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venerdì, 19 Aprile 2024

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L’unico cinema del Casentino

di Martina Belli – Siamo tornati ad intervistare Marinella Pieri, la titolare del Cinema Italia di Soci, o meglio, l’unico cinema rimasto in tutto il Casentino. Circa un anno fa avevo avuto l’opportunità di parlarle, in quanto il cinema aveva installato un nuovissimo e modernissimo sistema digitale che permette, tra l’altro, di vedere anche film in 3D. Già all’epoca era emerso un sentimento non troppo entusiasta da parte di Marinella, in quanto modernizzare il cinema non era stata impresa semplice dato lo scarso aiuto ricevuto da parte delle varie organizzazioni di paese.

Questa volta ci incontriamo direttamente al cinema, mentre il commovente e ironico film d’animazione “Alla ricerca di Dory” viene proiettato nella sala a fianco. Voglio parlare con lei della storia del cinema, i suoi successi e i traguardi raggiunti, ma Marinella non è desiderosa di fare questa intervista, non perché non ami parlare del suo cinema, ma perché sono ben poche le cose belle che le sono rimaste da dire.

Mi racconta che il cinema è stato aperto per la prima volta nel 1911 dai suoi nonni ed è poi passato nelle mani dei suoi genitori. Marinella è cresciuta nel cinema, tra bobine, grandi attori, pop corn e matrici di biglietti. Oltretutto i suoi genitori, da veri appassionati, avevano negli anni anche gestito i cinema di Pratovecchio, Stia e Poppi, che però purtroppo non è stato possibile mantenere aperti per carenza di pubblico. Quello di Soci, invece, è rimasto attivo e funzionante, tra alti e bassi, tra rinnovi e modernizzazioni.

La prima avvenne negli anni Cinquanta, quando i genitori di Marinella ampliarono la sala aggiungendo il piano superiore per gli spettatori. Nel 2008 sono state cambiate le poltroncine, lo scorso anno è stato installato il sistema digitale e recentemente è stato anche ristrutturato l’atrio con nuovi colori, schermi e quadri di storiche immagini del cinema italiano e internazionale.

Insomma, una grande cura dei particolari e attenzione ai nuovi sistemi tecnologici, cercando di non far mai mancare niente al pubblico casentinese. Quando macchinari o arredamento si sono dimostrati obsoleti, sono stati sostituiti immediatamente. Il cinema si tiene attivo sulla pagina Facebook “Cinemaitaliasoci Digitaletred” mostrando sempre film proiettati ed orari. Durante alcuni fine settimana, oltretutto, cerca di proiettare due film ad orari diversi, magari un film d’animazione ed uno invece più “per adulti” in modo da accontentare il maggior numero possibile di persone.

Per non parlare del costo del biglietto. Da sempre esso è di soli 7 euro, addirittura meno per i bambini piccoli.

Allora perché noto questo amaro, questa delusione negli occhi di Marinella? Il motivo è presto spiegato: lei si sente sola. Si sente lasciata in disparte dal comune, dalle associazioni e dagli stessi casentinesi. Quando c’è stato bisogno di un aiuto monetario per permettere al cinema di rinnovarsi e mantenersi in vita, Marinella ha trovato solo porte chiuse.

Le spese sono ingenti, tra manutenzione ordinaria e straordinaria il cinema costa all’incirca 5000 euro all’anno, e da queste spese non si può sfuggire. Marinella fa del suo meglio per venire incontro al pubblico: cerca di adeguare gli orari delle proiezioni a quelli suggeritogli dai suoi clienti, porta film che i suoi compaesani le richiedono, spesso le capita di far pagare il biglietto ridotto anche a bambini un po’ più grandi, offre alle mamme che hanno accompagnato i loro piccoli di vedere gratuitamente il film, piuttosto che stare ad aspettare i figli fuori.

Ma ciò che conta è in realtà tutto ciò che Marinella vorrebbe fare: creare delle convenzioni che permettano agli studenti di entrare al cinema con un biglietto ridotto, aiutare le famiglie con difficoltà economiche, creare eventi particolari insieme a qualunque tipo di associazione. Addirittura proporrebbe di organizzarsi insieme ai ristoranti del paese, per permettere a gruppi di persone che si ritrovano in amicizia di passare una bella serata al ristorante e poi al cinema pagando un prezzo irrisorio. Era addirittura disposta a creare dei camerini sul retro del cinema in modo da permettere a scuole di danza e compagnie teatrali di esibirsi nel suo locale. Questo però non è più possibile, in moltissimi adesso si spostano a Bibbiena per questo genere di eventi.

Marinella ha provato a chiedere al Comune di Bibbiena che fossero ridotte le tasse imposte al cinema, in modo da permetterle di investire i soldi risparmiati proprio nel genere di convenzioni di cui abbiamo parlato prima (perché ci tiene a precisare: “Non ho mai chiesto di ricevere senza dare niente in cambio”), ma anche in questo caso nessuna porta aperta, nessuna possibilità di dialogo.

Quando ho chiesto a Mariella, come fa a sopravvivere questo cinema nonostante la presenza ad Arezzo del multisala, lei mi ha risposto: “Perché questo è il mio mondo, io non lo faccio come secondo lavoro, è la mia attività principale. E questo mi permette di dedicare a lui tutto il mio tempo. Amo questo posto, se sono stressata entro qui e mi rilasso. Adoro sentire gli “ooooh” o “aaaah” degli spettatori con gli occhi sgranati puntati allo schermo. Mi piace stare dietro, vedere i retroscena. Essendo uno degli esercenti storici d’Italia, le case cinematografiche hanno un occhio di riguardo per noi, potremmo anche andare al Festival del Cinema di Venezia passando sul tappeto rosso. Ma non lo farei mai, amo il cinema non per questo, ma per tutto ciò che c’è dietro.”

Anche attraverso questo articolo quindi Marinella vorrebbe rinnovare l’invito a tutti coloro che volessero usufruire del cinema per proiezioni particolari o eventi: un luogo chiuso, riscaldato, capiente, nel centro del paese non può che essere un vanto ed un orgoglio per Soci e il Casentino.

Ho fatto una domanda difficile a Marinella, una domanda che però sorge spontanea: alla fine dei conti, il cinema guadagna?

Marinella ha sospirato e guardando in basso ha risposto: “Non abbastanza. É un tesoro che potrebbe fruttare tantissimo al paese ed essere arricchito ogni anno, ma così non è possibile.”

La proprietaria pensa anche al futuro, pensa che i suoi figli vivono lontano e vorrebbe potersi dedicare ai nipoti, e vorrebbe sapere che il cinema rimarrà sempre in buone mani, in mani esperte che sappiano valorizzarlo e mantenerlo attivo e funzionante.

L’intervista si conclude con: “Non voglio più sentir dire che a Soci non c’è niente, a Soci c’è TUTTO, non dobbiamo farcelo portare via.”

(tratto da CASENTINO2000 | n. 275 | Ottobre 2016)

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