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martedì, 14 Maggio 2024

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Il canto degli animali nel prato della Chiesina delle Nocette

di Terenzio Biondi – L’autunno sta avanzando e anche quest’anno mi regala meravigliose giornate di pesca alla trota. Soprattutto nei torrentelli della Vallesanta, dove le autoctone “fario pallide” sono tutte alla ricerca di lombrichetti trasportati nel fosso dalla forza dell’acqua piovana caduta nei giorni passati. Ho percorso il Fosso del Monte dal Ponte dell’Amore fino alle Muricce, e ora sto tornando all’auto lungo il sentiero che dalle Nocette conduce alla Pievina di Montefatucchio. Canna telescopica in mano e a tracolla il mio zainetto da pesca con dentro sei grosse trote avvolte in foglie di felci.

Ecco, sono arrivato nei pressi della Chiesina delle Nocette. La vedo comparire quasi all’improvviso proprio a lato del sentiero. Bellissima, col suo campanile a vela mozzato accarezzato dai rami delle querci secolari e dalle tante foglie che svolazzano sospinte da un leggero venticello e poi formano sul prato quasi un mantello rossastro. Ma… cosa succede là nel prato? C’è qualcuno che parla… no… no… canta, sì… sì… sono gli animali del bosco. Ecco… ora li vedo… un gruppetto di caprioli proprio davanti alla porta della chiesina e più lontano, là dove il prato confina col bosco, un gruppo di cinghiali. Stanno mangiando qualcosa… sì… ghiande, fantastiche… enormi… dolcissime ghiande che quasi ricoprono tutto il prato che circonda la Chiesina. Mangiano con calma, gustandosi ogni singola ghianda.

Poi… ecco… si fermano, volgono lo sguardo verso la Chiesina e verso il cielo e… incredibile!… cantano, sì… cantano… cantano… cantano… Immobile osservo e ascolto, stropicciandomi ogni tanto gli occhi e gli orecchi nel timore di avere delle allucinazioni visive e uditive. No, non è un lamento… è un… sì, è un canto, un canto gioioso e felice. Mangiano di nuovo le ghiande sparse nel prato, poi si fermano, volgono il capo verso la Chiesina e verso il cielo azzurro e cantano di nuovo, quasi in coro. Un lungo, lunghissimo ùùù… ààà… ùùù… ààà… ùùù… ààà… ùùù… ààà…

Senz’altro un canto di ringraziamento per il cibo del prato delle Nocette. Decido di avvicinarmi e li saluto sventolando in alto la mano. Ma come mi vedono i cinghiali fuggono veloci verso il fitto del bosco; i caprioli si radunano prima al centro del prato, mi squadrano ben bene e poi calmi calmi si dirigono anche loro verso il bosco. Mi metto a girellare per il prato: è ancora pieno di bellissime ghiande, un vero dono del cielo per gli animali del bosco. Entro poi all’interno della Chiesina delle Nocette. Anche se abbandonata da quasi sessant’anni (l’altare e la balaustra stanno cadendo a pezzi) è ancora meravigliosa e suggestiva.

Non c’è più il Cristo delle Nocette, il Crocifisso al quale si rivolgeva nei periodi di siccità la popolazione della Vallesanta girando in processione attorno alla Chiesina e cantando lodi al Signore perché mandasse un po’ d’acqua. Oggi non si odono più canti umani, ma il canto degli animali del bosco che ringraziano il Cristo delle Nocette per il cibo che abbonda nel prato intorno alla Chiesina è unico e bellissimo.

Arrivo a casa commosso e “sconvolto”, e mi accorgo soltanto ora che ho il volto bagnato di lacrime, lacrime di felicità. Ho deciso: ci tornerò quanto prima, alle Nocette; entrerò dentro la Chiesina e aspetterò lì nascosto l’arrivo degli animali del bosco, e ascolterò di nuovo il loro canto al Cristo delle Nocette, quel canto meraviglioso che mi ha anche fatto piangere di gioia.

(I RACCONTI DEL TORRENTE Storie vere, leggende, incontri… nei torrenti del Casentino di Terenzio Biondi)

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