di Federica Andretta – Curt Sachs diceva che «la danza è la madre di tutte le arti. La musica e la poesia esistono nel tempo; la pittura e l’architettura nello spazio. Ma la danza vive contemporaneamente nel tempo e nello spazio. Prima di affidare le sue emozioni alla pietra, al suono, l’uomo si serve del suo corpo per organizzare lo spazio e ritmare il tempo».
Martina Castelli, laureata in Scienze Motorie, è insegnante di danza e protagonista del nostro servizio di questo mese. Dagli inizi come ballerina al suo attuale percorso lavorativo nel mondo della danza ed infine le prospettive per il futuro.
Martina, sei un’insegnante di danza. Come nasce questa tua passione? «Ho iniziato a ballare fin da piccola. Ho sempre ballato e mi è sempre piaciuto ballare poi pian pianino sono entrata nel mondo dell’insegnamento. Ho seguito vari corsi per conseguire tutti gli attestati necessari. Ho cominciato ad insegnare partendo dalle bambine e poi sono arrivata al moderno; successivamente, mi sono specializzata nella danza aerea e nella pole dance».
Da quanto tempo svolgi questa professione? «Ho iniziato ad insegnare nel 2015/2016, in primis nella scuola in cui sono cresciuta e dove tuttora continuo ad insegnare, ovvero a Soci alla Two Pas Dance dove la mia grande insegnante mi ha dato questa opportunità. Poi tre anni fa ho deciso di aprire una mia scuola a Subbiano, la Live Love Dance, senza lasciare la scuola dove sono cresciuta, quindi continuo in entrambi i luoghi ad insegnare e a divertirmi con le mie allieve. Infatti, mantengo sia Soci come dipendente-insegnante sia Subbiano come direttrice artistica. Le due scuole sono molto simili, entrambe improntate sulla tecnica, sulla salute e sul benessere di tutte le allieve».
Quali sono state e saranno le iniziative di questo 2024? «Le iniziative di quest’anno sono tantissime, come sempre. Abbiamo iniziato due anni fa con una coppia di ragazze (quelle che mi seguono appunto dal 2015) ad intraprendere questo percorso di gare. È una cosa che ci è piaciuta veramente tanto e ci ha dato energia; quindi, abbiamo deciso di estenderla alle altre ballerine più grandi della scuola, ma anche alle più piccoline proprio come esperienza e lavoro. Momentaneamente abbiamo partecipato alle Regionali dove sono passate tantissime delle mie allieve e di questo sono davvero contenta e fiera! Vuol dire che il lavoro che svolgiamo insieme è veramente importante. A breve, ossia a fine mese, si terranno i saggi di danza sia della scuola di Soci sia di quella di Subbiano. Li faremo al Teatro di Stia e due settimane dopo parteciperemo alle Nazionali di danza aerea a Roma, per cui ci stiamo già adoperando per creare tutte le coreografie, lezioni private, eccetera e poi da lì vediamo. Incrociando le dita, speriamo di proseguire quindi allo step successivo rappresentato dalla “Coppa Italia” per poi dopo andare anche ai Mondiali; già due volte due delle mie ragazze ci sono arrivate e hanno vinto il cerchio in coppia».
Quali sono i vostri progetti per il futuro? «I progetti futuri sono immensi. Abbiamo dei progetti grandi, dei sogni che sono il punto più bello da cui partire. Ecco, mi piace pensarla così, mi piace pensare che c’è sempre un obiettivo, uno scalino più alto e non vedo piano, piano l’ora di realizzare tutti i miei progetti!».
Com’è stato gestire la scuola durante il periodo Covid? «Durante il Covid è stato veramente difficile per il fatto che soprattutto le ragazze impegnate nelle gare non potevano fermarsi quindi abbiamo dovuto adoperarci tramite piattaforme e quindi predisporre lezioni online, ma tutto ciò ovviamente non è stata la solita cosa. Poi fortunatamente hanno dato la possibilità a coloro che praticavano attività agonistica di trovarsi in numero ridotto indossando le mascherine. Tuttavia, sono stati anni veramente difficili, senza dubbio, dove è stata riscontrata una regressione sia di tecnica sia di esperienza, sia proprio di scuola. Non appena ci hanno ridato il via siamo ripartite subito cariche e adesso quel periodo è soltanto un ricordo lontano».
Secondo Carla Fracci, «la danza è una carriera misteriosa, che rappresenta un mondo imprevedibile ed imprendibile. Le qualità necessarie sono tante. Non basta soltanto il talento, è necessario affiancare alla grande vocazione, la tenacia, la detminazione, la disciplina, la costanza». Quali sono per te gli ingredienti fondamentali per essere un bravo ballerino e una brava ballerina? «Per essere un ballerino, una ballerina, al 90% abbiamo quasi tutte femmine, ci vuole tanta passione, tanta voglia e tanto sacrificio; occorre saper essere determinati e avere un obiettivo in testa. C’è anche chi lo fa così per fare qualcosa durante la propria giornata, ma se si vuole raggiungere degli obiettivi, bisogna essere veramente decisi, quadrati su quella posizione e lottare, lottare con determinazione, fino a che non si raggiunge la meta».
Quanti riescono ad emergere e a sfondare nel mondo della danza? «Il mondo della danza è un mondo molto particolare, soprattutto in Italia. Diciamo che ci sono altri sport emergenti nel nostro Paese benché, la danza sia uno di quelli più praticati dalle bambine, dalle ragazze, però purtroppo non è riconosciuta al 100% come sport bensì come disciplina a livello di danza classica, moderna e hip hop. Ora da febbraio di quest’anno fortunatamente la pole dance e la danza aerea sono state riconosciute come danze sportive quindi considerate come sport visto che sono più fisiche; richiedono un po’ più di forza rispetto a una danza normale che viene ancora definita come “disciplina”. Addirittura, la pole dance è nelle richieste per entrare alle Olimpiadi quindi non aspettiamo altro, perché quello, ecco, vorrebbe dire poter veramente fare qualcosa e a tutti gli effetti essere riconosciuta come sport. Momentaneamente in Italia è un mondo un po’ a parte lasciato a sé, in grado però di dare veramente tante soddisfazioni e chi lo segue sa quanto sia bello!»