fbpx
8.9 C
Casentino
venerdì, 3 Maggio 2024

I più letti

Poppi, addio ai frati cappuccini

di Marco Alterini – Abbiamo detto tante volte che, con i tempi che cambiano velocemente e con il conseguente mutare della società, si perdono delle realtà che sembravano invulnerabili al passare degli anni, perché appartenendo alla nostra storia, come a quella dei nostri padri e dei nostri nonni, eravamo convinti che sarebbero appartenute anche ai tempi futuri. Mi riferisco al convento dei frati cappuccini di Ponte a Poppi, che chiuderà verso la metà del mese di settembre di quest’anno, come deciso dal Consiglio dei superiori cappuccini a Firenze, presso il convento di Montughi, presieduto dal padre provinciale, secondo l’antica dicitura latina, dei cappuccini toscani.

Purtroppo non è l’unico convento che chiude, ma, sempre nello stesso periodo, chiuderanno anche i conventi di Borgo S. Lorenzo, Montepulciano, Siena e Lucca. I frati cappuccini si insediano a Poppi nel lontano 1500 in una località che ancora oggi si chiama Colle Dell’Ascensione dal titolo della loro chiesa. Questo colle, che era brullo e arido, fu trasformato, grazie al lavoro ostinato dei frati e alla loro dedizione nel togliere le pietre e nel concimare, in quel terreno fertile e ricco di vegetazione come lo vediamo ancora oggi, riscuotendo l’ammirazione degli abitanti dell’antica Poppi. In questo luogo fu edificato un piccolo e spartano convento, secondo lo stile cappuccino, grazie anche al lascito testamentario di un nobile di Poppi, Torello Lapini, che non aveva figli ed è seppellito, con altare dedicato, nel braccio destro del transetto della badia di S. Fedele a Poppi.

Dopo le soppressioni napoleoniche di fine ‘700 e quelle successive dello Stato italiano del 1865 il convento non fu riscattato, nel frattempo era sorto, sempre in quel luogo, il grande edificio della scuola superiore dei Gesuiti, divenuto poi, quasi fino ai giorni nostri, casa di riposo. I cappuccini, invece, ci tenevano ad avere un convento in pianura dove ospitare un seminario, che con la costruzione dell’odierno convento di Ponte a Poppi, in zona Certomondo, divenne, agli inizi del 900, il più importante seminario della loro “provincia toscana”.

Già da molti anni il seminario non esiste più e successivamente, per un periodo non molto lungo, il convento ha ospitato al suo interno un’associazione che si occupava del recupero di giovani problematici, attualmente un ‘area del convento è stata affidata ad un’associazione sportiva di MTB. Ultimamente i pochi ed anziani frati cappuccini rimasti hanno svolto funzioni religiose, per lo più festive, in aiuto delle diocesi di Arezzo e Fiesole, essendo il convento nel loro confine. Per la diocesi di Fiesole hanno svolto la funzione di parroco per la frazione di Porrena, mentre, per la diocesi di Arezzo, hanno svolto la stessa funzione per Moggiona. Senza dimenticare la messa festiva tenuta ogni settimana al convento e le visite frequenti, con rosario settimanale, nella vicina RSA. I frati cappuccini sono purtroppo in diminuzione in Italia e in Europa, mentre sono in notevole crescita in Africa e Asia, mantenendosi in numero stabile nelle Americhe. Mantengono una loro particolare presenza nelle aree più povere dove esercitano un ruolo ed un apostolato che va reinterpretando la loro tradizione di dedizione missionaria.

Venerdì 16 giugno è stata celebrata nella chiesa del convento, che è dedicata al Sacro Cuore, una S. Messa per la festa, appunto, del Sacro Cuore, tenuta dai due vescovi di Arezzo e Fiesole e concelebrata da tutto il clero in servizio nel Casentino, un evento che ha avuto il sapore di una funzione di addio. Da ricordare che nel convento di Poppi si è formata nel tempo ed è sempre stata preziosa la presenza di laici francescani secolari, prima chiamati terzo ordine francescano, saranno loro ad occuparsi del convento nel primo periodo dopo l’uscita dei frati, fino che non sarà trovata una nuova sistemazione per questa storica struttura, a Montevarchi, per esempio, è stato concesso l’uso dell’ex convento all’associazione “Nuovi Orizzonti”. I laici faranno questo aiutati anche dai volontari amici del convento che hanno condiviso le numerose iniziative che, negli anni trascorsi, si sono tenute in questo luogo. Saranno sempre queste persone devote a mantenere in vita, a Poppi, quei valori tramandati dall’ordine dei cappuccini. Come non ricordare le messe cantate la notte di Natale, col grande falò all’aperto, che trovavamo acceso all’uscita della messa, con la somministrazione del vin brulè, che ci scaldava insieme al fuoco, prima di visitare l’attiguo presepe animato.

Per quanto riguarda chi scrive, non posso che provare tristezza per la chiusura del convento. Mi ricordo da ragazzo, quando c’era ancora il seminario, con la presenza di tanti giovani, dove si formavano i nuovi frati e parroci e dove molte famiglie, che non avevano possibilità, mandavano lì a studiare i propri figli, che poi, non necessariamente, avrebbero indossato l’abito talare. Noi, ragazzi di Poppi, andavamo spesso al convento per usufruire del bel campo di calcio lì presente, dove giocavamo, anche insieme ai ragazzi del seminario, cruente e belle partite, alle quali partecipavano, spesso, gli stessi frati più giovani. Da più grande, quando frequentavo le superiori, ho anche preso, presso i frati insegnanti del seminario, ripetizioni di latino, inglese e matematica e ricordo, con nostalgia, che, insieme alle materie scolastiche, ho assorbito, in questo luogo, quei valori che hanno contribuito a farmi divenire un uomo.

Ognuno di noi quando diviene adulto fa le sue scelte, non necessariamente sarà credente, ma certi valori che assorbiamo in questi luoghi, i valori della fratellanza, del rispetto reciproco, di quello che è bene e di quello che è male, di quello che è giusto e di quello che non lo è, sono valori positivi che ci aiutano a vivere meglio ed a costruire un mondo migliore, quindi, quando perdiamo realtà come il convento dei cappuccini di Poppi, dovremo domandarci se questa modernità sempre più incalzante, tecnologica, secolarizzata e materialista ci sta veramente portando verso un futuro migliore, forse sarebbe il caso di fermarsi, anche solo per un attimo, a riflettere.

Ultimi articoli