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giovedì, 2 Maggio 2024

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Il Museo “fantasma” di Poppi

di Monica Prati – Era la primavera del 2012 quando l’Amministrazione comunale di Poppi stipulava una convenzione con l’associazione “Radio D’epoca” per la concessione in comodato dei locali posti al 2° piano dell’immobile Palazzo Giorgi al fine di adibirli a “Museo della Radio”. L’iniziativa era volta a favorire una crescita culturale e turistica del capoluogo.
L’associazione “Radio D’epoca”, proprietaria di una preziosa collezione di modelli radio, circa 250 esemplari, si impegnava ad avviare l’attività del museo nei nuovi locali entro la fine del 2012 salvo cause di forza maggiore; s’impegnava a utilizzare l’immobile per soli fini museali, a collaborare con l’amministrazione comunale per iniziative turistiche, compartecipare alle spese di manutenzione ordinaria e correnti. L’associazione si impegnava inoltre a restituire l’immobile alla scadenza del contratto triennale, salvo rinnovo concesso dall’Amministrazione comunale.

museo radio
Dalla delibera comunale del 2012 emerge che: «dato che il comune è proprietario dell’immobile Palazzo Giorgi, scarsamente utilizzato, dato che l’associazione “Radio d’Epoca” per sottrarre tutti quei preziosi esemplari ad una custodia meramente da magazzino ha la necessità di locali da adibire a “Museo della Radio”, dato che a fronte di più incontri tra l’amministrazione e l’associazione suddetta, in relazione alle proprie esigenze istituzionali e anche di promozione turistica del territorio, il comune ha deciso di mettere a disposizione dell’associazione una sede logistica e organizzativa più idonea ai propri scopi e in particolare i locali descritti ad esclusivo utilizzo della “Radio D’epoca”. Ritenuto opportuno approvare lo schema di comodato d’uso, il consiglio comunale delibera che l’associazione “Radio D’epoca”ha necessità di locali da adibire a “Museo della Radio” per sottrarre tutti quei preziosi esemplari ad una custodia meramente da magazzino. La presente delibera è immediatamente esecutiva a partire dal 5 marzo 2012”.
Dopo sette anni, volendo fare un bilancio della gestione del Museo, in base anche al numero dei biglietti acquistati dai visitatori, ci chiediamo quante persone l’hanno visitato, se è stato trovato interessante, se magari c’è bisogno di qualche modifica.
In verità, la risposta è che i locali sono diventati di fatto un magazzino dove sono depositati e ammassati, anche sulle scale, un insieme di oggetti (vedi foto) impolverati, dimenticati, che peraltro ne impediscono l’accesso.
Ma non doveva esserci un Museo che parlasse di storia della radio?
Già, la radio, quell’invenzione che un tempo affascinava tanto, ma erano altri tempi. Correva infatti l’anno 1924 quando l’usignolo meccanico della radio annunciava con un trillo prolungato, l’inizio delle prime trasmissioni radiofoniche. Quanta attesa tra il pubblico e che sorpresa è stata per i nostri avi! Oggi nell’era di internet, dei cellulari, della realtà virtuale, cosa ce ne facciamo di una scatola che emette suoni?
Con l’istituzione del “Museo della Radio” di Poppi l’intento era di tramandare alle nuove generazioni quello che esisteva nel passato, per arricchire il bagaglio culturale dei giovani e per suscitare nostalgia in chi ha vissuto in prima persona le emozioni legate alla radio.

museo radio3
Peccato che il Museo sia un museo fantasma!
Il progetto non è mai decollato tant’è che dopo 7 anni, nel luglio del 2019, con delibera, l’Amministrazione comunale ha ritenuto di dover procedere ad un riesame della situazione, tuttora in stallo, in prospettiva di un nuovo impulso per valorizzare e promuovere il capoluogo. Il gruppo consiliare “Poppi cittadini in movimento” in precedenza aveva sollevato il problema chiedendo di sapere da quando nel Palazzo Giorgi è stato costituito il “Museo della Radio”; come e in che termini era stata effettuata la gestione; a chi facevano carico le spese legate alla fruizione dei locali; quali erano i giorni e gli orari di apertura al pubblico e quale personale veniva utilizzato; chi in questi anni doveva controllarne la funzionalità; se la polizza assicurativa prevista dalla convenzione era stata acquisita dall’Amministrazione comunale; se, e in che termini, la convenzione scaduta nel 2015 è stata rinnovata e da chi.
Al momento il gruppo consiliare resta in attesa di risposte, ma anche i cittadini si chiederanno cosa possa essere successo.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 313 | Dicembre 2019)

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