Il Coordinamento delle RSU delle Province Toscane, riunitosi a Lucca per esaminare la complessa situazione politica e sindacale, alla luce delle proposte fino oggi circolate esprime in primo luogo una forte preoccupazione per le conseguenze che i provvedimenti di Spending review e di riordino delle Province comportano sia per la vita democratica e sociale di questo Paese che per i lavoratori dell’ente.
Come da molte parti rimarcato, subiamo un riordino incoerente sia nei tempi che nei contenuti, su cui il dibattito politico ha prodotto finora esiti deludenti, incapace di ascoltare i cittadini e i dipendenti quindi di far chiarezza. Paiono infatti più importanti diatribe estemporanee sui capoluoghi piuttosto che la effettiva riorganizzazione dei servizi erogati dalla Province compreso dei lavoratori che li erogano.
Le RSU delle Province Toscane individuano il rischio di pesanti conseguenze in termini di posti e condizioni di lavoro, contrabbandate come riduzione dei costi della politica.
Mentre il Governo quantifica in 24.000 unità il taglio degli organici nello Stato e negli Enti Locali, si parla per il personale di ruolo, in modo sommesso e confuso, di un processo di messa in disponibilità (max 24 mesi al 60% della retribuzione reale) o in mobilità anche a distanze consistenti. Il tutto mentre si promette una impossibile “Invarianza dei servizi ai cittadini”.
Le RSU delle Province Toscane
• Denunciano le difficoltà finora verificatesi nella individuazione di interlocutori politici e istituzionali in grado di recepire le istanze dei dipendenti e di elaborare proposte articolate e adeguate alla complessità della situazione al fine di garantire continuità nei servizi erogati dalle Province attuali.
• Ritengono imprescindibile difendere i livelli occupazionali, le retribuzioni e i diritti dei lavoratori pubblici e si impegnano da subito alla definizione di una piattaforma comune che si ponga come obiettivo primario definire concrete garanzie lavorative e retributive nelle nuove Province come in caso di mobilità verso altri Enti.
• Sollecitano le controparti istituzionali, Regione Consiglio Autonomie Locali, Comuni ed altri soggetti interessati ad uscire da ogni ambiguità sull’individuazione di eventuali esuberi e di indicare invece come si intende mantenere e valorizzare le professionalità dei dipendenti provinciali rispetto alle ipotesi di possibile riorganizzazione dei servizi.
• Si impegnano a segnalare prontamente ai cittadini qualsiasi riduzione, soppressione o privatizzazione dei servizi attualmente erogati dalla Provincia, pensando che la struttura dei servizi non debba essere accentrata e distante ma policentrica e decentrata, in quanto assai meno costosa per la collettività
• Chiedono alla Regione Toscana l’apertura immediata di un confronto, che coinvolga le OO. SS. e le RSU dei lavoratori degli enti coinvolti, sulle competenze e deleghe che intende riassumere e/o conferire al fine di definire prioritariamente i compiti e le funzioni anziché i confini e gli ambiti di aggregazione.
• Poiché in questi anni l’erogazione di vari servizi delle Province si è avvalsa anche dell’apporto e del supporto di personale esterno o di appalti che hanno visto impegnati lavoratori precari con varie tipologie contrattuali, auspicano/chiedono che nella futura contrattazione complessiva si tenga conto delle rivendicazioni dei lavoratori precari e degli appalti mediante opportune garanzie di mantenimento dei posti di lavoro e anche attraverso clausole “sociali” da inserire nei successivi bandi di appalto, al fine di non disperdere un patrimonio pluriennale di professionalità .
Il Coordinamento delle RSU delle Province Toscane