di Gemma Bui – Abbiamo incontrato il Dott. Ferruccio Sereni – Direttore U.O.s.D. Percorso Nascita Consultoriale Integrato Ospedale/Territorio Area Est e Responsabile Rete USL Sud-Est Consultorio e Ginecologia Ambulatoriale – presso la Casa della Salute di Castiglion Fiorentino, per parlare dei servizi che i consultori offrono sul territorio alle donne in gravidanza, ma anche a giovani, famiglie e altri soggetti.
Negli ultimi anni stiamo assistendo a una crisi nel numero dei consultori: dall’Indagine Nazionale dell’ISS risultano infatti circa 1.800 consultori, uno ogni 32.325 abitanti; è un numero che si discosta molto dal dettato della Legge n.34/1996, che ne prevede uno ogni 20.000. Qual è quindi, innanzitutto, l’assetto organizzativo dei consultori familiari? «Il Decreto Ministeriale n.77/2022, in relazione al PNRR, ha previsto una revisione della sanità territoriale. Ciò che dà più forza ai consultori è il fatto che la Regione Toscana abbia deciso di promuovere anche una nuova Delibera sull’organizzazione territoriale, che prevede una revisione globale degli stessi; essa è stata portata in approvazione il 19 Giugno, con l’apporto sia di referenti aziendali che di associazioni femminili, sindacati, ecc.. C’è stata una rivisitazione complessiva di attività e percorsi, è quindi importante anche parlarne in un momento in cui ci si avvia verso questa nuova veste dei consultori. Il processo di centralizzazione operato in molti consultori ha chiaramente ridotto e sminuito una delle loro caratteristiche principali, quella della capillarità e della prossimità. Giocoforza, la carenza di personale ci ha costretti a centralizzare. La centralizzazione ci permette però di offrire un servizio adeguato, perché nelle strutture principali abbiamo tutte le caratteristiche a cui i consultori devono rispondere. Chiaramente teniamo sempre conto delle distanze, e in alcune zone abbiamo mantenuto la prossimità, pur con non poche difficoltà e grazie alla competenza e professionalità dei nostri operatori. Nella nuova Delibera dei consultori della Regione Toscana saranno elencate le caratteristiche che ogni consultorio deve avere; la sua messa in atto dipenderà ovviamente sia dalle risorse economiche che dalla presenza di personale».
Quali servizi – ricordiamo, gratuiti – offrite? «Il nostro focus è chiaramente su prevenzione, sensibilizzazione e promozione della salute. Ogni distretto ha uno o più consultori principali, nei quali deve essere sempre garantita l’apertura nell’arco dell’intera giornata, e la presenza dell’ intera équipe costituita da personale ostetrico, ginecologico, psicologico e di assistenza sociale. Il consultorio ha un ruolo preminente nel Percorso Nascita, al quale dedichiamo gran parte delle nostre energie. Tutte le donne in gravidanza devono accedere al consultorio, per acquisire il libretto (attualmente elettronico e gestibile tramite App) necessario per la gravidanza: in esso sono contenuti tutti gli esami, le informazioni e le relative procedure. Già dalle prime visite viene fatta un’individuazione del rischio, sulla base della quale gestire la gravidanza. Effettuiamo inoltre tutti gli esami e le procedure per la diagnosi prenatale.
Recentemente stiamo cercando anche di diffondere l’informatizzazione della cartella clinica. Un altro percorso fondamentale è quello rivolto ai giovani: facciamo interventi nelle scuole, per sensibilizzarli e ridurre la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili, per identificare le loro necessità e per accoglierli in consultorio in spazi specifici, senza appuntamento e gratuitamente. A tutte coloro che si trovino tra il 14° e il 25° anno di età, dal 2018 viene inoltre offerta la contraccezione gratuita, così come anche a tutte le donne a un anno dal parto ed entro due dall’IVG, agli studenti iscritti a Università toscane e ad altre categorie particolari.
Facciamo anche prevenzione per il tumore della cervice uterina, offerta a tutte le donne dai 25 ai 64 anni, con PAP Test e HPV Test, e promozione dell’allattamento al seno. In tutti i consultori sono presenti infine centri per l’ascolto contro la violenza di genere, e si trattano adozioni e affidi. Negli ultimi tempi abbiamo posto molta attenzione anche verso altre situazioni, come la vita di coppia e dell’uomo; un aspetto che dovrebbe essere ampliato, prevedendo nei consultori figure professionali dedicate, come l’andrologo. La società mette poi in evidenza altre necessità, come quella relativa all’espressione di genere; nei nostri consultori dovrebbero essere presenti figure professionali che diano risposta alle persone della comunità LGBTQIA+. Sono sensibilità e necessità emergenti nella società, che devono essere assolutamente affrontate, e a cui i consultori devono rispondere».
Un servizio fondamentale è anche quello dell’assistenza psicologica. «Per quanto riguarda il percorso della gravidanza, con la Legge Regionale n.1133/2019 abbiamo realizzato un percorso per la diagnosi precoce e la prevenzione del rischio psichico fino al primo anno di vita del bambino. Tutte le donne in attesa vengono sottoposte a test psicometrici, atti a individuare eventuali difficoltà che alcune pazienti possano incontrare in un periodo complesso e delicato della vita. Tutte le donne con positività, se lo desiderano, vengono poi intercettate dai nostri psicologi e sottoposte a valutazioni. Ricordiamo che il 13% delle donne in gravidanza ha disturbi psichici minori, il 5% maggiori; l’intervento precoce spesso risolve la situazione e riporta la paziente in un quadro di normalità».
Sussiste anche un altro problema, quello dell’obiezione di coscienza. Una sentenza del 2016 del TAR del Lazio ha stabilito che non è possibile fare obiezione né riguardo la certificazione dello stato di gravidanza che è necessaria per l’IVG, né riguardo quella che attesta la volontà della donna interessata a interrompere la gravidanza. Quale realtà vive al riguardo il vostro consultorio? «Nella nostra realtà non abbiamo problematiche di obiezione di coscienza, in quanto in ogni consultorio della Sud-Est è prevista la presenza del medico non obiettore. Ogni medico, anche se obiettore, è obbligato inoltre ad ascoltare la paziente, rilasciare l’attestazione della volontà della donna di interrompere la gravidanza, ed elaborare tutto il percorso che la porterà ad arrivare nella sede dove l’IVG viene materialmente offerta. Noi abbiamo attivato, con una Delibera del 2018, l’IVG farmacologica ambulatoriale. Tutto parte da qui: la donna che desidera interrompere la gravidanza arriva in consultorio, dove viene elaborato il percorso necessario, e viene poi inviata presso un ambulatorio territoriale, funzionalmente, e per sicurezza, collegato alle strutture ospedaliere, dove l’équipe dedicata somministra la terapia. Quattordici giorni dopo, la donna viene rinviata al consultorio, dove fa il controllo per la verifica dell’evoluzione dell’IVG, e in questa circostanza viene avviato anche un percorso di contraccezione gratuita. Dall’entrata in vigore della Legge sulla contraccezione gratuita, siamo riusciti a ridurre del 20% le IVG nell’arco temporale 2018 – 2020 per quanto riguarda le minori, e c’è una tendenza a livello regionale, in riferimento a tutte le età, a una riduzione dell’accesso all’IVG.»
Abbiamo poi incontrato una futura mamma casentinese, che durante il percorso della gravidanza ha ricevuto l’assistenza sanitaria sia presso l’Ospedale di Arezzo che quello di Bibbiena. Ecco il suo racconto.
Com’è stata la sua personale esperienza presso il consultorio di Bibbiena? Quali miglioramenti pensa si dovrebbero apportare al servizio? «Il servizio è stato molto buono, e trovo importante che sia presente. Nonostante in Casentino non ci sia più la possibilità di nascere, è possibile fare qui tutto il percorso pre e post parto. L’assistenza consta sia di visite che di gestione complessiva del libretto, e questo è utile soprattutto per chi si trova alla prima gravidanza. Il corso pre-parto è un’altra cosa molto buona; purtroppo è stato abbastanza ridimensionato dopo il Covid, ma prevede i passaggi più importanti, come parto in sé ed allattamento. L’assistenza a livello complessivo potrebbe essere migliorata, ma non posso imputare niente al personale del consultorio; credo che il problema sia a monte, sarebbe necessario più personale che possa garantire un miglior seguito alle pazienti.
A Bibbiena ci conosciamo bene o male tutti, quindi si vive una dimensione ancora più familiare e di ascolto rispetto all’Ospedale di Arezzo, che ovviamente copre un bacino di utenza molto maggiore. Qui tutti sono molto gentili e comprensivi, e questo è sicuramente un aspetto positivo. Anche il fatto che sia tutto gratuito è fondamentale.
Un discorso va fatto sull’assistenza psicologica; essa è presente in consultorio, ma gestisce un bacino di utenti importante. Quando alcuni mesi fa feci richiesta per un colloquio, l’appuntamento mi venne fissato solo un mese dopo; credo che il bisogno psicologico abbia esigenze più momentanee, di maggior celerità. L’aspetto psicologico non va considerato marginale: così come ogni mese ricevo un controllo ostetrico, credo che dovrei ricevere anche quello psicologico. Quindi la possibilità di inserire la figura dello psicologo nel Percorso Nascita in maniera più presente credo potrebbe essere utile.
Un altro aspetto riguarda i protocolli per le donne in gravidanza; ogni donna ha il proprio vissuto e il proprio stile di vita; ciononostante, spesso i percorsi sono troppo standardizzati. Credo che si dovrebbe guardare di più al singolo caso, alla soggettività, ma capisco che magari sia anche un discorso di responsabilità e riduzione dei rischi. È sicuramente un circolo vizioso, essendoci poco personale e poche risorse a disposizione avere un protocollo standard è la soluzione più realizzabile concretamente.
Trovo che comunque, tutto considerato, il servizio offerto dal Consultorio di Bibbiena sia assolutamente da preservare».