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mercoledì, 9 Ottobre 2024

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Il Dragone e il Badalischio

Questo mese raccontiamo una storia diversa e ci immergiamo in sapori d’oriente. Lo chef di questo mese è Nicola (Yinggong Zhou) che nel 1998 è venuto in Italia dai suoi genitori che avevano un’attività di pelletteria ad Arezzo. Studia in Italia fino alle superiori, come tanti con il lock down deve reinventarsi e così incomincia lavorando in un locale di sushi ad Arezzo che poi acquisterà. Durante il periodo consegnava ai clienti Casentinesi i piatti preparati ad Arezzo e rimane colpito dalla gentilezza casentinese così da aprire un ristorante a Bibbiena Stazione.

Ama la cucina toscana e vuole ricambiare l’ospitalità ricevuta offrendo piatti orientali di primissima qualità: sushi e non solo. Una squadra affiatata, ognuno ha il suo compito ben stabilito, non si vede mai un ristoratore cinese triste, il sorriso è d’obbligo, forse perché sono i primi a vedere sorgere il sole.

Racconta Zhou che cucinare è mettere le mani in pasta ma molto spesso in riso, per un buon piatto c’è bisogno di materie prime eccellenti e grande controllo della tecnica, il suo grande piacere è soddisfare il cliente, così ha messo in piedi una essenziale carta dei vini e delle birre affinché si possa godere a pieno sia del cibo che delle bevande.

Naturalmente i cinesi sono famosi per le contraffazioni, ma non nel caso di Zhou e della sua squadra, qui non si copia ma si realizza cibo di qualità, ovviamente non si può gustare i tradizionali ravioli e tortelli delle nostre nonne, ma magari degli ottimi spaghetti di riso ottimi anche per chi non va d’accordo col glutine.

Sushi Uramaki salmone e avocado Ingredienti Riso Salmone crudo, Avocado a fettine Alga nori Aceto di riso shiragiku Semi di sesamo Zucchero q.b., Sale q.b Preparazione Prima di tutto va preparato il riso, usiamo una varietà coltivata in Italia appositamente lavorata per il sushi. Cuociamo in risiera il tempo necessario e una volta cotto il riso va messo in una ciotola di legno e aromatizzato con l’aceto di riso, zucchero e sale, si mescola il riso a intervalli di 10/15 minuti in modo da insaporirlo bene. A questo punto si prende un foglio di alga nori e si spalma uno strato uniforme di riso, una volta arrotolato il riso l’alga non si deve vedere, si rivolta l’alga col riso su una stuoia di bambù, si mettono i filetti di salmone e l’avocado, si arrotola il tutto si aggiungono i semi di sesamo si taglia il rotolo in otto pezzi e voilà siamo pronti a degustare un piatto apparentemente semplice.

VINO CONSIGLIATO Ribolla Gialla 2021 ITG Bianco Matteo Braidot Non è facile per noi etruschi visceralmente attaccati ai nostri sapori e cucina tradizionale, confrontarsi con le speziature e le preparazioni orientali, altri gusti, stessa filosofia: qualità prima di tutto. In realtà riso tonno e salmone sono per noi oramai di casa, tanto che oggi siamo tra i migliori produttori di riso, il cibo orientale ovviamente ha le sue peculiarità, il Giappone oltre la maniacalità di materie prime particolari ha quello dell’aspetto del piatto importante quasi quanto il sapore, la Cina meno attenta all’aspetto ma più elaborata, la Thailandia può essere definita la Calabria dell’est ma poi c’è la cucina coreana o quella indiana. In tutte c’è sua maestà il riso impreziosito da innumerevoli componenti, carni, pesci e vegetali con più o meno spezie. Ma la simpatia e la gentilezza degli asiatici non può non attrarre, così sempre più Casentinesi si lasciano ammaliare da questi nuovi sapori.

L’abbinamento col vino non è sempre facile in quanto la cucina asiatica non lo prevede e alcuni piatti sono in abbinabili proprio per la presenza massiccia di spezie che sovrastano il vino, d’altronde loro non hanno dovuto scoprire l’America per trovare le spezie, ce l’avevano in casa. Il piatto di questo mese però ci permette di fare un buon abbinamento e per questo abbiamo scelto una Ribolla gialla del goriziano un IGT prodotto in Romans d’Isonzo. Il vino si presenta con un luminoso giallo paglierino e regala profumi di pesca gialla, pera Williams e pompelmo rosa chiudendo con un mazzetto di erbe aromatiche su cui domina la maggiorana. Il sorso è equilibrato, morbido, fresco e saporito con ritorno agrumato. Ottimo l’abbinamento che ci permette di restare ancorati alle nostre tradizioni pur assaporando cibi d’oriente. Matteo Braidot è l’erede di un’antica azienda fondata nel 1870 in una terra di confine che ha nel tempo visto cambiare nazioni di appartenenza. Oggi propone i classici vini friulani in una lettura giovane e piacevole a prezzi più che accessibili. Una visita all’azienda vi farà scoprire una parte d’Italia inaspettata e gradevole e anche se non vicinissima merita davvero un po’ di tempo.

Naturalmente il tutto si può comodamente gustare anche a casa con amici o parenti e con il cibo di Zhou e i nostri vini sognare di essere un po’ Marco Polo e un po’ Colombo, qui sta la magia del convivio, sognare ad occhi aperti e a bocca piena. Mi raccomando come sempre moderazione per la nostra e altrui salute. Fato viam invenient.

(COSA BOLLE IN PENTOLA e MONDOVINO sono due rubriche curate da Anselmo Fantoni)

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