Lettera di Simone Bertelli – Con questo contributo cercherò di approfondire il tema della “formazione-lavoro”. Vorrei parlarvi di un progetto di sviluppo che ritengo fondamentale sia per le politiche giovanili sia per aiutare la riqualificazione professionale di coloro che hanno perso il lavoro. Quattro sono i punti strategici ad esso associabili, importanti per:
- sviluppo economico del nostro territorio;
- riqualificazione professionale di coloro che hanno perso il lavoro;
- colmare il divario (gap) fra domanda ed offerta di lavoro;
- permettere ai nostri giovani di “formarsi e trovare un lavoro in casa”;
- consentire alle imprese di “trovare in casa i giovani con le necessarie competenze”.
Ricollegandomi all’articolo scritto da Giorgio Renzi “Ricostruire il tessuto connettivo del Casentino…” anche io sono fermamente convinto che “lo sviluppo economico del Casentino sia avvenuto grazie ad uno stretto rapporto tra scuola e impresa” ma, purtroppo, è facile constatare come questa sinergia, negli ultimi 20 anni, sia andata via via affievolendosi.
Ritengo che la risposta adatta per il rilancio dello sviluppo del Casentino possa essere la “FORMAZIONE di SUPER TECNICI” cioè di giovani diplomati e/o occupati e/o disoccupati in cerca di una riqualificazione professionale che, partecipando gratuitamente ad un percorso formativo teorico-pratico di alto livello, ottengano una formazione tale da renderli indispensabili per lo sviluppo quantitativo e qualitativo delle aziende e di tutto il tessuto economico della nostra vallata. Dobbiamo essere consapevoli che l’eccellenza di una azienda sia anche frutto di chi nell’azienda vi lavora, apportando all’azienda stessa il proprio contributo teorico-pratico.
Lo sviluppo del territorio è strettamente correlato alla crescita della formazione professionale dei nostri giovani e, andando oltre i limiti imposti dall’età, al rilancio specialistico di tutte le figure professionali che gravitano nel mondo del lavoro. Ciò significa che l’impegno viene profuso nel far crescere e nel formare maestranze capaci di determinare la differenza tra una “buona azienda” ed una “azienda eccellente”.
In un’epoca di alta specializzazione come quella che stiamo vivendo il personale, con una formazione di sola scuola superiore (secondaria di secondo grado), non è spesso sufficiente ne in numero ne come preparazione teorico-pratica per colmare il divario (gap) fra le competenze acquisite e quelle richieste dalle aziende.
La via maestra per colmare il gap è, a mio avviso ma non solo, rappresentata da percorsi formativi post-diploma che conferiscano ai corsisti competenze teorico-pratiche di alto livello basate su specifiche richieste delle aziende del territorio. Tali corsi gratuiti, attivati dalla Regione attingendo a fondi europei, sono denominati I.T.S. (Istituti tecnici Superiori) oppure I.F.T.S. (Istruzione Formazione Tecnica Superiore). Trattasi di percorsi formativi che preparano a livello teorico-pratico dei SUPER-TECNICI specializzati per le esigenze delle realtà produttive locali. I corsi sono di solito biennali e sono equivalenti a lauree brevi, rilasciano anche crediti formativi per l’università. I percorsi formativi prevedono, in modo organico, attività tecnica, attività pratica e laboratoriale per un totale di circa 800ore/1000ore. All’interno dei corsi sono obbligatori stage di formazione, per almeno il 30% del monte ore totale, da svolgere presso le aziende locali. In questi corsi, al fine di imprimere una forte impronta pratica agli studenti, la metà dei docenti viene selezionata direttamente dal mondo del lavoro.
La forza degli I.T.S. e degli I.F.T.S. può essere riassunta in tre punti:
- possibilità di reperire le risorse economiche nell’ambito dei finanziamenti regionali;
- si rivolgono ai giovani ed anche agli adulti che vogliono qualificarsi e/o riqualificarsi, di conseguenza non si creano limiti di età alle possibilità di inserimento e/o reinserimento nel mondo del lavoro;
- dare ai corsisti una alta formazione teorico-pratica basata sulle specifiche richieste delle aziende locali.
Questi progetti prevedono la partecipazione di: Imprese, Agenzie di Formazione, Regione, Università, Scuole superiori di secondo grado. In tal senso, ritengo naturale che una Amministrazione Comunale si possa far carico di diventare il filo conduttore fra i soggetti sopra indicati, il tutto senza dimenticarsi di coinvolgere anche le famiglie e le associazioni di categoria. Così operando una Amministrazione potrà essere utile:
- nell’individuazione delle reali esigenze di competenze richieste dal tessuto economico locale;
- aiutare nella progettazione e reperimento dei fondi regionali necessari per l’attivazione dei corsi stessi.
I percorsi di alta formazione (I.T.S. e I.F.T.S), senza gravare nelle tasche dei cittadini, potranno consentire ai giovani, ai disoccupati ma anche agli occupati di formarsi e di trovare lavoro nel nostro territorio; soddisfacendo in pieno alle richieste competenze teorico-pratiche delle aziende locali.