di Simone Borchi – Sono venuto a conoscenza dello scavo ottocentesco de “Le Ciliegeta” nel luglio 1977, mentre partecipavo ai rilievi del piano di gestione della foresta di Campigna e, dopo cena, studiavo i vecchi piani che riferivano dell’impresa archeologica in un terreno, posto nel versante casentinese, acquisito nel 1967 al demanio statale. Pochi mesi dopo iniziai a dirigere la gestione forestale della Comunità Montana del Casentino, subentrata a quella statale dopo il trasferimento alla Regione della maggior parte del demanio.
Nel settembre del 1978 effettuai un sopralluogo nel cosiddetto “Lago degli Idoli”, constatando numerosi scavi abusivi che contrassegnavano tutta l’ampia radura priva di tracce lacustri, mentre a circa un metro di profondità era presente l’acqua, probabilmente alimentata da una sorgente. Non era chiaro se gli scavi avessero prodotto dei risultati, essendo difficile distinguere tra verità e leggende, anche se la loro intensità suggeriva come probabile il ritrovamento di qualche reperto sfuggito alla ricerca del 1838. Era comunque necessario porre fine all’abusivismo con uno scavo ufficiale certificato come definitivo, non essendo possibile la vigilanza permanente di un luogo impervio posto a 1380 m di quota.
Nel 1982 Massimo Ducci, presidente del Gruppo Archeologico Casentinese, divenne il mio medico di famiglia e, molto presto, un amico, per cui iniziammo a valutare la possibilità di riaprire lo scavo sul Falterona, visti anche i consolidati rapporti di collaborazione tra il G.A.C. e il responsabile di zona della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana Luca Fedeli. Il problema era però costituito dalla mancanza di specifiche competenze gestionali in materia archeologica da parte del dipartimento agricoltura e foreste della Regione e della stessa Comunità Montana, il che ha reso per anni impossibile lo scavo, a causa dei vincoli di destinazione dei finanziamenti.
Nel 2000 l’avvio dei preliminari dell’iniziativa Leader, acronimo del francese Liaison entre actions de développement de l’économie rurale (collegamento fra azioni di sviluppo dell’economia rurale), mi dette la possibilità di proporre all’allora presidente della Comunità Montana Roberto Mariottini quale iniziativa complementare al sostegno delle attività agricolo-forestali, il seguente: “Obiettivo prioritario”: Studio preparatorio per lo scavo definitivo dell’area archeologica del Lago degli Idoli (Monte Falterona) allo scopo di ripristinare il laghetto originario e sua realizzazione.
“Impatto atteso”: Ricostituzione di un ambiente lacustre originario, compromesso dagli scavi ottocenteschi, con impatto positivo sull’offerta di turismo ambientale e culturale; eliminazione degli scavi abusivi e dei relativi danni ambientali a seguito del riallagamento della conca.
“Durata della realizzazione”: 4 anni. Come noto, la legge separa le compenze del dirigente (proposta e realizzazione) da quelle dell’amministratore politico (decisione e verifica dei risultati), per cui risultò fondamentale il sostegno di Mariottini che fin dall’inizio comprese l’importanza dell’iniziativa. Il cuore del progetto era costituito da una campagna di scavi definitiva, che certificasse l’esaurimento della “stipe votiva” ed estendesse le indagini anche alle aree limitrofe e a quelle tradizionalmente ipotizzate come possibili ulteriori siti archeologici. Allo scavo facevano da corredo iniziative di tipo didattico, divulgativo, escursionistico finalizzate alla promozione culturale e turistica del territorio.
Cornice del progetto era il miglioramento ambientale dell’area, nella previsione iniziale limitato alla ricostituzione del laghetto prosciugato nell’estate 1838. Le azioni preliminari sono partite nel novembre 2002 con la messa a punto delle modalità del progetto, le prime collaborazioni informali, i sopralluoghi preventivi e l’individuazione dei rilievi geometrici del sito da realizzare in aggiunta alla documentazione cartografica disponibile. Il progetto, da me ideato redatto e coordinato, fu approvato nel maggio 2003, con validità quinquennale 2003-2007 e completamento degli ultimi interventi nel 2008.
Uno dei primi adempimenti, una volta definiti i criteri dello scavo con la Soprintendenza e l’archeologo delegato Luca Fedeli, fu la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con il Gruppo Archeologico, che pianificava una collaborazione pluriennale per il Lago degli Idoli e altri siti archeologici compresi negli 11.650 ettari di patrimonio agricolo forestale regionale gestiti dalla Comunità Montana. Il progetto si inseriva in un ampio contesto di interventi già programmati con i quali si voleva pervenire a un miglioramento forestale, ambientale e strutturale di una vasta area attorno al Lago degli Idoli, migliorando la viabilità di accesso (interdetta ai mezzi privati), valorizzando le faggete limitrofe al sito con un intervento di avviamento a fustaia, recuperando da un punto di vista ambientale, paesaggistico e produttivo il pascolo in quota di Montelleri, consentendone l’uso con bestiame chianino a seguito della costruzione di chiudenda e abbeveratoi con captazione di sorgente.
Il contributo dell’iniziativa Leader fu di soli € 68.415,00, ma consentì l’avvio di un progetto che alla fine realizzò l’investimento di € 602.810,81 oltre a € 175.030,08 di risorse comunitarie investite per il miglioramento delle faggete limitrofe al sito e ad ulteriori risorse investite da vari enti utilizzando il personale di ruolo e propri ambienti per l’allestimento delle mostre e del convegno finale. Lo scavo comunque assorbì il 62,21% della spesa, per un importo di € 374.985,76, conseguenza della quantità e importanza dei reperti, complessivamente più di 14.000, che fin dalla campagna del 2003 ha evidenziato il rilievo archeologico del progetto, andando oltre le più rosee previsioni.
L’appalto per lo scavo fu vinto da Co.I.D.R.A., società con cui fin dall’inizio si sviluppò un proficuo rapporto, grazie anche alla capacità di Alfredo Bresciani, che avevo nominato direttore dei lavori di scavo, di coinvolgere nel progetto anche sotto l’aspetto emotivo. Allo stesso modo si appassionarono all’iniziativa non solo i soci del Gruppo Archeologico, che prestarono circa 3.000 ore di lavoro gratuito per lo scavo oltre a quelle necessarie per il restauro di circa 13.000 reperti minori, ma anche il personale operaio e di vigilanza della Comunità e numerosi dipendenti di ruolo, che si unirono al G.A.C. per numerose giornate di volontariato prestate di sabato e domenica.
Ai lavori di scavo parteciparono anche due giovani promesse dell’archeologia casentinese che oggi sono una preziosa risorsa per la cultura locale, Riccardo Bargiacchi, collaboratore di Co.I.D.R.A., e Francesco Trenti, da me assunto come collaboratore a contratto e attuale direttore scientifico del Museo Archeologico “Piero Albertoni” di Bibbiena.
Alfredo Bresciani mentre effettua una ricerca preliminare con il cercametalli – foto dell’autore. Nella foto in alto, il ricostituito “Lago degli Idoli” – foto dell’autore
Contestualmente allo scavo furono eseguite analisi ambientali, radiodatazioni di campioni di legno fossile e la ricostruzione tridimensionale del fondo del laghetto; peccato che l’ente parco, pur avendo contribuito affidando direttamente le analisi palinologiche per ricostruire la flora che circondava la stipe votiva, vietò l’uso del telo impermeabilizzante, così che il lago fu ricostituito con una forma a scodella anziché rispettare quella originale.
La conservazione in Casentino dei reperti dello scavo fu una delle condizioni poste alla Soprintendenza per l’avvio del progetto e dobbiamo ringraziare il Comune di Bibbiena per avere investito sulla valorizzazione del museo prima collocato a Partina e ora nella nuova sede vicina al Palazzo comunale. Uno degli scopi a lunga scadenza del progetto era dare ulteriore consistenza a quel “nuovo umanesimo” che ha in Casentino una sede umile eppure ricca di ispirazioni, alla base di una concezione sostenibile dell’economia locale che trova, anche sotto l’aspetto turistico, i propri fondamenti nella cultura, nella storia e nell’utilizzo armonico delle risorse naturali e, in primis, delle foreste.
I limiti di spazio della rivista non consentono ulteriori approfondimenti, che rimando alla lettura degli “Atti della giornata di studio su gli scavi e le indagini ambientali nel sito archeologico del Lago degli Idoli”, a cura di Simone Borchi, Stia 2007, stampati in 4.138 esemplari e rapidamente esauriti, ma presenti in tutte le biblioteche casentinesi, aretine e nazionali.
Per il progetto “Lago degli Idoli”, che per decenni era rimasto un sogno impossibile, ora che è stato immaginato, costruito e realizzato, vengono in mente le parole visionarie di Henry David Thoreau che nel suo Walden nel 1854 scriveva: Se avete costruito castelli in aria, il vostro lavoro non deve andare perduto; è quello il luogo dove devono essere. Ora il vostro compito è di costruire a quei castelli le fondamenta.