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giovedì, 2 Maggio 2024

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Che cosa è il Bike Fit

di Giacomo Giovenali – Hai mai fatto un bike fit? Spesso noi atleti ci concentriamo nell’eseguire ore e ore di allenamento tralasciando a volte aspetti fondamentali della preparazione come per esempio il bike fit. Il bike fit in pratica è il vestito “tailor made” (su misura, ndr) tra voi e la vostra amata bici.

Solo grazie ad un corretto posizionamento (altezza sella, avanzamento o arretramento sella, altezza manubrio, distanza e dislivello sella/manubrio, lunghezza attacco manubrio, larghezza manubrio, lunghezza pedivelle, ecc….) riusciremo ad avere una guida più efficace e quindi le nostre performance miglioreranno ulteriormente massimizzando sia la potenza erogata che la resistenza (minor affaticamento muscolare) oltre ad rendere più piacevole e “comode” le uscite in bici riducendo notevolmente il rischio di infortuni e, non per ultimo, consentirci di correre in maniera appropriata. Sul mercato esistono diverse strumentazioni per eseguire un corretto bike fitting.

Noi in MTrainingLab abbiamo scelto di affidarci al meglio e quindi la nostra scelta non poteva non ricadere sul sistema di bike fit di RETÜL. Infatti grazie alla tecnologia motion capture 3D, vengono misurate con precisione ogni grado di movimento e millimetro di distanza così da determinare con estrema precisione un corretto posizionamento sulla propria bici. Dobbiamo fare molta attenzione (aspetto che naturalmente ogni fitter affronterà con chiarezza) all’utilizzo che dobbiamo fare con la bici con la quale stiamo effettuando il posizionamento. Infatti un posizionamento con una bici da cronometro con la quale dovremo fare un Ironman o 70.3 sarà diverso a parità di distanza se stiamo settando una bici da strada.

A sua volta sarà ulteriormente diverso se dovremo eseguire il bike fit su una bici con la quale faremo triathlon sprint e olimpici, dove essendo concessa la scia tra avversari, non dovremo assumere posizionamenti troppo “aggressive” (maggior dislivello sella/manubrio) oltre al fatto che i pads (poggia gomiti) saranno diversi se non assenti e la lunghezza delle prolunghe sarà maggiore nelle bici che utilizzeremo in gare Ironman o 70.3 o comunque “no draft”. Altro aspetto fondamentale su cui fare attenzione e che trova ulteriore beneficio nell’eseguire un corretto bike fit è conoscere lo storico dei propri infortuni o “fastidi” che si avvertono durante gli allenamenti.

Il primo aspetto da tenere in considerazione è la scelta di una corretta sella (larghezza) che sostenga adeguatamente il nostro corpo, evitando movimenti scorretti delle anche. Infatti è da qui che partono i vari problemi fisici e posizioni scorrette. Noi utilizziamo un sistema digitale di RETÜL, il Digital Seat Device, che rileva oltre 700 punti e quindi ci fornisce la corretta distanza tra le 2 ossa ischiatiche e di conseguenza possiamo suggerire all’atleta la misura corretta della sella. Altro problema a cui fare attenzione, oltre al corretto posizionamento delle tacchette, è il comportamento del piede sia in scarico che in carico (durante la fase di spinta). Può verificarsi che l’arco plantare “collassi” e che l’atleta abbia male alle piante dei piedi, problema che spesso viene risolto inserendo delle solette sostenitrici con archi più o meno pronunciati e in casi particolari, solette personalizzate. Per eseguire questa valutazione, in MTrainingLab ci avvaliamo del Digital Foot Device di RETÜL che ci permette di valutare il comportamento dei piedi del nostro atleta.

Questi due principali aspetti su cui porre molta attenzione (larghezza sella e comportamento dei piedi) posso essere la causa di infortuni alle ginocchia. Come recita un motto di RETÜL, “il ginocchio è la vittima, anca e piede sono le cause”. Salendo verso la parte superiore del corpo, un corretto bike fit eviterà problemi di infiammazioni classici per noi triatleti, come principalmente le infiammazione dei muscoli delle scapole, dei trapezi, del collo e in alcuni casi (per chi usa bici da cronometro) dei tricipiti.

Per chi usa bici da cronometro e quindi dovrà mantenere una determinata posizione è molto importante valutare anche un corretto angolo dell’anca nella fase massima di recupero (punto morto superiore). Accorgimento che ci consentirà di “respirare meglio” andando a non sacrificare in maniera eccessiva i muscoli dell’anca stessa, del gluteo, del quadricipite e degli ischiocrurali. Muscoli fondamentali per affrontare al meglio delle nostre potenzialità, la fase di successiva di podismo.

Come potete vedere sono molteplici gli aspetti fondamentali che possiamo ottenere grazie ad una corretta “messa in sella”. Come accade in molte occasioni, non per ultimo il lavoro di coach, anche nel bike fit, la differenza la fa la bravura e l’esperienza del fitter, che deve avvalersi si dei dati che il sistema gli suggerisce, ma deve saper capire “il fisico dell’atleta” che ha di fronte e interagire con lui così da cogliere le sue necessità e suggerirgli eventuali modifiche.

Per informazioni: info@mtraininglab.com https://mtraininglab.com/

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