Per cercare di capire meglio la “singolare” candidatura dell’ex Sindaco di Bibbiena con Italia Viva di Renzi, abbiamo intervistato Luca Conticini, già vice sindaco della prima giunta Bernardini, ne prese le distanze con una rottura che fece molto rumore a Bibbiena e a seguito della quale molti, tra cui il Sindaco, lo criticarono aspramente.
Dopo esserne stato uno dei principali promotori, Lei lasciò “la lista Bernardini” sostenendo che nei fatti e contrariamente al volere degli elettori, vi fosse un sostanziale accordo tra il sindaco e la sinistra. «Non era necessaria la “sfera di cristallo” per capire ciò che stava avvenendo. Bastava osservare i comportamenti di Bernardini e dei suoi intimi per capire che la volontà di cambiamento all’origine dell’esperienza della lista civica a Bibbiena era esaurita. Fin dall’inizio del suo secondo mandato, Bernardini ha cercato di trovare spazio nella sinistra (solo i dirigenti locali e provinciali di Forza Italia non se ne erano accorti…): già allora era evidentissimo che il Sindaco fosse alla ricerca di una collocazione personale che gli consentisse di proseguire nel suo ruolo. Solo i negativi risultati dei referendum per l’unificazione dei comuni gli hanno impedito una nuova candidatura, costringendolo quindi ad uscire allo scoperto e a passare “armi e bagagli” nello schieramento di sinistra. La spiegazione della sua candidatura alle regionali credo sia banalmente, tristemente, tutta qui. Sul piano personale niente da dire: ognuno è libero di fare ciò che ritiene più opportuno. Su quello politico la questione è ben diversa: gli elettori non possono essere ingannati, non si chiede sostegno per combattere il potere della sinistra e poi se ne diviene strumento, non si mascherano le velleità personali – anche legittime – con il bene del territorio e lo spirito di servizio. Tuttavia ritengo che la domanda da porsi vada ben oltre la vicenda elettorale: perché Bernardini – alla ricerca di un suo personale ruolo pubblico – si è candidato con uno schieramento che, almeno stando ai sondaggi, non ha nessuna possibilità di farlo eleggere? Le vicende del passato e la spregiudicatezza dei comportamenti politici messi in atto negli ultimi anni portano ad escludere che si tratti di una “spinta ideale”. Siamo forse in presenza di una ulteriore “mossa” nello scacchiere della sinistra per aprirsi spazi al momento non dichiarati e sempre sulle spalle degli elettori?»
Ma Bernardini non è stato il promotore della compagine che si è contrapposta alle liste di sinistra e che, grazie all’elettorato moderato e di centro-destra ha espresso il Sindaco Vagnoli? «Bella domanda, solo Vagnoli potrà chiarire; è nel suo interesse fornire una risposta credibile. Per quanto mi riguarda, oramai da esterno, osservo che – al di là di una formale neutralità – la Giunta opera di fatto a sostegno della candidatura Bernardini. Il Sindaco Vagnoli, che è persona intelligente, sa che l’atteggiamento assunto in questa campagna elettorale avrà conseguenze per la sua amministrazione: è, ad esempio, evidente che gli elettori moderati e di centro-destra che lo hanno sostenuto massicciamente, non potranno continuare a farlo se la sua compagine non sarà capace di prendere le distanze da Bernardini. Peraltro, il voto all’ex sindaco Bernardini lo farebbe divenire il naturale candidato dello schieramento di sinistra alle prossime elezioni amministrative consacrandolo, agli occhi di tutti, come il vero “deus ex machina” dell’amministrazione comunale di Bibbiena. Vagnoli si trova a gestire una situazione difficile, ma sono certo che farà – anche se il tempo a sua disposizione è rimasto poco – la scelta giusta.»
Ma allora, secondo Lei, quale futuro attende questa vallata? «Ho più volte sostenuto che al Casentino è sempre mancato un peso politico significativo: l’isolamento che ha subito nel tempo nonostante che per moltissimi anni i partiti al governo della Regione e delle Amministrazioni locali fossero gli stessi, ne è la prova tangibile: mai si è sentito il beneficio di una politica di sviluppo stimolata e supportata dalla Giunta regionale, anzi il nostro territorio è sempre stato tagliato fuori dalle scelte più significative nonostante la presenza in giunta di qualche nostro conterraneo. Continuo a ritenere che il Comune unico fosse uno strumento utile per modificare questa situazione dando consistenza reale e alle esigenze di questo territorio. Purtroppo questo sogno è stato fatto naufragare da coloro che hanno preferito utilizzare le istituzioni per le proprie ambizioni personali. Mi auguro che si possa aprire una nuova stagione politica che veda la Regione a fianco del nostro territorio e spero che a rappresentarci ci sia una nuova classe politica all’altezza delle sfide future.»
Tra pochi giorni ci saranno le elezioni regionali, come giudica cosa sta succedendo? «Mi pare una campagna elettorale difficile non solo per le modalità in cui si sta svolgendo a causa della pandemia, ma soprattutto perché è caratterizzata da una forte “rissosità” all’interno degli schieramenti: nella sinistra, e soprattutto nel PD, è in atto una resa dei conti tra candidati che fa venir meno i contenuti; il centro-destra dovrà, invece, dimostrare di essere in grado di far emergere dal territorio persone veramente capaci di guidare un reale cambiamento. Ritengo che il collegio di Arezzo abbia la possibilità di esprimere 4 consiglieri regionali: due del PD, uno della Lega e, per la prima volta, uno di Fratelli d’Italia. Come ormai dimostrato dai risultati delle precedenti consultazioni, gli elettori non amano disperdere il loro voto: spero perciò che sappiano indirizzarsi su quei candidati del territorio che hanno concrete possibilità di essere eletti e che danno garanzia di voler lavorare veramente per il nostro Casentino. Solo così potremo sperare in un rilancio vero delle nostre comunità.»