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mercoledì, 9 Ottobre 2024

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Il camperista un tempo fu…

di Anselmo Fantoni – Le nuove strutture di Pratovecchio Stia per l’accoglienza dei camperisti non sembra siano decollate. Ricordiamo che dovevano essere ristrutturate grazie al mega galattico Project Financing con cui sono state realizzate le scuole medie, insieme alle pensiline per le fermate dell’autobus e all’illuminazione pubblica. Di queste, oltre le scuole medie, solo una piccola parte di quest’ultima a Stia ha visto la luce, delle aree camper e delle pensiline si sono perse le tracce, così ancora oggi dopo tanti anni, chi vuol prendere la diligenza, ops, volevo dire l’autobus, ma visto come sono organizzate le corse sembra di stare ancora nell’ottocento, lo deve fare sfidando gli agenti atmosferici.

Le opere non sono in discussione ma l’utilizzo di fondi pubblici, dando poi la gestione ai privati, un po’ come le nostre autostrade a qualche colosso, non sembra aver dato i risultati sperati. Le aree in questione non hanno visto l’afflusso previsto e se si tolgono eventi particolari come la Biennale del Ferro Battuto, Naturalmente Pianoforte e la Straccabike, le piazzole sono rimaste desolatamente vuote. Il turista col camper ha bisogno di strutture per la mobilità, una volta sul posto ama muoversi con i mezzi pubblici, le aree in questione offrono i servizi minimali, non sono strutture tipo campeggi, quindi bagni docce e servizi vari sono assenti, visitare il Casentino coi mezzi pubblici è poi praticamente impossibile, taxi da noi non ce ne sono e la ferrovia non è agevolmente fruibile soprattutto per coincidenze con gli autobus a volte inesistenti.

Se a tutto questo aggiungiamo la benzina a prezzi folli, alcune realtà similari, in tutti i Comuni si stanno attrezzando per captare questo tipo di turista ma offrendo i servizi minimali gratuitamente, ecco servita la tempesta perfetta. Ancora una volta la mancanza di lungimiranza, organizzazione territoriale e funzionamento delle infrastrutture per la mobilità, mostrano i limiti di una politica fondata sulla propaganda e sull’uso allegro delle finanze pubbliche, un po’ come avviene per l’ammodernamento della SR 71 con fiumi di denari, progetti dalla durata biblica per poi avere strade dove i limiti di velocità sono più bassi di quando c’era una semplice mulattiera, in effetti sembra più che si sia voluto mettere lo smoking ad un uomo preistorico invece di fargli compiere una completa evoluzione; così in alcuni punti la strada è bella larga ma con il fondo dissestato o in altri una lunga diritta finisce in una curva che diventa pericolosa se presa a più di trenta Km all’ora.

Ma non divaghiamo perché di cose che non funzionano ce ne sono tante altre, una su tutte la fantomatica piscina per il recupero di chi ha bisogno di riabilitazione più volte inaugurata ma mai utilizzata. Un famoso comico diceva in un film: “e io pago…” e la cosa è drammaticamente vera. Ma torniamo alle aree camper, i fondi utilizzati sono tutti pubblici regionali o comunali che siano non ce li regalano le capre ma le tasse di noi lavoratori e contribuenti tutti e stavolta sostituiscono quelli che dei privati si erano impegnati a sborsare a fronte di un progetto complessivo, che in parte non è stato realizzato come doveva, senza nessuna penalizzazione per le relative inadempienze. Così tanti sogni rimangono nel cassetto, nonostante consorzi turistici per la promozione del territorio, infrastrutture per la mobilità inadeguate, i turisti continuano a gustare la nostra vallata, tanti stranieri che utilizzano i tanti agriturismi nati negli ultimi decenni ma che possono godere dei nostri gioielli artistici, architettonici e naturalistici, solo se dotati di auto o in alcuni casi di ottime biciclette.

Ma le strutture ricettive sono organizzate per accogliere le biciclette che a volte costano quanto una piccola utilitaria? Non in tutti i casi ma fortunatamente una bicicletta non necessita di spazi così grandi come un’autovettura e si riesce in qualche modo a gestire ma mi raccomando non provate nei fine settimana ad affidarvi al treno che la domenica non c’è. Il caravan invece ha bisogno di ampie piazzole e per spostare i suoi ospiti di una rete di servizi di trasporto adeguati, senza metro, con pochi autobus e senza taxi La Verna e Camaldoli divengono irraggiungibili ma già Poppi per chi staziona a Stia diventa meta di un’avventura. Che cosa serve al territorio? Come ridare respiro e sviluppo ad un turismo che non può essere di massa? Strade intelligenti, ferrovie più simili a metropolitane di superficie e collegamenti con piccoli bus verso i paesi lontani dal fondovalle con orari ragionevoli.

Ma dove trovare i soldi? Forse smettendo di spenderli male, quanto sono costate le varianti della SR 71 per avere una strada poco migliore? Quanto è costata la piscina di Certomondo? Quanto le varie aree camper nel territorio? Quanto costano le varie giunte che governano i nostri Comuni? Quanto la Provincia e la Regione? Per ciò che piace a questo o quel politico i soldi si trovano sempre, anche per i loro compensi, che guarda caso dovrebbero principalmente servire per organizzare i beni e servizi gestiti da lor signori, ma questa è un’altra storia, intanto i fallimenti sono li a testimoniare gli errori del passato, anche il camperista un tempo fu un’animale che correva a testa in giù, come un siluro volava via… e infatti sembra non volersi fermare nelle nuovissime aree camper di Pratovecchio e Stia. Meditiamo.

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