Il caos nell’Unione dei Comuni Montani del Casentino è una degenerazione nata dall’annoso malgoverno PD tanto dell’ex Comunità Montana quanto delle singole istituzioni locali del comprensorio. Il Casentino da ieri è messo dinanzi all’estrema conseguenza cui va incontro la gestione della cosa pubblica se essa è lasciata al monopolio di un partito come il PD. Dopo quanto è avvenuto in seno al governo dell’Ente sovracomunale, d’ora innanzi e più di prima, ogni prospettiva è affidata al senso di responsabilità istituzionale incarnato dalla nostra opposizione in seno all’Unione dei Comuni Montani del Casentino.
Federico Dini e Francesco Macrì, a nome del coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia AN, vanno all’attacco della “penosa reazione dei maggiorenti del Partito Democratico spiazzati dall’azione intrapresa da Paolo Agostini – ora ex Presidente sfiduciato in favore del fedele Tellini – il quale stufo del “carrozzone” creato dal suo ex partito si è assunto in prima persona l’ònere di dire basta agli sprechi, con un atto di forza che per quanto sia stato istituzionalmente sopra le righe, è un atto che qualifichiamo giusto e motivato, essendo dalla parte dell’interesse generale e non di una nicchia di interessi” e si soffermano su quanto di più negativo questa vicenda proietta sull’opinione pubblica, come immagine delle Istituzioni e della Politica.
“L’opinione pubblica aretina, non limitatamente ai Casentinesi – sottolineano Macrì e Dini – è comprensibilmente sbigottita di sapere che in un piccolo Ente sovracomunale ammonta alla bellezza di 1 milione all’anno l’importo a carico dei contribuenti per 9 stipendi di altrettanti dipendenti, beneficiari di buste paga che definire d’oro appare quasi tragicomico in tempi come questi di riduzione drastica dei costi degli Enti territoriali. E’ comprensibile l’indignazione generale che suscita una vicenda come quella esplosa in seno all’ex Comunità Montana del Casentino da sempre monopolio targato PD. Mentre grazie a Renzi in tutta la Toscana centinaia su centinaia di dirigenti e impiegati pubblici delle Province sono nell’incertezza di essere ricollocati in una continuità occupazionale messa a rischio dalla soppressione di questi Enti intermedi e mentre in tutta Italia il lavoro dipendente, in particolare giovanile, è sempre di più tra l’incudine del job act e il martello delle coop, nell’Aretino, ex feudo della ministra Boschi, in un singolo ente montano si erogano buste paga da Mille e una notte. E’ scandaloso!”.
Fratelli d’Italia replica anche a chi, come la vicepresidente della Provincia di Arezzo “esterna l’indignazione tipica della casta ogni qual volta c’è qualcuno, come Paolo Agostini, che decide di rompere gli schemi” e sollecita “la maggioranza, che adesso ha nel fido Tellini il Presidente, a non fare orecchie da mercante dinanzi alla necessità indispensabile di porre in essere un processo di riorganizzazione dell’Ente che rappresenta la priorità condivisa innanzitutto dal personale dipendente dell’Ente stesso”.
“Come opposizione –conclude la nota a firma di Dini e Macrì, a nome del coordinamento provinciale di FdI – vigileremo affinchè ciò avvenga sin da subito e non indietreggeremo di un passo dal porre in prima istanza l’interesse generale e quello dei lavoratori della ex Comunità Montana, in maggioranza dipendenti abbandonati sia dai loro dirigenti dagli stipendi d’oro sia dalla politica PD”.
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