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giovedì, 12 Settembre 2024

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La farmacia di Chiusi della Verna

di Francesca Corsetti – Negli ultimi mesi la farmacia del dott. Alessandro Montaini è stata centro di attenzioni e controversie a causa del mancato spostamento nel nuovo centro polivalente del capoluogo, dove è stato già trasferito e attivato l’ambulatorio ed è stata creata anche una piccola biblioteca. Ma facciamo un passo indietro e ripercorriamo la storia dall’inizio. Il dott. Montaini ha iniziato la sua attività nella farmacia di Chiusi della Verna a febbraio 2020. L’Amministrazione, a seguito del pensionamento della storica farmacista, la dott.sa Daniela, ha deciso di istituire un bando pubblico per dare in gestione la farmacia di via Roma, pur mantenendo la titolarità.

A questo punto il dott. Montaini coglie l’occasione e vince il bando. Una volta avviata la sua attività, comincia a emergere l’intenzione da parte dell’Amministrazione comunale di trasferire la farmacia e l’ambulatorio nei locali costruiti in seguito alla demolizione del vecchio Auditorium. Questo trasferimento avrebbe dovuto far parte di un piano di rigenerazione urbana della zona di Viale Michelangelo, con l’obiettivo di creare, secondo quanto riportato nella rivista “Il Comune di Chiusi della Verna INFORMA”, un “plesso unico, che riunisce servizi essenziali, legati al benessere, alla salute, ma anche alla cultura e alle iniziative che l’Amministrazione e la comunità vorranno mettere in campo sui temi della formazione, della conoscenza e, perché no, dell’intrattenimento e dello svago.”

Le intenzioni sulla creazione del plesso cominciano a circolare già nel 2020, poco dopo la cessione della farmacia, ma nulla si muove fino a inizio 2021, quando comincia a mettersi in moto la macchina burocratica per dare inizio ai lavori. Il trasferimento non viene messo subito fuori discussione, anche perché, diciamocelo, traslocare in una struttura tutta nuova e moderna sarebbe invitante per chiunque. La struttura è stata però organizzata così: l’ingresso principale si affaccia in un corridoio orizzontale, dove a sinistra è stata collocata una porta di vetro che dà sull’ambiente adibito a biblioteca; di fronte, un muro con un’apertura che dà sulla sala d’attesa. Da qui, a destra si aprono le porte dei due ambulatori, mentre la farmacia va in fondo: la terza e ultima porta. La disposizione non piace e non ha convinto nemmeno il dott. Montaini, perché non valorizza un servizio essenziale come la farmacia, che in quanto attività commerciale ha bisogno anch’essa della giusta visibilità.

L’intenzione era quella di lasciare le cose invariate, se non fosse che, poco tempo dopo, sono emerse in paese alcune indiscrezioni su una presunta inidoneità dell’edificio, che vedrebbe dunque un trasferimento forzato nella nuova sede. Presunta, però, perché i documenti firmati appena un anno prima dichiarano invece che l’edificio è idoneo per ospitare la farmacia: anche perché, come si può fare una gara pubblica con un edificio che non lo è? Questo, comunque, non è bastato a determinare il trasferimento.

I chiarimenti che sono arrivati sui social media dall’Amministrazione comunale a seguito delle controversie emerse si possono riassumere in tre argomenti. Il primo è che la struttura è vecchia (e in effetti lo è), non ha sala d’attesa né servizi igienici per gli utenti (per quanto possano servire in una farmacia) e il comune vuole migliorare le strutture rispettando le nuove esigenze dei cittadini in termini di spazi. Il secondo è che è dovere e responsabilità dell’Amministrazione non mettere in difficoltà nessuno, tantomeno il dott. Montaini con cui è stata condivisa la decisione di chiudere il dispensario in Vallesanta. Il terzo è che la convenzione con la gestione attuale della farmacia ha una scadenza, che l’obiettivo è dare continuità, ma se l’attuale gestore decidesse diversamente il comune può sempre cercare un nuovo dottore a cui affidarla. La titolarità, viene precisato, rimarrà sempre del comune.

Per quanto riguarda il rinnovamento delle strutture del comune non si può che essere d’accordo. È opportuno però spiegare il funzionamento vero e proprio della convenzione, per capire come si sono evolute le cose e come si evolveranno.

Il dott. Montaini ha preso in gestione la farmacia nella struttura di Via Roma da febbraio 2020, con un contratto valido ben dodici anni: quindi fino al 2032. A meno che non abbia intenzione di andarsene prima, e non sembra averne, la farmacia rimarrà in sua gestione per altri dieci anni. Sarà dunque l’amministrazione che verrà nel 2032 a decidere nuovamente le sorti della farmacia: se far valere la propria titolarità facendo una gara pubblica per cercare i dipendenti, stipulare una nuova convenzione o vendere la farmacia.
Nel caso in cui si scelga la convenzione, verrà ripetuto lo stesso bando pubblico, con la differenza che il dott. Montaini avrà il diritto di prelazione.

Il sentimento comune alla maggioranza dei cittadini del capoluogo è di mantenere la farmacia esattamente dov’è. In primo luogo, perché tutti i servizi essenziali del paese si trovano lungo la via principale, e il trasferimento sarebbe a favore di una posizione decentrata, meno visibile e meno pratica. In secondo luogo, perché l’edificio ha il proprio cortile esterno e un ingresso ampio e totalmente indipendente. Infine, la struttura attuale era adiacente all’ormai vecchio ambulatorio, che aveva già tre stanze a disposizione di medici e specialisti e una sala d’attesa, senza mescolare servizi sanitari e non.

“Per qualsiasi necessità abbiamo un’alternativa dove andare” si legge nei messaggi chiarificatori; infatti, la stanza adibita a farmacia è già provvista di mobili nuovi, lasciati praticamente a prendere la polvere, mentre nella storica farmacia il servizio continua e continuerà regolarmente sei giorni su sette con il solito, storico, arredo.

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