di Fabio Bertelli – Tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo millennio è giunta dal Giappone una nuova moda, quella dei giochi di carte. Chiunque abbia vissuto la propria infanzia o adolescenza in questi ultimi trenta anni ha sicuramente avuto modo di entrare in contatto con questo mondo.
Uno dei bambini ad aver “subito” questo fascino è senza dubbio Luca Ferrini. Classe 1996, Luca ha 28 anni e non ha mai nascosto questa sua grande passione, tanto da farla diventare un vero e proprio lavoro, grazie all’apertura del suo negozio a Bibbiena. Incuriositi, siamo andati ad incontrare questo ragazzo per farci raccontare meglio come è stato capace di coniugare il suo amore per le carte con il mondo imprenditoriale.
Ci racconti come nasce questa passione? «Sin da piccolo, come la maggior parte dei bambini della mia generazione, ho nutrito un amore incondizionato per i fumetti, i videogiochi e le carte. Quest’ultime, in particolare, mi hanno sempre affascinato. Tuttavia, ad essere sincero, c’è stato un periodo in cui ho abbandonato, per poi tornare alla carica all’incirca due anni fa. L’idea di fare di questa mio amore un qualcosa di più ha iniziato a venire fuori proprio in quel momento».
Ci parli del tuo lavoro? «Dopo un duro sforzo, non ancora terminato, sono riuscito ad aprire il mio negozio circa tre mesi fa. Si chiama Fertacardstore. Per il momento è un piccolo esercizio, situato a Bibbiena. Al suo interno è possibile trovare ed acquistare box o pacchetti di carte da gioco, da Pokemon a Yu gi oh, da One Piece a Magic. Tuttavia, il lavoro non è terminato. Ho in programma un ampliamento dello spazio. La mia volontà è quella di creare una sala con tavoli e casse dove poter organizzare tornei ufficiali e altri eventi, in quanto so che molti appassionati della vallata casentinese sono costretti a muoversi verso Arezzo o Firenze per prendere parte a questo tipo di manifestazioni. Un altro progetto che ha già iniziato a prendere piede e sul quale punto particolarmente riguarda la compravendita di carte singole. Chiunque voglia può venire direttamente in negozio a portare le proprie carte ed ottenere una valutazione su quello che è il suo valore. Infatti, molte persone fanno delle carte da gioco dei veri e propri oggetti da collezione. L’obiettivo sarebbe in futuro quello di allestire una vetrina completamente dedicata a carte singole che possano attirare la curiosità dei clienti per la loro rarità. Oltre al punto vendita fisico, c’è la possibilità di acquistare questi prodotti attraverso lo shop online, visualizzabile attraverso una ricerca sul web o sui social (Instagram e Facebook). Ciò mi permette di spedire articoli in tutta Italia ed entrare in contatto con una gamma di clienti diversa da quella che è solita frequentare il negozio».
Quali sono gli articoli che vendi maggiormente? «Oltre alle carte, coloro che comprano dal mio negozio sono interessati anche alle bustine che servono per la loro conservazione. Una particolarità a cui tengo particolarmente riguarda la vendita di carte in lingua giapponese e coreana. Queste vengono comprate principalmente nello shop online, ma mi auguro che presto questo tipo di articoli possano iniziare ad essere venduti anche fisicamente».
Qual è il tipo di clientela che frequenta il tuo negozio? «Per quanto riguarda il negozio fisico, la clientela è vasta e si divide essenzialmente in tre categorie: ci sono gli appassionati, che comprano articoli per collezionarli o per partecipare a dei tornei. Questi solitamente sono ragazzi che sono cresciuti con questa passione e l’hanno mantenuta nel tempo; dopodiché ci sono coloro che hanno un primo approccio al mondo delle carte e, solitamente, comprano degli “starter deck” per iniziare a giocare; infine, ci sono i genitori che vengono a compare articoli per i propri figli. Spostandoci sullo shop online, sono essenzialmente persone che già conoscono ciò che si trovano di fronte e sono alla ricerca di qualcosa di particolare che possano ritenere utile ed interessante».
Credenza comune vuole che questo tipo di giochi di carte sia considerato solo per bambini. Confermiamo o sdoganiamo questo mito? «Mi sento di sdoganare questo falso mito per tutta una serie di ragioni che cercherò di riassumere il più rapidamente possibile. Se è innegabile che per molti il primo approccio con questo mondo avvenga durante la fanciullezza o l’adolescenza, ciò non significa che poi vada a limitarsi a quelle età. In primis, voglio sottolineare come vi sono diversi giochi di carte con dei regolamenti piuttosto complicati, tanto che i bambini non sarebbero in grado di giocarci. Ciò che, poi, va a sdoganare definitivamente questa tesi è l’immenso mercato di collezionisti che c’è dietro questo mondo. Ritengo opportuno citare un esempio per rendere chiara la questione. La carta dei Pokemon più costosa al mondo è un “Pikachu Illustrator” gradato 10 (la massima valutazione per quanto riguarda lo stato di conservazione della carta). Questo oggetto di collezione è stato acquistato da Logan Paul nel luglio del 2021 alla modica cifra di cinque milioni di euro. Questo fatto da solo basterebbe per rinnegare la tesi di partenza. La conservazione delle carte e la lungimiranza nel poter capire quali carte in futuro potranno avere un valore (per esempio in base all’edizione di queste) non sono, certo, competenze che può possedere un bambino. È sbagliato catalogare i giochi di carte come qualcosa solo per i bambini, così come non è giusto ritenere che lo spirito collezionista sia più importante di quello ludico. Come molto spesso avviene, anche in questo caso, è giusto considerare che possano esservi diverse sfaccettature di una solita questione».
Una curiosità finale: quali sono le carte che ti piacciono di più? Perché? «In realtà sono appassionato di qualsiasi tipo di carte, dalle più storiche a quelle più recenti. Però, se dovessi fare una scelta ed indicare una tipologia preferita probabilmente verterei sulle carte dei Pokemon, in quanto mi hanno accompagnato nella crescita e per questi ci sono molto affezionato».
Grazie e auguri per la tua attività e per tutti i tuoi progetti futuri! «Grazie a voi».
Ringraziando nuovamente Luca per la sua disponibilità e augurandogli il meglio per il proseguo della sua attività, non possiamo far altro che rivolgerci a noi stessi e guardare dentro di noi. Seguire le nostre passioni, per tutti, deve essere un punto cardine della nostra esistenza. Storie come queste devono, infatti, farci prendere consapevolezza che niente è impossibile, se affrontato con la giusta volontà e voglia di fare. Questo è stato il filo conduttore di Luca che ha fatto della sua passione il suo lavoro. D’altronde è sempre valido ed attuale l’insegnamento del filosofo cinese Confucio: «Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita».