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martedì, 23 Aprile 2024

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La Racchetta, i guardiani del fuoco

di Marta Andreani – L’idea di organizzare questo gruppo di volontari antincendio nasce in seguito ad alcuni episodi di piromania avvenuti nella strada che porta a Raggiolo qualche anno fa.
A dircelo è Federico Paolini, leader, come lui stesso preferisce definirsi, dei venticinque volontari antincendio di Ortignano Raggiolo; non “capo” o “presidente”, ma leader! Colui che con le sue idee e il suo spirito di iniziativa coinvolge la folla, la carica, le da coraggio.
Quando arriviamo alla sede della sezione dei volontari antincendio a Ortignano Raggiolo in località Villa, ci accorgiamo che il cocente sole estivo è già in tema con l’argomento che stiamo per trattare: il fuoco e il coraggio di volontari o vigili del fuoco che hanno a che fare con questo elemento contraddittorio a se stesso e che ha portato il progresso e la distruzione, la bellezza e la tragedia. Ma come funziona, come operano i volontari antincendio della sezione di Ortignano Raggiolo?
Ce lo spiega il leader Paolini: “Ogni due anni facciamo un consiglio durante il quale viene eletto dai volontari di sezione, che ad oggi sono venticinque, il responsabile di sezione. Questa figura è in un certo senso il presidente di sezione, ma preferisco chiamarla semplicemente “leader”, quello che da l’esempio di condotta della sezione, cerca servizi, segue e-mail e riunioni della Provincia e della Regione. Il leader durante il consiglio nomina a sua volta altre figure indispensabili, come il responsabile della protezione civile, il responsabile antincendio, il responsabile automezzi, il responsabile del tesseramento, il segretario e il cassiere”.
Ci parli della sede principale. Come sono divise le sue sezioni?
«A Santa Maria Marciola (Scandicci) c’è la sede principale di questa associazione chiamata “la Racchetta”; ci sono altre 30 sezioni presenti su 6 province sparse per tutto il territorio regionale, per un totale di 1500/1800 complessivi volontari. Uno dei distaccamenti è il nostro qui a Ortignano Raggiolo, poi in provincia ci sono altre tre sedi della Racchetta: ad Arezzo, Laterina e Bucine. I volontari della Racchetta, se hanno disponibilità, possono essere chiamati d’urgenza in posti che non siano necessariamente nelle zone della propria sede; se ad esempio c’è un’urgenza a Grosseto e i primi volontari disponibili siamo noi, allora andiamo a Grosseto».
Sentiamo ripetere il nome dell’associazione “La Racchetta”, è il cognome di un fondatore o per racchetta si intende una rete, una ragnatela in cui sono distribuite le sue sedi?
«Racchetta proprio come racchetta da tennis! Questo nome è stato dato perché in un circolo di tennis presso Scandicci (FI), un gruppo di radioamatori decide di aggregarsi e di utilizzare la passione per le comunicazioni radio per l’avvistamento e la segnalazione degli incendi boschivi, partecipando per quanto possibile anche alle operazioni di spegnimento.
Questo segnava l’inizio di una nuova attività di volontariato che due anni più tardi, dopo il 1972, veniva a costituirsi legalmente con il nome La Racchetta.»
Come vi organizzate a livello di volontariato?
«Il nostro tipo di volontariato è un volontariato puro dove i Soci della Racchetta non percepiscono alcun tipo di retribuzione ed operano a titolo totalmente gratuito. Garantiamo per tutto l’anno reperibilità e nel periodo estivo garantiamo partenze per Attività legata all’Aib anche in 5 minuti. Inoltre a svolgere servizi di Antincendio e Protezione civile svolgiamo anche attività di pubblica utilità, come ad esempio per il Rally del Casentino dove chiediamo un contributo a fronte di un impegno dei nostri volontari in ausilio al servizio. Il contributo versato viene impiegato per le spese di mantenimento e dove possibile anche di potenziamento della nostra operatività.
Il nostro principale interlocutore è il comune che attraverso il suo sistema di protezione civile ci attivano in caso di necessità. Abbiamo anche un rapporto sinergico anche con gli altri enti fra i quali Unione dei comuni, Provincia e regione. 
I cittadini in caso di difficoltà possono comunque contattarci ma pur sempre necessario una sinergia con l’amministrazione.
Esempio in caso di allerta nel periodo invernale veniamo attivati dal Comune, in quel caso, se ad esempio si tratta di ghiaccio o una grossa nevicata, interveniamo con i mezzi adeguati per risolvere il problema, .
In caso di grosse emergenze possono essere attivati benefici di legge (Dpr 194/2001) che prevedono il rimborso delle spese per danni e usura delle attrezzature che però non coprono sempre quelle che sono le usure.»
Se si fosse interessati ad inserirsi fra i volontari, cosa si deve fare?
«Chi sceglie di fare volontariato con noi può entrare come protezione civile, come antincendio, oppure entrambe. Per la protezione civile è sufficiente fare la tessera da volontario, quindi serve un certificato medico e due fototessera, e da quel momento si può essere inseriti nell’albo della Racchetta. Se si vuole svolgere anche l’antincendio boschivo è opportuno fare alcune visite che vengono messe a disposizione durante l’anno. Un medico, dopo aver effettuato tutti gli accertamenti necessari, decide se si è idonei oppure no; se si è idonei inizia un percorso formativo che viene fatto internamente all’associazione e come conclusione due giorni presso il centro di addestramento della Regione Toscana in provincia di Siena
Durante l’anno ovviamente vengono fatti sempre i corsi di preparazione e aggiornamento anche per la parte della protezione civile.»
Lei come si è avvicinato invece all’associazione e quali sono le sue emozioni personali?
«Quando è stata aperta questa sezione i giovani del luogo sono stati chiamati a partecipare, così sono entrato qui dentro provando ad entrare nel mondo del volontariato e devo dire che, una volta entrato in questa associazione, è stata lei a prendere me. Lo spirito che mi ha catturato fortemente è stato l’elemento della familiarità che vige e porta avanti questa associazione.
Inoltre Il fuoco è un elemento che mi ha sempre affascinato fin da bambino e ora arrivare a dominarlo è per me fonte di grande soddisfazione. Negli incendi non è pericoloso solo il fuoco, ma subentrano altri fattori come il fumo.
Quindi quando si è operativi mentre può sembrare che vada tutto bene, improvvisamente potrebbe girare il fumo e questo potrebbe complicare le cose. Per questo le mie esperienze qui mi caricano di soddisfazione e adrenalina.»
Come vuole concludere?
«Io invito ragazzi e ragazze e non solo a provare ad inserirsi in questa bellissima associazione dove per noi lo stare bene in compagnia si associa a svolgere un servizio utile per il proprio territorio
. Il volontariato forma man mano che lo si vive, insegna e ti cambia qualunque esso sia.»

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(tratto da CASENTINO2000 | n. 297 | Agosto 2018)

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