Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale di Castel Focognano del 25 luglio scorso l’assemblea ha deliberato la mozione presentata dall’Assessore Christian Gambineri sul tema dello “Ius Soli”. Lo “Ius soli” è un’espressione giuridica che indica l’acquisizione della cittadinanza di un dato Paese come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul suo territorio, a prescindere dalla cittadinanza dei genitori. Questo si contrappone allo “ius sanguinis” o “diritto del sangue” che indica invece la trasmissione alla prole della cittadinanza del genitore.
Castel Focognano è il primo Comune del Casentino a manifestare la propria sensibilità verso tutti i bambini, anche se figli di immigrati stranieri, precorrendo quindi i tempi con un gesto simbolico ma concreto ed esprimendo forte volontà di inclusione e coesione sociale. La Mozione prevede infatti di conferire la cittadinanza onoraria a tutti i neonati di Castel Focognano a prescindere dallo status dei loro genitori, al pari di ogni bambino registrato all’ufficio dello Stato Civile del Comune.
«L’aspetto più importante di questa iniziativa è quello di creare una spinta dal basso per sollecitare il legislatore a fare una legge in merito – spiega Gambineri – Molti Comuni si stanno muovendo in questo senso e lo stesso Presidente dell’ANCI Piero Fassino ha sollecitato i Comuni italiani a muoversi in questa direzione. Ben presto anche il Sindaco di un altro Comune seguirà questa linea e spero che anche gli altri Comuni del Casentino si impegnino in tal senso». Iniziative simili si stanno moltiplicando a macchia di leopardo e sia il Premier Renzi sia il Presidente Napolitano hanno ribadito in più di un’occasione la necessità di una legge sullo “ius soli”.
«È necessario affrontare il tema del diritto di cittadinanza, sul piano giuridico, riferendosi contemporaneamente alla realtà e all’esperienza di cittadinanza, di partecipazione e di convivenza» – prosegue Gambineri. La proposta di legge propone un principio culturale, prevedendo che i bambini che nascono in Italia da un genitore regolare o i bambini che arrivano dall’estero, ma frequentano un ciclo di studi, diventino cittadini italiani.
«Il nostro Paese è nato da differenze che hanno trovato un’unità e si sono riconosciute in valori comuni, dimostrando che le diversità insieme possono diventare una forza – si legge sulla proposta di Legge – Tutte le scoperte e le innovazioni nascono dal confronto tra culture diverse. Coloro che rispettano le leggi e lavorano nelle nostre città, cercano di costruire relazioni, amicizia e futuro per i propri figli in maniera onesta e volenterosa sono tutti cittadini benvenuti. Alla base della convivenza civile infatti non c’è un contratto tra due, ma un patto che riguarda tutti».
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