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sabato, 20 Aprile 2024

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Lettera aperta alla nuova Presidente Valentina Calbi

di Mauro Meschini – Gentile Presidente Valentina Calbi, ci permettiamo di rivolgerci direttamente a Lei a poche ore dalla sua nomina a Presidente dell’Unione dei Comuni del Casentino.
Immaginiamo conosca la posizione di questo giornale sull’Ente che è chiamata da oggi a rappresentare, la rassicuriamo subito, non abbiamo cambiato idea e siamo sempre più convinti che la cancellazione dell’Unione sarebbe un regalo enorme per il Casentino e i suoi cittadini.

Diciamo subito che ci dispiace che nella sua prima dichiarazione ufficiale abbia sottolineato che “È fondamentale lavorare in continuità, come abbiamo fatto durante i mesi di presidenza di Giampaolo Tellini…” perché già quella vicenda, che in qualche modo l’ha vista coprotagonista, e che ha portato alla gestione illegittima di Tellini e di voi sindaci per 7 mesi, pensiamo sia uno dei sintomi più evidenti della patologia che da sempre colpisce l’Unione, un Ente assolutamente fuori dal controllo democratico dei cittadini, in cui i sindaci e la politica hanno delegato ad altri il compito di prendere decisioni e amministrare le risorse pubbliche. Un Ente che si è sovrapposto alle assemblee elettive rappresentate dal Consigli Comunali ormai spogliati di ogni possibilità di prendere decisioni e di svolgere pienamente il compito che a loro compete.

Non ci meravigliamo che un Ente, che si trova in questa situazione, sia incapace di portare avanti politiche e scelte utili alla collettività e che la maggior parte dei sindaci che ne fanno parte, più i primi cittadini di Bibbiena e Pratovecchio Stia, si siano accodati alle imposizioni che la Regione recentemente ha fatto sul Punto Nascita e sul futuro della sanità casentinese.

Il Casentino in questa situazione non potrà avere un futuro e lo dovrebbe sapere bene Lei, sindaco di uno dei più piccoli comuni della vallata, che dovrebbe vivere in prima persona le difficoltà e l’impossibilità di gestire in maniera opportuna servizi essenziali per i cittadini in un contesto amministrativo così piccolo. Le trasformazioni, non certo positive, nella struttura amministrativa locale, ancora di più dopo l’assurda cancellazione delle provincie che ha avuto e avrà pesanti ricadute sulla qualità di importanti funzioni amministrative, richiederebbe la nascita di realtà comunali di almeno 15.000 abitanti in grado di confrontarsi con la Regione e gli altri, troppi, soggetti delegati alla gestione di importanti servizi, primi tra tutti acqua e rifiuti. Ma in Casentino, invece di procedere speditamente verso questo obiettivo, si stanno palesemente boicottando, per interessi personali di qualche sindaco e per la volontà di mantenere il potere da parte del PD, tutti i progetti da tempo in atto per arrivare alla fusione tra realtà comunali confinanti e alla nascita di un Comune nell’alto e di uno nel basso Casentino.

Gentile Presidente le parliamo di questo perché riteniamo che sia il vero obiettivo da perseguire oggi, l’unica scelta utile che anche dall’interno dell’Unione si dovrebbe contribuire a realizzare. Il resto non serve, a cominciare dalla ciclopista di cui negli ultimi mesi, quelli in cui Lei e gli altri sindaci avete occupato impropriamente il vertice dell’Unione, si è tanto parlato, arrivando a santificare una scelta che poi, si scopre, viene realizzata senza aver espropriato i terreni su cui viene realizzata e che tra 20 anni potrebbero tornare quindi ai precedenti proprietari rendendo inutile tutto quanto.

Ecco, Presidente Calbi, anche questo è un esempio del modo di operare in Casentino anche se ci siamo convinti che, in questo caso, sia più che motivato, nessuno infatti, neppure Lei immaginiamo, può pensare che il valore simbolico che è stato attribuito alla ciclopista abbia un fondamento e che su questo progetto si possa basare il rilancio turistico della vallata. È evidente che la ciclopista sia soltanto un’arma di distrazione di massa, un modo per avere qualcosa di concreto da sventolare durante le prossime elezioni amministrative e regionali in programma tra tre/quattro anni, quando gli attuali sindaci e Mister 18.000 preferenze, cercheranno conferme e voti per mantenere le loro cariche. Non avendo altri risultati da vantare, con una viabilità, quella vera, rimasta al palo e di cui la vicenda della variante di Santa Mama è l’esempio più evidente; con una situazione economica disastrosa; con un territorio lasciato a se stesso e con i centri storici abbandonati, cosa meglio di qualche chilometro di ghiaia spianato lungo l’Arno per dare l’idea che qualcosa si muove. Poi, passato il voto, e nell’impossibilità di fare un’adeguata manutenzione, tutto potrà andare tranquillamente in malora e lasciare spazio a erbacce e rovi.

Stiamo sbagliando? Le cose non stanno così?
Ci piacerebbe crederlo.
In ogni modo vogliamo sfidarla a dimostrarlo.

Allora, per cominciare, perché non manda in ferie il mega dirigente Grifagni a smaltire i troppi giorni che ancora deve prendere come aveva fatto Paolo Agostini? Perché non ci informa sulla situazione delle indagini che erano state aperte nei riguardi dell’Unione dei Comuni e sugli esiti che hanno avuto? Perché non chiarisce se esiste davvero un “registro segreto” gelosamente conservato sempre da Grifagni e che sarebbe inaccessibile a tutti? Perché non porta subito in discussione in Giunta alcuni temi su cui ha lavorato in queste settimane Paolo Agostini e che riguardano i lavoratori forestali e le modalità di stipula dei contratti in scrittura privata? Perché non spiega cosa è veramente successo il 31 luglio nella seduta di Giunta che ha sfiduciato Agostini? Perché non dice di chi è la responsabilità di una scelta che poi è stata cancellata da una sentenza del TAR? Di voi sindaci? E allora non dovreste dimettervi tutti e chiedere scusa ai cittadini? Del mega dirigente Grifagni? E allora non dovrebbe essere chiamato a rispondere di questo? Per quanto poi riguarda il Punto Nascita, perché non impugnare quanto è stato deciso, forti anche del decreto del Ministro Lorenzin che lascia la possibilità di derogare dal numero dei parti in un singolo ospedale, per pretendere che nell’ospedale di Bibbiena siano garantiti tutti i servizi e i reparti fino ad ora attivi? Infine sulle fusioni, perché non si impegna in prima persona per giungere al più presto ai referendum sulla proposta di realizzare in Casentino due grandi comuni?

Ecco, Presidente Calbi, secondo il nostro modesto parere questo dovrebbe esserci nel programma del suo mandato. Un programma neppure troppo ampio, ma sufficiente per arrivare, in tempi relativamente brevi, a raggiungere importanti obiettivi che potrebbero rappresentare le basi di un vero rilancio di questo territorio. Certo non sarà facile seguire quanto abbiamo indicato e, probabilmente, non lo farà.
Ma nel caso volesse parlarne direttamente, ci chiami, perché ci sono anche altre questioni su cui saremmo curiosi di sapere di più.
Cordiali saluti.

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