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sabato, 18 Maggio 2024

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Lisa Angiolini, alle Olimpiadi anche grazie al… Casentino!

di Francesca Corsetti – Lisa Angiolini, classe 1995, si prepara al grande salto verso le Olimpiadi di Parigi dopo una prestazione eccellente ottenuta ai Campionati italiani primaverili di nuoto tenutisi a Riccione dal 5 al 9 marzo. La giovane atleta si è qualificata per rappresentare l’Italia alle Olimpiadi dopo aver conquistato il gradino più alto del podio nei 100 metri rana.

Non so quante persone in Casentino la conoscano ancora. Potrebbe raccontarci qualcosa di lei e del suo percorso professionale? «Io ho iniziato a nuotare da piccola, davvero non mi ricordo neanche a che età mi hanno buttata in acqua! Ho continuato fino ad adesso, con qualche stop nel mezzo. Principalmente sono stata ferma per tre anni, più o meno dai 12 ai 16 anni, per un problema nella spalla. Ci sono stati altri brevi stop, ma per fortuna l’unico lungo è stato quello.» Lisa ha fatto il suo debutto internazionale ai Campionati europei di Budapest nel 2021, aggiudicandosi la medaglia di bronzo nella staffetta 4×200 metri stile libero. «L’anno successivo sono arrivata seconda agli europei di Roma, sempre nei 100 metri rana, nel 2023 ho fatto il mondiale e quest’anno mi sono finalmente qualificata per le Olimpiadi.» E proprio in merito alla gara che le ha assicurato l’accesso alle Olimpiadi, Lisa racconta con un sorriso: «È andata bene! (ride, ndr) È andata esattamente come speravo che andasse. Avevo due possibilità di fare il tempo, in realtà: una a novembre e poi quella di marzo, che è stata l’ultima data possibile per qualificarsi. A novembre non è andata benissimo, però lo avevo messo in conto, dato che ero rientrata in acqua da appena un mese per un problema nella spalla, che mi ha tenuto ferma alcuni mesi. La fortuna è stata che si fosse qualificata solo un’altra atleta su due posti disponibili e quindi ho lavorato per prendermi l’altro posto.»

Se lo aspettava? «Sì, ma non ci volevo pensare. Perché, se fosse andato storto qualcosa, lo avrei sofferto due volte tanto. Mi dicevo ‘non lo so, vediamo come va’, però ci speravo, quello sì.»

Dopo circa un mese dalla medaglia d’oro, immagino che l’entusiasmo non sia svanito, ma al contempo sia molto concentrata sul lavoro. Come sta affrontando questo momento di preparazione? «Mentalmente sono molto rilassata, perché la parte più difficile era qualificarsi. Ho quattro mesi pieni di allenamento, quindi il tempo per prepararmi al meglio c’è. E, detto sinceramente, me la voglio vivere nella maniera più serena possibile. Da novembre a marzo è stato tutto molto pesante, ho sofferto molto la preparazione perché sapevo che avevo quell’ultima possibilità e non me la potevo far scappare. Non la voglio vivere allo stesso modo!»

Per chi non conosce i dettagli di una preparazione atletica di tale portata, ci racconta come ci si prepara per le Olimpiadi? «Ci si allena sempre, senza mollare mai di un centimetro. Io mi alleno tutti i giorni, per due volte al giorno, in acqua, tranne il martedì e il giovedì in cui la mattina faccio palestra e mi sposto in acqua il pomeriggio. Il sabato, allo stesso modo, mi alleno due volte al giorno e la domenica tendenzialmente ho le gare, altrimenti mi alleno solo una volta o altre volte sto ferma, dipende anche da quanto è stata intensa la settimana.»

Una buona squadra di supporto che gioca un ruolo fondamentale per il successo. Ci parla del suo team e delle persone che l’hanno aiutata e la stanno assistendo in questo percorso? «Il mio allenatore si chiama Gianluca Valeri e mi ha praticamente cresciuta, mi segue da quando ho ripresto a nuotare a sedici anni. Sono seguita da una preparatrice che mi segue in palestra due volte alla settimana: si chiama Margherita Forconi e, al di là della parte atletica, si sorbisce anche le mie lamentele. Sono seguita anche da una nutrizionista che si chiama Manuela Mazzotta e da un fisioterapista, che è della vostra zona, Emanuele Cherubini (nella foto con Lisa)

In effetti, ho sentito parlare del dottor Cherubini, anche lui casentinese, e del suo Metodo Cherubini per la risoluzione della spalla del nuotatore. Sembra un trattamento specifico e particolare: ce ne può parlare? Come ha contribuito alla sua performance e al suo benessere fisico? «Proverò a spiegarlo in modo un po’ grossolano, ma sarà sicuramente ci saranno imprecisioni. In pratica si tratta di un elastico da legare in vita con cui faccio principalmente riscaldamento e defaticamento, poi in base alle esigenze c’è anche chi lo usa tra una serie e l’altra, in base alla problematica, ma a me succede raramente. In sostanza nuoti tenendo questo elastico che aiuta a mantenere l’omero sempre in asse.» Infatti, l’elastico ha il compito di potenziare i muscoli antagonisti, scarsamente sollecitati nel nuoto, che nel tempo causano lo squilibrio della spalla. «Questo è quello che fa l’elastico – continua Lisa – e io ho ricominciato ad allenarmi dopo tre anni di stop grazie a quello, oltre ad altri trattamenti vari.»

Possiamo quindi dire che questo trattamento sia stato un punto di svolta per lei? «Sì, assolutamente. Io non riuscivo neanche a portare la cartella sulla spalla, mentre adesso sta benissimo.»

Le Olimpiadi sono un palcoscenico mondiale. Al di là degli obiettivi, che possiamo immaginare, quali aspettative ha per se stessa e per la sua squadra? «Non voglio avere aspettative. Naturalmente spero di portare a casa un bel risultato e lavorerò per questo, però se non dovesse essere così, non ci voglio rimanere male. Vado alle Olimpiadi, un’occasione che forse capita una sola volta nella vita, e mi voglio godere quest’esperienza al massimo a prescindere dal mio risultato. Darò il massimo e, se anche il mio massimo non sarà sufficiente, io sarò comunque contenta di essere lì.»

Ma l’oro non sarebbe male… «Non sarebbe male! Però ci sono tanti gradini da scalare prima di raggiungere quello. Diciamo che dopo aver affrontato le batterie spero di entrare in semifinale, dalla semifinale spero di accedere in finale, e in finale si dà il tutto per tutto, e quello che esce, esce!»

A Lisa Angiolini auguriamo quindi tutto il meglio per la sua avventura olimpica, resa possibile anche per il lavoro di un professionista casentinese!

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