Le forti e preoccupate parole dell’amministratore della Baraclit – commenta Dini responsabile di vallata FDI – evidenziano una questione rispetto alla quale il PD, da sempre forza di governo del territorio ai vari livelli istituzionali, non può più nascondersi. Il gioco del rimpallo delle responsabilità tra i vari livelli istituzionali, ha accompagnato nel tempo il radicarsi di problematiche, che non affrontate , hanno determinato il ritardo infrastrutturale attuale. Assistiamo ad un declino economico- produttivo del territorio, con la scomparsa di interi comparti produttivi, unito alla mancanza di risposte ai bisogni di quelle aziende che con forza, passione e coraggio hanno continuato a produrre ed investire in Casentino.
La grande scommessa della difesa del lavoro , nel concreto, si misura sulle singole battaglie che ognuno è disposto a fare sul proprio territorio. Non sono temi lontani o di astruso politichese come qualcuno vuol far credere, quanto piuttosto scelte precise che riguardano il futuro di intere generazioni di casentinesi.La ricetta non può essere quella di applaudire coloro che si realizzano fuori dal Casentino, quando poi viene fatto poco o nulla per aiutare chi in Casentino vuole investire, creando opportunità di lavoro.
La questione delle infrastrutture – continua Dini – è stata per FDI centrale. In ogni sede locale , ad ogni livello istituzionale, con Donzelli in Regione e poi con Carini in provincia, abbiamo lavorato per rendere centrale la questione. Evidenziando come la realizzazione di costose opere, con costi a consuntivo sovente doppi rispetto al preventivato, e con ritardi nei tempi di attuazione, abbiano consegnato al Casentino opere inadeguate.
Accanto alla questione Santa Mama, ci sono tutta una serie di opere dagli esiti quanto meno imbarazzanti. Come le nuove rotatorie che i trasporti eccezionali necessari a movimentare i manufatti di alcune aziende locali, sono costretti a superare solo con la inversione dei sensi di marcia, oppure – continua Dini – il famoso tronchetto ferroviario che oramai arricchisce il museo casentinese delle opere inutili. La questione dell’atavico ritardo delle infrastrutture in Casentino è ormai palese, quanto è ancora più preoccupante la lontananza della politica locale nell’affrontare in modo radicale la questione. Nonostante che tutti oramai riconoscono, le infrastrutture indispensabili per la tenuta economico-sociale dell’intero territorio.
L’essere remissivi rispetto alle scelte calate dall’alto, ed il trincerarsi dietro al ping –pong delle responsabilità, non hanno messo al riparo il territorio, anzi lo stanno definitivamente affossato. Il giochino del ” tu dai una cosa a me ed io ne do una a te ” , nel lungo periodo sta dimostrando tutte le sue negatività.
Occorre ridare un ruolo centrale al territorio ed alle sue criticità, mettendo al primo posto nell’agenda della politica locale la questione, adottando scelte politiche forti e condivise con le categorie produttive locali. Uscendo da quella visione autoreferenziale del proprio ruolo piegata su logiche di comodo e di breve periodo, sovente incentrate all’immediato tornaconto, e quasi sempre lontane rispetto alle risposte necessarie per lo sviluppo di lungo periodo del territorio.
FDI cercherà con i propri rappresentanti di stimolare questo passaggio, ritenendolo indispensabile nelle future scelte, se veramente vogliamo dare un segnale di discontinuità trasformando la speranza di un cambiamento, in concreta azione politica. Non faremo mancare il nostro contributo.
FDI, CIRCOLO CASENTINO