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martedì, 10 Settembre 2024

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Lupo… il suo nome è Gumpe

testo e foto di Andrea Barghi Goaskim – Una parola che suona bene… potrebbe essere un nickname di un compagno di scuola, di giochi, di furtarelli, di sballo… c’è perfino un mio amico carabiniere che l’ha adottato come vero e proprio nickname e lo usa sui social. Le lingue indoeuropee tendono ad avere molteplici parole per quest’animale, un indizio su quanto fosse abbondante e culturalmente importante nel passato. Sin dalla notte dei tempi se ne parla nelle mitologie di ogni popolo. Oggi gli anglosassoni lo chiama Wolf, i norvegesi Ulv, gli svedesi Varg, i finlandesi Susi, gli Ucraini Bobk, gli spagnoli Lobo e i francesi Loup… ma il nome atavico che porta con sé sin dalla notte dei tempi è Gumpe!

Ed è così che a noi piace chiamarlo. È il nome che i nativi del nord della Scandinavia, i Sami, che vivono oltre il Circolo Polare Artico, hanno dato al Lupo; l’antico e mitico predatore. Gli umani, da quando esiste il mondo, l’hanno sempre temuto, inventandosi le peggiori cose… fino a pochi anni fa era conosciuto come “Il Lupo Cattivo” e la fiaba di Cappuccetto Rosso, ne era l’esempio evidente, fino a che è stato scoperto che era una grossa bugia. Serviva per coprire un adulterio di una donna dell’alta società con il giardiniere di turno, conosciuto come “Il Lupo”, che fu ucciso. Forse chi ha capito subito che il Lupo Cattivo è buono è stato Walt Disney. Inventandosi Ezechiele, un lupo, che non riesce mai a realizzare i suoi propositi, e Lupetto, suo figlio, che direi vegetariano, poiché i suoi amici e compagni di giochi sono i tre porcellini, ha dimostrato, ridicolizzandolo che non c’è da averne paura. Un po’ come Willy il Coyote (Wile E. Coyote) e Beep Beep (Road Runner). Personaggi immaginari animati, creati da Chuck Jones e da Michael Maltese nel 1949, per la Warner Bros.

Tornando ai miti e alle leggende su Gumpe, scopriamo che l’uomo, questo terribile animale, l’ha sempre odiato perché in lui vedeva se stesso, dimenticandosi che Gumpe è Leale, non sopraffà i suoi simili per potere, non li rende schiavi né tantomeno fa loro la guerra, ma la sua società è meritocratica, una parola dimenticata tra gli esseri umani. Storie e leggende riempiono milioni di libri sulle sue gesta, e raramente gli danno il giusto valore. In Europa lo abbiamo odiato per anni, inventandoci di tutto: in Italia dicevamo… mangia i bambini, ha lo stomaco con un solo budello e può mangiare una mucca intera (dal libro “Dalla parte del Lupo”, del biologo e scrittore Luigi Boitani). Oggi invece tutti amano il lupo e appena vedono una foto con una lupa che tiene in bocca un suo cucciolo, diventano esperti e sono pronti a spiegarti che “in bocca al Lupo” porta bene e guai a chi dice, crepi!

Ipocrisia? Chissà, l’animo umano è insondabile e non sempre c’è da credergli. Osserviamo bene queste foto. Guardate il volto e, soprattutto, gli occhi di mamma Lupa, mentre tiene in bocca il suo cucciolo per portarlo in un luogo ancora più sicuro. Ammirate con che tenerezza e dolcezza lo fa. Come ogni mamma, anche umana, esprime amore per i propri figli. Chi ha coraggio nel dire che il lupo è cattivo è perché in lui risiede un animo crudele. La foto del giovane lupo realizzata al crepuscolo mostra un animale mansueto e non il feroce assassino di pecore e agnelli, o di renne, nel caso della Lapponia. Certo quando sbadiglia, mette paura. È una paura che l’umano ha da sempre del mondo e dei propri simili… e sfido chiunque a non pensare all’ipocrita storia di Cappuccetto Rosso quando alla nonna le dice: che bocca grande che hai?

Le foto riprendono il Lupo scandinavo che può arrivare a un peso corporeo di 80 chili, contro i 25 del nostro “lupetto”. Vi lascio a meditare su quanto scritto augurandovi in lingua sami un caloroso “I Nyalbmi Gumpe”. Il nostro In bocca al lupo. Viva il Lupo!

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