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giovedì, 25 Aprile 2024

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Il tesoro (informatico) del Casentino

di Melissa Frulloni – Forse non tutti i nostri lettori sapranno (anche se ci auguriamo che siano la minoranza) che all’Isis Enrico Fermi di Bibbiena è custodito un pezzo di storia dell’informatica italiana; sì è proprio qui, nel nostro Casentino che si trova Elea 9003, un calcolatore ad altissime prestazioni sviluppato dall’Olivetti che fu una delle più importanti aziende al mondo nel campo delle macchine per scrivere, da calcolo e dell’elettronica.

Si tratta del primo computer a transistor commerciale prodotto in Italia; fu concepito, progettato e sviluppato tra il 1957 e il 1959 da un piccolo gruppo di giovani ricercatori guidati da Mario Tchou. L’ELaboratore Elettronico Aritmetico (successivamente modificato in Automatico) 9003 apparteneva al Monte dei Paschi di Siena che all’inizio degli anni ’70 lo donò alla scuola bibbienese. Da sempre si sono occupati della sua cura e manutenzione diversi tecnici tra cui Mario Babbini (che conoscerete come ex titolare della Videotecnica di Bibbiena e adesso impegnato a Riparonica) che ancora oggi si dedica fortemente a tenerlo in vita e a mostrarlo agli appassionati.

La continua manutenzione che la macchina richiede, unita alla necessità di non far cadere nel dimenticatoio un oggetto tanto bello e complesso a livello elettronico e meccanico, sono i motivi che hanno spinto alcuni casentinesi a fondare un’associazione, Elea ETS, volta proprio alla tutela e cura di questo bene comune.

In redazione abbiamo incontrato il Presidente Angiolo Balducci e il Vicepresidente Wladimir Zanieski.

Professor Balducci che cosa ci può raccontare di Elea 9003? «Mi ricordo molto bene quando, ancora studente all’Itis di Bibbiena, arrivò questa immensa macchina. Ci vollero diversi mesi per montarla e per farla funzionare. Per manovrare alcuni componenti fu addirittura tagliato il passamano delle scale, tanto era ingombrante e aveva bisogno di spazio per passare tra i locali della scuola. Ne ero affascinato e chiedevo sempre di uscire dall’aula per correre a vederla. Si estende su una superficie di 100 mq e quando viaggia al massimo della potenza assorbe circa 30 kilowatt; quando è accesa emette un rumore pari a 75 decibel, paragonabile al suono di una strada molto trafficata di città.

Adriano Olivetti, l’inventore di Elea 9003 (www.elea9003.it), negli anni in cui la sviluppò e anche in quelli successi, insieme alla sua azienda era sul tetto del mondo della tecnologia. L’Italia stava correndo forte nel settore dell’informatica e Olivetti era il diretto competitor di IBM. Eravamo all’avanguardia per quanto riguardava la tecnologia e tenevamo testa agli americani. Poi però conosciamo come è andata la storia che purtroppo non ci ha visti primeggiare in questa competizione…»

Wladimir quale è invece il tuo rapporto con Elea 9003? «Mi sono interessato alla programmazione della macchina per passione e ho avuto la fortuna di conoscere i tecnici Olivetti, ormai anziani, che sono venuti periodicamente in visita a Bibbiena. Ci hanno aiutato a fare manutenzione, ma soprattutto hanno cercato di spiegare a me ed ad altri tecnici come trattare la macchina. Nonostante l’età si ricordano tutto; sono stati i pionieri di Elea 9003! Quando se ne occupavano, tanti anni fa, la macchina non rispondeva ad un codice standard, ma piuttosto erano loro che ideavano i simboli per programmarla e gestirla. Oggi nessuno sa leggere il linguaggio che loro hanno scritto ed è per questo che, prima che le loro conoscenze e competenze vadano perse, è fondamentale tradurre i loro codici in un manuale tecnico standard che qualsiasi ingegnere sappia leggere e utilizzare per operare sulla macchina. Questa è sicuramente una priorità della nostra associazione. Quando un giorno, speriamo il più tardi possibile, i vecchi tecnici non ci saranno più, rischiamo di perdere la possibilità di mantenere in vita un pezzo di storia dell’informatica e questo sarebbe veramente un peccato enorme.»

Elena 9003 funziona ancora ed è una macchina unica al mondo; non si può spostare in alcun modo e quindi il fatto che si trovi proprio in Casentino potrebbe essere un punto da sfruttare a vantaggio della nostra vallata per incrementare visite, scolastiche e non, per farla conoscere e per attrarre visitatori a Bibbiena. L’associazione punta proprio a mantenere in vita Elea 9003 e presto firmerà una convenzione con la scuola e la provincia per aprire i suoi locali e fare divulgazione e promozione sulla macchina.

“Vorremo aprire ai giovani, ai curiosi, agli interessati, ai programmatori, alle scuole, ma anche alle aziende, a chiunque voglia conoscere e sapere di più su questo interessantissimo macchinario. La prima cosa da fare sicuramente è digitalizzare e ordinare tutto il materiale in nostro possesso, creare un manuale di utilizzo e manutenzione scritto in un linguaggio tecnico standard ed usare Elea 9003 a scopi didattici e dimostrativi. Pensate che uno studente può vedere nella macchina il singolo bit e “toccare con mano” ciò che sembra che nei nostri smartphone avvengano come per magia.” Spiegano dall’associazione.

Elea 9003 ha uno spazio di memoria pari a 20kb e necessita di un ambiente controllato per poter funzionale; i suoli locali mantengono una certo tasso di umidità ed una temperatura di 20 gradi. Capite quindi che è uno strumento molto delicato che richiede cura, manutenzione, ma soprattutto persone appassionate (che per fortuna ci sono e trovano spazio nell’associazione), interessate a mantenerlo in vita e farlo conoscere il più possibile.

Novità recente importante che ha riguardato il progetto è stata la donazione alla provincia (proprietaria della scuola), da parte di Aruba, di una scala esterna, costruita per accedere ai locali di Elea 9003; questo ha permesso di svincolarsi dagli orari dell’istituto, dalla necessaria presenza di personale scolastico che materialmente aprisse la porta di ingresso e ha concesso a tecnici, manutentori, ma anche a futuri visitatori di entrare nei locali della macchina senza dover passare dall’Itis, con un accesso diretto, più agevole e facile per tutti.

Il prossimo step dell’associazione sarà far arrivare a Bibbiena gli ex tecnici Olivetti per proseguire con l’opera di divulgazione e apprendimento delle loro conoscenze e competenze. Potrebbero arrivare in Casentino già dalla prossima primavera per permettere ai manutentori di mettere nero su bianco tutto quello che sanno su Elea 9003.

Inoltre l’idea è anche quella di dar vita ad un vero e proprio museo della storia dell’informatica che contenga non soltanto la macchina ma anche altri oggetti elettronici del passato, come il primo personal computer di Olivetti.

L’associazione Elea ETS è senza scopo di lucro, composta esclusivamente da volontari, appassionati di tecnologia ed informatica; se anche voi sentite di far parte di questo gruppo, avete voglia di dare una mano ed impegnarvi affinché Elea 9003 resti in vita e trovi presto lo spazio che merita potete unirvi a loro! L’associazione, infatti è alla continua ricerca di persone disposte a dare una mano, non ci sono particolari requisiti, non servono competenze nell’utilizzo del macchinario, bastano voglia, passione e buona volontà. “Vi aspettiamo! Tutti sono ben accetti, dal 12 ai 95 anni! Sarebbe bellissimo ovviamente infoltire le fila dell’associazione con qualche giovane casentinese; menti nuove e fresche sarebbero l’ideale per far vivere ancora Elea 9003 e studiare futuri progetti promozionali.”

Ci auguriamo anche che le istituzioni, gli enti, il comune di Bibbiena, ma anche gli altri del Casentino si schierino a sostegno di questa causa e aiutino l’associazione a far conoscere questo interessante macchinario che abbiamo la fortuna di avere proprio qui nella nostra vallata.

(Foto di Francesco Ghignoni)

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