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lunedì, 9 Dicembre 2024

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Vacanze in tempo di crisi

di Lara Vannini – Un viaggio in Spagna permette di toccare con mano la situazione difficile che anche lì si vive. Così anche la spiaggia diventa per stranieri. Costa Brava, Catalogna, Spagna. Una delle attrazioni estive più ambite per chi vuole concedersi una pausa di puro divertimento, sinonimo da sempre di relax e allegria. Questa costa, in molti punti ancora rocciosa e frastagliata, alterna insenature selvagge a picco sul mare come la Playa di S. Cristina a località più moderne e lineari come la famosissima Llorett de Mar.
In qualsiasi località della Costa Brava arrivare in spiaggia a ferragosto è come per noi casentinesi cercare un parcheggio a Bibbiena per la fiera del 21, un gran caos! La spiaggia è gremita di gente, i negozi sono gremiti di gente, le strade sono un viavai continuo di colori e musica proveniente dai vari locali. Dai tatuaggi ai pearcing, dai casinò alle discoteche l’unico imperativo è spendere. Ad ogni ora è possibile mangiare “tapas” (spuntino spezzafame), bere chupiti e fare shopping… ma sarà stato per tutti un agosto di puro divertimento sfrenato?
Sedici agosto, stessa spiaggia, stesso mare ma la metà della gente, così il giorno dopo e quelli a seguire fino alla domenica. Poi, le spiagge meno turistiche e più note solo agli spagnoli, nel mese di agosto si sono ripopolate solo il fine settimana. Cosa sarà successo?

Parlando con alcuni negozianti i cui esercizi commerciali sono situati sul lungomare di Tossa de mar, poco distante da Llorett, considerazioni empiriche e forse un po’ superficiali hanno trovato una chiara spiegazione: anche la regione autonoma della Catalogna, secondo territorio più ricco della Spagna è caduta in piena crisi economica tanto da aver chiesto un aiuto di salvataggio allo Stato. Come ha ammesso nel mese di agosto il portavoce del governo catalano Francesc Homs, senza un aiuto economico potranno essere messi a dura prova servizi sanitari, sociali e scolastici.
Che la Spagna fosse in crisi non è una novità ma vedere l’andamento del turismo con i propri occhi è un’altra cosa. In realtà quest’anno il turismo in Catalogna ha avuto un andamento anomalo: se da una parte la crisi sta pesando duramente sulle tasche degli spagnoli e quindi ha fatto crollare a picco il budget destinato alle spese di tipo ricreativo, dall’altra, a differenza dell’Italia, il turismo estero non ha ceduto, e anzi ha avuto un trend positivo riscontrabile dall’affollamento delle spiagge e delle strutture alberghiere. Da un’analisi comparativa dell’Istituto italiano Piepoli per la Confturismo-Confcommercio, l’Italia a differenza della Spagna è stata giudicata un paese più elitario e disorganizzato, meno accessibile economicamente per svaghi e divertimento.

La Catalogna quest’anno non si è solo distinta per il suo turismo stagionale ma anche per acquirenti esteri interessati al mercato immobiliare: i russi. Non i classici magnati del passato bensì acquirenti provenienti dal ceto medio, interessati ad una casa per vacanze o, perché no, a trasferirsi definitivamente in aree ben più miti e temperate.
Da Blanes a Lorett de Mar è un susseguirsi continuo di ville candide a picco sul mare che per i palmenti e la rigogliosa vegetazione, ricordano molto le ricche cittadine della vicina costa nord-africana come il litorale cartaginese. Queste ville spesso vengono acquistate da famiglie russe che decidono di fare vantaggiosi investimenti in Europa. Chi quest’anno ha scelto la Catalogna per le proprie vacanze estive avrà sicuramente notato un grande contrasto, tra le aree turistiche affollate e popolate da stranieri e località balneari indigene dove il mare è diventato un “lusso della domenica”.
Anche Barcellona ha mostrato lo stesso evidente contrasto tra la Rambla de Catalunya, il viale dei negozi e del turismo sfrenato e la parallela Rambla del Raval nel quartiere multietnico di Barrio Xino che nonostante i piani di riqualificazione urbanistica fa fatica a “sbocciare”.
Fortuna vuole che in Spagna, a differenza di molte aree costiere italiane, la spiaggia è libera e dotata di vantaggiosi servizi soprattutto per i disabili come bagni pubblici o carrozzine da spiaggia. Così ogni momento si trasforma in una occasione per sfuggire dalla calura estiva e per un giorno da una crisi economica che, ancora per molto tempo, ci farà sentire i propri devastanti effetti.

1. Particolare del degrado della Rambla del Raval
2. Rambla de Santa Monica, la più turistica, piena di negozi e in uno dei quartieri più ricchi di Barcellona
3. Spiaggia di Llorett de Mar fotografata in un luogo meno turistico e più selvaggio
4. Rambla del quartiere del Raval praticamente vuota. E’ il quartiere di Barrio Xino che cito nell’articolo quello in via di sviluppo fra i più poveri di Barcellona. Interessante il contrasto con la foto 2 della Rambla Santa Monica a pochi passi dalla Rambla Raval
5. Striscione di porotesta contro il degrado del quartiere Barrio Xino

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