di Lara Vannini – Ricchezza e Povertà. Il progresso ancora oggi non è riuscito a dare una risposta esaustiva al superamento della povertà, ma soprattutto essa è ben radicata nei paesi cosiddetti sviluppati. Perchè l’uomo si trova ripetutamente a doversi scontrare con questi squilibri e come può districarsi in maniera obiettiva tra i concetti di superfluo e necessario?
Più di ‘800 anni fa quando ancora la società dei consumi non era neanche nella fantasia dei più eruditi, Francesco di Bernardone mercante di Assisi, ad un certo punto della propria esistenza sentì la necessità impellente di riflettere sulla propria condizione di benessere, sui valori con i quali era cresciuto e sulla conduzione della propria esistenza che forse si sarebbe arricchita spiritualmente se avesse dedicato il proprio tempo a fare del bene. Nel suo processo di conversione decise così di elaborare una regola di vita che mettesse al centro l’uomo e non la materialità.
All’epoca, come probabilmente oggi, Francesco venne preso per squilibrato dai propri concittadini, ma fedele ai propri ideali di conversione, nei primi anni del 1200 chiese e ottenne da Papa Innocenzo III l’approvazione della propria regola di vita. Fraternità, Umiltà e Povertà furono i capisaldi sui quali si basò l’intera vita di Frate Francesco e da quel momento in poi fu un susseguirsi di eventi che segnarono in maniera indelebile la vita del Santo e la nostra storia.
Oggi dopo tanti secoli, il Santo e l’uomo vengono indagati come fonte di inesauribile esempio, in una contemporaneità dove cresce sempre più l’urgenza di comprendere quali siano i veri valori a cui dobbiamo tendere ogni giorno.
Gli Ottocentenari di Francesco Come ogni anno, il 4 ottobre ricorre la solennità di San Francesco e Santa Caterina da Siena, patroni di Italia e quest’anno tale festività sarà ancora più sentita perché sono iniziate le celebrazioni che ripercorrono le tappe salienti della vita di Francesco: 1223-2023 Ottocento anni dalla realizzazione del primo Presepe e della Regola Bollata, 1224-2024 Ottocento anni dal miracolo delle Stimmate, 1225-2025 Ottocento anni dalla stesura del Cantico delle Creature e infine 1226-2026 la rievocazione della morte del Santo.
Da quest’anno fino al 2026, si svolgeranno dunque delle Celebrazioni molto articolate che hanno coinvolto anche la vallata casentinese visto che Francesco ebbe un legame molto profondo con il Monte Verna dove creò nel 1213 uno dei primi nuclei eremitici e dove nel 1224 ricevette le Stimmate.
Abbiamo parlato delle Celebrazioni per gli Ottocentenari sulla vita di Francesco con tre figure di riferimento che si sono accostate in profondità agli eventi: Giampaolo Tellini, sindaco di Chiusi della Verna, Fabrizio Mandorlini Coordinatore Associazione Nazionale Città dei Presepi e Fra Federico, Frate minore del Santuario della Verna.
Il Presepe come forma d’arte e riflessione Quest’anno nel comune di Chiusi della Verna con un focus al Santuario, sono stati allestiti una serie di Presepi artistici sia pubblici che privati, che hanno animato di fascino e cultura i luoghi tanto cari a Francesco. Come ha puntualizzato il Sindaco di Chiusi della Verna Tellini, «è stata un’occasione unica per unire la rievocazione delle nostre tradizioni con la visita a borghi e frazioni a volte poco note ma di indiscutibile bellezza. Per l’occasione abbiamo avuto in visita anche il Sindaco del Comune di Greccio e abbiamo approfittato di queste importanti celebrazioni per inaugurare anche degli interventi pratici ai luoghi come: la nuova illuminazione Led alla scogliera del Sasso Spicco o il rifacimento dei percorsi stradali dai parcheggi fino al Santuario fruibili anche per i disabili. Tutti interventi che sono stati co-finanziati dalla Regione Toscana. In questa occasione sono state allestite anche alcune mostre pittoriche per rendere i percorsi ancora più interessanti e legati alla contemporaneità con mostre provenienti dalla Repubblica di Moldova e patrocinate dall’ambasciata, o la mostra “Madre Terra”, in occasione della visita dei Commissari reggenti della Repubblica di San Marino. Oltre ai presepi l’11 agosto è stata rievocata grazie a dei figuranti la scena della Regola Bollata, tante occasioni per rendere sempre attuali le nostre tradizioni storiche».
Come ha tenuto a precisare Fabrizio Mandorlini, coordinatore dell’Associazione Nazionale città dei Presepi, che organizza la manifestazione insieme a Granello di Senape Onlus, Santuario della Verna, Comune e Proloco della Verna, «l’idea delle Celebrazioni è e sarà quella di proiettare l’esempio di Francesco nel futuro, perché il Santo non è oggi importante solo da un punto storico o spirituale, ma un esempio di vita che abbraccia i temi della sostenibilità, della Natura e della Condivisione. E proprio per questo il Festival è stato chiamato «Francesco 4.0», perché non si vuole fermare ad una retrospettiva storica della vita di Francesco, ma vuol far si che la regola francescana possa inserirsi nella contemporaneità di ognuno di noi. In questo senso sono stati usati molto gli strumenti social e le forme di comunicazione alla portata di tutti. Se ci riflettiamo bene, il messaggio di Francesco è nell’agenda dei governi di ogni parte del mondo, perché gli obiettivi di sostenibilità, lotta alla povertà, messa in opera di strumenti per la collaborazione internazionale, sono sempre all’ordine del giorno. Francesco unisce in se un’anima religiosa ma anche laica per la sua umanità e per questo può essere una forma trasversale di esempio».
Ci racconta Mandorlini, che in questo momento l’Associazione sta lavorando a dei progetti di rievocazione dei Presepi lungo l’Arno dal Casentino dove il fiume nasce (Monte Falterona), a Marina di Pisa dove si trova la foce. L’inaugurazione della Rassegna sui presepi lungo l’Arno, sarà l’11 novembre sempre presso la sede dell’Associazione Granello di Senape, alla presenza del Segretario di Stato della Repubblica di San Marino con delega al turismo. Il 16 dicembre invece a Roma in occasione della messa in opera del Presepe Vivente, sarà riproposta la rievocazione della Regola.
La Regola di Francesco Come già detto quest’anno è anche l’anno delle celebrazioni della Regola di Francesco, una serie di norme e pratiche di vita che il Santo dette al nascente Ordine e che attualmente sono alla base dell’ordinamento francescano. La prima celebrazione si è svolta nella Chiesa del Santuario di Greccio in provincia di Rieti, alla presenza dei ministri generali della Famiglia Francescana. Ovviamente è una Regola che sottolinea l’ubbidienza al Vangelo, ma anche una vita umile e vocata alla povertà, al prossimo e al rispetto per tutto ciò che esiste in Natura. Se vogliamo San Francesco fu il primo a sottolineare l’importanza della sostenibilità, il rispetto per l’ambiente ma anche per le relazioni umane perché non ci può essere un mondo sostenibile senza forme di sostegno reciproco.
Come ci ha raccontato Fra Federico, frate minore del Santuario della Verna, «la Famiglia francescana sottolinea l’estrema concretezza della dottrina di Francesco, una dottrina che per molti aspetti può essere presa come esempio nella vita di ognuno di noi. Oggi non è solo una questione di riciclo e utilizzo delle risorse presenti sul nostro pianeta ma anche una grossa riflessione su ciò che la nostra società considera “scarto” dal punto di vista umano, come recuperare le relazioni ad ogni livello».
«Laudato sie, mi’ Signore» Negli ultimi anni della propria vita San Francesco compose il Cantico delle Creature, un documento importantissimo anche dal punto di vista letterario scritto in volgare con inflessioni anche francesi visto che all’epoca era la lingua straniera di maggior rilievo e ovviamente nota dai più benestanti. Tiene a sottolineare Fra Federico in accordo ai documenti redatti dalla Famiglia Francescana per le celebrazioni degli Ottocentenari, che «nel Cantico delle Creature si racchiude più che mai il senso profondo nel nostro essere al mondo e il nostro rapporto con i beni materiali e il consumismo che sempre di più sta distruggendo il nostro pianeta. Oggi siamo tutti chiamati a rispondere ad una grande sfida, la tutela del nostro ecosistema, una richiesta alla quale dobbiamo rispondere con urgenza se non vogliamo pregiudicare per sempre il nostro futuro. Come scrisse Francesco ottocento anni fa, noi esistiamo solo in relazioni con gli altri».
Le Stimmate e la morte del Santo Com’è noto Francesco d’Assisi, gli ultimi anni della propria esistenza si ritirò sul Monte Verna, e qui ricevette il dono delle Stimmate, un segno indelebile sul proprio corpo dell’esistenza di Dio. Come ci suggerisce Fra Federico e come affermano i documenti della Famiglia francescana in occasione delle Celebrazioni, le Stimmate rappresentano oggi per noi la possibilità di ascoltarci in silenzio e comprendere se stiamo perseguendo un giusto stile di vita che ci possa realizzare a pieno.
Sono anche un momento per riflettere sul concetto della “gratuità del dono”, quanto oggi facciamo in maniera fraterna e disinteressata. Così come la ricorrenza delle Stimmate, potremmo pensare che le celebrazioni per la Pasqua di Francesco D’Assisi siano solamente un ricordo dei suoi ultimi giorni di vita. In realtà come tenne a precisare Francesco nel proprio Testamento, il pensiero della morte non è altro che un momento di altissima contemplazione della vita, un fortissimo monito per vivere a pieno i nostri giorni, e farlo nella maniera migliore.