consentire l’emissione di legno nuovo per la produzione dell’anno successivo.

Vigneto A giugno, nel vigneto, prosegue la difesa antiperonosporica a seconda dell’andamento stagionale e – cosa molto importante – della presenza o meno di macchie provocate dalla temibile malattia fungina. Se la vegetazione si presenta “pulita” è più difficile che si abbiano infezioni secondarie, diversamente, con infestazioni in atto, non è consigliabile lasciare le piante senza una copertura fitosanitaria. Questa valutazione può essere fatta solo caso per caso e in funzione dello stato sanitario si procederà ad effettuare interventi con soli prodotti di contatto, oppure, nei casi più gravi, a questi si dovranno aggiungere anche principi attivi curativi (endoterapici). Discorso analogo si può fare per l’oidio della vite (Uncinula necator). Nel momento in cui sto scrivendo questo articolo siamo in piena fase climatica piovosa, alternata a momenti di bel tempo e calore, condizioni ideali per le malattie da funghi. E’ importante che si mantenga una copertura con zolfi se abbiamo scampato infezioni, altrimenti, la situazione sarà po’ più preoccupante anche nel prosieguo della stagione, in quanto sarà il grappolo ad essere suscettibile all’oidio. In tal caso, prestare particolare attenzione alle indicazioni che seguono sulla gestione della vegetazione.

Gestione della parete fogliare ed altre malattie della vite L’andamento stagionale condiziona anche la gestione della parete fogliare, in quanto, anche a seconda del sistema di allevamento adottato, in caso di elevata umidità ambientale, si dovrà scoprire il grappolo per arieggiarlo ed evitare il proliferare di ulteriori avversità, quali l’oidio (Uncinula necator) e la botrite (Botrytis cinerea). Diversamente, se l’andamento meteo dovesse risultare molto caldo, con forte irraggiamento solare, risulterà più conveniente lasciare una vegetazione più ampia in grado di proteggere gli acini dalle ustioni. Anche nel caso del vigneto le concimazioni fogliari possono offrire un valido contributo all’equilibrio vegeto – produttivo.

Altri aspetti della difesa fitosanitaria del vigneto in base alle caratteristiche territoriali Alto Casentino La viticoltura, nel territorio dell’alto Casentino, è in pieno sviluppo, sia per il cambiamento climatico che per le possibilità di scelta di vitigni e portainnesti più adatti rispetto al passato (argomenti già trattati in precedenza su Casentino2000). Ciò nonostante, ancora non ci sono densità colturali tipiche del basso Casentino o dell’Agro Aretino, dove insistono colline interamente interessate dalla specie. In sostanza, nel primo caso, se operiamo correttamente, si potranno risolvere i problemi della propria azienda, mentre nel secondo, quello che fanno o non fanno le aziende confinanti non è indifferente, ecco perché, in certi ambiti, sarebbe auspicabile arrivare ad un coordinamento interaziendale della difesa fitosanitaria.

Fruttiferi Per i fruttiferi il mese di giugno è un momento cruciale, in quanto le piante avviano il processo di induzione fiorale per l’anno successivo; in altre parole, decidono cosa faranno il prossimo anno. Se fruttificare molto, oppure “andare a legno” è condizionato, tra le altre cose, dalla luce. Se i nuovi germogli a legno sono molto densi, soprattutto nelle parti alte, è necessario eliminarli, altrimenti le gemme sottostanti resteranno in ombra e saranno probabilmente indotte a legno. E’ questa la potatura verde, la quale consente di incrementare la produzione contenendo la eccessiva vigoria. Ecco perché, nel caso di piante che producono molti succhioni, è bene non eliminarli in inverno, ma nel periodo compreso tra metà giugno e metà luglio, tagliando alla base i rami a legno dell’anno. Se togliamo tutti i rami a legno dell’anno precedente con la potatura secca raccoglieremo molte frasche e pochi frutti.

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