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martedì, 10 Settembre 2024

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I Parchi e la guerra

di Fiorenzo Rossetti – Lo studio della storia recente e della Seconda Guerra Mondiale in particolare, ci ha coinvolto tutti nel nostro impegno sui banchi di scuola. Le commorazioni istituzionali, i racconti e le testimonianze (anche del passaggio del fronte nei nostri territori) degli orrori, delle distruzioni e delle sofferenze che porta con sé la follia della guerra, sono presenti stabilmente nella nostra società.

Eppure la nostra generazione non si mostra molto attenta al valore di questa documentazione, alla memoria e a tutto quello che ci può insegnare quel periodo storico.

Percepiamo questa condizione attuale come qualcosa di assolutamente scontato e gratuito.
Un giorno di febbraio, due anni DC (Dopo Covid), ci siamo però di fretta svegliati con le lancette dell’orologio a ottanta anni fa. L’Europa trema sotto le bombe dell’idiozia umana, le persone muoiono per strada, le case vengono sventrate da missili, le famiglie divise e i bambini perdono i loro sogni a favore della sofferenza.

L’invasione Russa in terra di Ucraina rappresenta un’aggressione a tutta l’Europa e anzi a tutti i paesi della Terra! Essa ci ricorda che il senso civico, l’impegno per la pace, i diritti dell’umanità e la cura della natura non devono mai essere assopiti e distratti.
L’Ucraina è il paese geograficamente più vasto a trovarsi interamente nel continente europeo. La sua ricchezza naturalistica e culturale è stata ignorata fino ai tempi recenti ed è facile sorprendersi per la vastità di ambienti naturali ottimamente conservati e la grande cura e attenzione nei confronti di questi valori da parte del popolo ucraino.

Il sistema delle sue aree naturali protette annovera ben 11 Parchi nazionali, 16 Riserve naturali, 4 Riserve della biosfera, 2 Paesaggi regionali protetti e diverse altri sistemi di protezione.

L’evento bellico non ha risparmiato i Parchi dell’Ucraina. Queste aree protette, per la loro collocazione geograficamente svincolata a zone popolate e ricche di obiettivi militarmente “sensibili”, sono divenute zone di accoglienza per l’enorme flusso di profughi in arrivo dalle aree di guerra, contribuendo alla mobilitazione umanitaria per l’assistenza ai rifugiati.

A livello europeo EUROPARC, ovvero l’organizzazione indipendente non governativa della natura e dei Parchi nazionali d’Europa, ha lanciato un appello (ripreso anche dalla italiana Federparchi) a supporto della Frankfurt Zoological Society (FZS), per una campagna di sostegno alle aree protette dell’Ucraina.

La FZS è una organizzazione internazionale che si concentra sul mantenimento della biodiversità, sulla conservazione della fauna selvatica e degli ecosistemi nelle aree protette e in luoghi selvaggi eccezionali.

Proprio in Ucraina FZS ha riconosciuto valori inestimabili di biodiversità e le aree selvagge più grandi e impressionanti d’Europa e da oltre vent’anni conduce con le autorità locali importanti programmi di studio, conservazione e sviluppo.
Per venire incontro all’imponente afflusso di rifugiati in cerca di un posto temporaneo in cui soggiornare, sono state messe a disposizione le strutture, gli edifici e il personale dei Parchi ucraini.

Grazie a questa rete internazionale dei Parchi si è potuto intervenire e sostenere le aree protette dell’Ucraina impegnate a soccorrere queste vittime di guerra, aumentando così la loro capacità di accogliere più sfollati durante questo momento difficile.
Sono state consegnate già oltre quattro tonnellate di forniture come sacchi a pelo, materassi e cibo, reperito numeroso materiale per l’accoglienza e fondi per finanziare diverse iniziative.

La guerra sta mettendo in crisi il funzionamento dei Parchi e la conservazione della natura (che vedrà un notevole arretramento), ma quello che ora è da sottolineare è l’impegno del personale dei Parchi dell’Ucraina che non si è sottratto al dovere di solidarietà verso quanti fuggono dalle zone di conflitto.

L’invito rivolto alle aree protette europee è di sostenere le iniziative di solidarietà nei confronti delle aree protette dell’Ucraina in questi giorni storicamente drammatici.
L’auspicio è che anche il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi recepisca l’invito fornendo fin da subito il proprio preziosissimo contributo al sostegno della popolazione Ucraina e… perché no? Magari avviando una collaborazione volta al ripristino (quando, si spera al più presto, gli eventi bellici saranno cessati e l’emergenza umanitaria contenuta) della funzionalità degli enti parco ucraini e alla cura dei danni causati ai sistemi naturalistici protetti

Questo tragico evento ci permette di comprendere come sia Europa anche quella dei Parchi… e che la pace è condizione fondamentale per lo sviluppo, la prosperità e l’armonia del nostro complicato rapporto con l’ambiente naturale.

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