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venerdì, 4 Luglio 2025

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Il ritardo delle infrastrutture del Casentino: situazione non più accettabile

Le forti e preoccupate parole dell’amministratore della Baraclit – commenta Dini responsabile di vallata FDI – evidenziano  una questione rispetto alla quale il PD,  da sempre forza di governo del territorio ai vari livelli istituzionali,  non può più nascondersi. Il gioco del rimpallo delle responsabilità tra i vari livelli istituzionali, ha accompagnato nel tempo il radicarsi di  problematiche,  che non affrontate , hanno determinato il ritardo infrastrutturale   attuale. Assistiamo ad un declino  economico- produttivo del territorio, con la scomparsa di interi comparti produttivi, unito alla mancanza di risposte  ai bisogni di quelle aziende che con forza, passione e coraggio hanno continuato a produrre ed investire in Casentino.

La grande scommessa della difesa del lavoro , nel concreto,  si misura sulle singole battaglie che ognuno è disposto a fare sul proprio territorio. Non sono temi lontani o di astruso politichese come qualcuno vuol far credere, quanto piuttosto scelte precise che riguardano il futuro di intere generazioni di casentinesi.La ricetta non può essere quella di applaudire coloro che si realizzano fuori dal Casentino, quando poi viene fatto poco o nulla per aiutare chi in Casentino vuole investire,  creando opportunità di lavoro.

La questione delle infrastrutture  – continua Dini – è stata per FDI centrale. In ogni sede locale ,  ad ogni livello istituzionale,  con Donzelli in Regione e poi con Carini in provincia,   abbiamo lavorato per rendere  centrale la questione. Evidenziando come  la realizzazione di costose opere, con  costi a consuntivo sovente doppi rispetto al preventivato, e con ritardi nei tempi di attuazione,  abbiano consegnato al Casentino  opere inadeguate.

Accanto alla  questione Santa Mama, ci sono  tutta una serie di opere dagli esiti quanto meno imbarazzanti. Come  le nuove rotatorie che i trasporti eccezionali necessari a movimentare i manufatti di alcune aziende  locali, sono costretti a superare solo con la  inversione dei sensi di marcia, oppure – continua Dini –  il famoso tronchetto ferroviario che oramai arricchisce il museo casentinese delle opere inutili. La questione dell’atavico ritardo  delle infrastrutture in Casentino è ormai palese, quanto è ancora più preoccupante  la lontananza della politica locale nell’affrontare in modo radicale  la questione. Nonostante che tutti oramai riconoscono,  le infrastrutture  indispensabili  per  la tenuta economico-sociale dell’intero  territorio.

L’essere  remissivi rispetto alle  scelte calate dall’alto, ed  il trincerarsi dietro al  ping –pong delle responsabilità, non hanno messo al riparo il territorio, anzi lo stanno  definitivamente affossato. Il giochino del ” tu dai una cosa a me ed io ne do una a te ” , nel lungo periodo sta dimostrando tutte le sue negatività.

Occorre ridare un ruolo centrale al territorio ed alle  sue criticità, mettendo  al primo posto nell’agenda della politica locale  la questione,   adottando  scelte  politiche  forti  e condivise con  le categorie produttive locali. Uscendo da  quella  visione autoreferenziale del proprio ruolo piegata su logiche di comodo e di breve periodo, sovente  incentrate  all’immediato tornaconto, e quasi sempre   lontane rispetto alle risposte necessarie per lo sviluppo  di lungo periodo del territorio.

FDI cercherà con i propri rappresentanti di stimolare questo passaggio, ritenendolo  indispensabile nelle future scelte, se veramente  vogliamo dare un segnale di discontinuità trasformando  la speranza di un cambiamento, in concreta azione politica. Non faremo mancare il nostro contributo.

FDI, CIRCOLO CASENTINO

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