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mercoledì, 9 Ottobre 2024

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Il project di Stia: un affare… per pochi

di Mauro Meschini – Torniamo a parlare del “caro” project financing da 8 milioni di Euro proposto per costruire la nuova scuola media di Stia e altri improbabili interventi di cui, infatti, sono rimaste solo le tracce di inchiostro sulle tavole dei progetti.
Eppure uno degli interventi non pervenuti, legato alle aree camper dell’ormai unito Comune di Pratovecchio Stia, ci riporta all’attualità di questi giorni che vedono, a pochissimo tempo dai lavori di ripristino realizzati nell’area camper di Stia e conclusi nel settembre del 2016, il manifestarsi di una nuova frana (nella foto) più o meno nello stesso punto dove si era verificata la precedente.

Area Camper Stia

Risultato: tornano le transenne a poche settimane dall’inizio vero e proprio della stagione turistica e chissà per quanto tempo dovranno rimanerci dopo che, come detto, si sono già spesi soldi per rendere utilizzabile quello spazio. Spazio che, tornando al mirabolante “project”, avrebbe dovuto vedere, da tempo, la realizzazione di alcune migliorie e una gestione ventennale del servizio da parte dei proponenti del faraonico progetto.
Come detto tutto è rimasto lettera morta come le ”mitiche” pensiline da piazzare alle fermate degli autobus di linea che forse, nei lunghi giorni di pioggia degli ultimi mesi, sarebbero state anche utili.
Questo il non realizzato. Se invece guardiamo a quello che c’è, ecco la nuova illuminazione di Stia, anche questa in gestione ventennale al proponente, quella di cui abbiamo parlato un po’ di tempo fa sul nostro giornale grazie alla lettera di un lettore, più che competente in materia, che in pratica faceva presente come la tecnologia utilizzata per la nuova illuminazione fosse ormai superata e non proprio adatta ad un centro abitato. Non sappiamo se qualcuno si sia preoccupato di chiedere chiarimenti ai promotori del project, riteniamo di no. Di sicuro, dalla Global Sinergy Project, in pratica quelli che hanno avuto la bella pensata di realizzare il tutto, o quasi, arrivano, intanto, al Comune di Pratovecchio Stia le fatture mensili per questa gestione.
Ma andiamo oltre, perché dobbiamo arrivare alla ciliegina sulla torta, il motivo per cui si è messa in moto tutta la macchina infernale. Stiamo parlando della necessità di realizzare una nuova scuola media per Pratovecchio e Stia dopo che il vecchio edificio era stato precipitosamente evacuato per rischio sismico.
Intanto, dobbiamo tornare un attimo sulla effettiva necessità di realizzare ex novo qualcosa invece di intervenire sulla vecchia struttura. A suo tempo anche noi ci siamo posti questo interrogativo, cercando risposte ben oltre i confini del Casentino. Da quanto ascoltato sembrava fosse questa una soluzione accettabile, ma ancora oggi c’è chi ritiene che sarebbe stato possibile, con minore spesa, adeguare opportunamente l’edificio esistente senza andare a “nascondere” la scuola in riva all’Arno (ma deve essere proprio una moda, visto che adesso è il sindaco Caleri che, nonostante il marcato calo delle nascite, insiste per realizzare una inutile nuova scuola materna sulla riva del fiume…).
Purtroppo ci sembra davvero che in questo caso, in cui i dati oggettivi delle verifiche fatte dovrebbero essere determinanti, ci sia veramente grande spazio per diverse valutazioni, anche contrastanti. Comunque sia, data per buona la necessità di realizzare una nuova costruzione, abbiamo sempre pensato che non fosse opportuna né la collocazione né la scelta di utilizzare lo strumento del project financing, in quanto non si capisce come il privato che investe potrebbe, nel caso della costruzione di una scuola, rientrare dall’investimento fatto, a meno che, come ci è già capitato in questi anni di ipotizzare, qualcuno non abbia pensato di installare una biglietteria all’ingresso della scuola stessa.
Per quanto riguarda la collocazione i motivi della scelta si possono forse comprendere sapendo che, alcuni dei terreni su cui sono state costruite la nuova scuola e la nuova viabilità, che non porta da nessuna parte, erano di proprietà di alcuni dei proponenti. Non è certo un motivo sufficiente e oggettivo, ma può aver favorito l’avvio di questo meccanismo invece del normale iter che avrebbe portato alla pubblicazione di un bando di gara di appalto, con il quale si sarebbero seguite altre procedure, che sarebbe stato finalizzato a realizzare il solo edificio scolastico e non tutti gli accessori che hanno contribuito a fare lievitare il costo fino a 8 milioni di Euro.
In ogni caso, a proposito dello strumento project e dell’opportunità di usarlo, abbiamo sempre detto che in questo caso per il privato non c’era nessun rischio di impresa e che tutto il peso economico sarebbe stato a carico della collettività, nessuno ci ha mai voluto spiegare infatti dove stava il rischio di impresa in questa operazione, considerato che tutto è stato fatto in pratica con i soldi pubblici arrivati o dallo Stato o dalle casse comunali.
Oggi a tutto quanto abbiamo detto e fatto conoscere possiamo aggiungere anche la testimonianza che abbiamo raccolto da uno dei fornitori del cantiere della scuola, la Fapes srl di Sergnano, in provincia di Cremona, un’azienda fondata nel 1965 che produce finestre e serramenti in PVC. Quanto abbiamo appreso suscita ulteriori perplessità e interrogativi su quanto è stato voluto dal sindaco Santini e dall’Amministrazione del Comune di Stia, come soggetto capofila dell’operazione, e poi portato avanti, seguendo più o meno la stessa filosofia, dall’attuale giunta di Pratovecchio Stia.
In pratica dai vertici dell’azienda di Cremona ci hanno confermato che per il lavoro di fornitura di infissi, da loro realizzato tra il 2011 e l’inizio del 2012, non è stato mai completato il pagamento da parte della DCP sas il cui titolare, Del Cherico, era uno dei soci della Global Sinergy Project insieme a Bartolucci, Pranzini e Francioni. Complessivamente la somma residua di capitale non pagata ammonta a 13.839,42 Euro, a cui si sono poi aggiunte le spese sostenute dall’azienda a livello legale che ammontano a 5.726,00 Euro per trattative,  decreto ingiuntivo, pignoramenti e ammissione al passivo. Numerosi sono stati i contatti che la Fapes ha avuto con i vertici prima della DCP sas e poi della Global Sinergy Project e tante sono state le rassicurazioni ricevute, tutte dimostratesi poi prive di fondamento.
Anche durante lo svolgimento dei lavori non è stato semplice coordinare l’intervento di montaggio degli infissi con i tempi del cantiere e più di uno sono stati gli appuntamenti mancati. Faticoso anche riuscire ad avere i pagamenti in corso d’opera, mentre il saldo non è mai arrivato.
Ad un certo punto, anche per il fallimento della DCP sas, sembrava che qualcuno, la Global Sinergy Project probabilmente, sarebbe subentrato direttamente nel pagamento, ma non è successo niente.
Viene il dubbio, più che lecito, che queste continue promesse fossero finalizzate soprattutto ad ottenere le certificazioni originali dei lavori svolti, certificazioni che, invece, come abbiamo potuto verificare noi personalmente, non sono mai state consegnate e questo ci spinge a chiedere, e non è la prima volta che lo facciamo, come sia stato possibile, senza quella documentazione, ottenere il permesso di aprire la scuola.
Da sottolineare anche come dai promotori del project venisse l’insistente invito all’azienda creditrice di fare pressioni sull’Amministrazione di Pratovecchio Stia per avere l’importo del canone prefissato in modo da poter così pagare quanto dovuto. Questo argomento sarebbe stato oggetto anche dei contatti che delegati dell’azienda hanno avuto con l’Amministrazione, che stava seguendo l’iter per chiudere al più presto il procedimento in modo da sbloccare i pagamenti. Pagamenti che, da parte del Comune, da anni si stanno regolarmente facendo ma per la Fapes, e probabilmente anche per altre ditte creditrici, questo non ha portato nessun beneficio.
Cosa aggiungere a questo punto?
Non ci sembra per niente consolante poter dire che avevamo ragione, che lo avevamo già detto e scritto. Chi ha proposto il project non aveva probabilmente la struttura e le basi finanziarie per farlo, il fallimento della DCP sas ci sembra stia lì a dimostrarlo. I lavori sono stati in qualche modo portati avanti solo perché, come ripeteremo all’infinito, questa operazione è stata completamente a carico del pubblico che, fin dal primo momento l’ha interamente finanziata. I lavori, non a caso con tempi che si sono incredibilmente allungati rispetto a quanto era stato inizialmente indicato, sono andati avanti grazie alle rate versate da Stato e Comune ma, come abbiamo appena visto, nonostante questo ci sono fornitori che non sono stati pagati per il lavoro svolto.
Perché allora il sindaco Santini ha permesso che l’iter del project financing partisse?
Perché non è stato scelto un normale bando di gara di appalto che avrebbe permesso una selezione più accurata delle ditte realizzatrici del progetto?
Perché il sindaco Caleri, invece di agevolare i pagamenti, non ha, al contrario, preteso che, prima di versare ulteriori rate al project venissero saldati tutti i fornitori?
Perché adesso il Comune di Pratovecchio Stia non blocca i pagamenti fino a quando non saranno sanati tutti i debiti contratti dai promotori con i fornitori stessi?
In questa vicenda la politica è stata, nel migliore dei casi, succube e ha permesso che una pesante ipoteca pesasse per due decenni sulle spalle delle casse pubbliche.
In più non dimentichiamo la questione delle certificazioni. Abbiamo visto gli originali di quelli relativi alle finestre, che non sono stati mai consegnati. Quanti altri documenti mancano? Come è stato possibile aprire una scuola senza questa documentazione e quindi senza agibilità? Sono stati chiamati altri tecnici esterni per produrre i certificati necessari, chi ha pagato per queste prestazioni di lavoro aggiuntive?
Domande e ancora domande che si aggiungono a tutte quelle che per più di un decennio, quello delle “grandi opere” a Pratovecchio Stia, abbiamo pubblicamente rivolto alla politica.
Il periodo che ha visto milioni di Euro uscire dalle casse pubbliche per finanziare opere inutili o che potevano essere realizzate con meno spesa e tempo.
Non ci aspettiamo oggi le risposte che non ci sono state date fino ad oggi, ma per quanto riguarda la scuola media adesso comprendiamo bene perché, nonostante la naturale tendenza alla promozione dell’immagine dei nostri politici, nessuno si sia mai preoccupato di inaugurarla ufficialmente.
C’è il rischio di vedere in una occasione del genere, oltre al codazzo dei cortigiani di turno, anche un nutrito corteo di creditori che potrebbero essere spinti a presentarsi all’appuntamento sventolando le fatture insolute. Non sarebbe uno spettacolo gratificante, ma sarebbe forse la migliore istantanea, la foto simbolo del momento che stiamo vivendo a Pratovecchio Stia, in Casentino e in questo disgraziato Paese.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 294 | Maggio 2018)

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