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mercoledì, 6 Novembre 2024

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La lezione di Don Milani

di Mauro Meschini – Pur frequentando una scuola tecnica, la figura di Don Lorenzo Milani mi ha accompagnato durante il mio esame di maturità e più volte è ritornata come riferimento, come modello da cui, in qualche modo, prendere spunti, ispirazione, esempio. Lo scorso 19 gennaio ho partecipato all’incontro organizzato presso il Centro Creativo Casentino di Bibbiena, che proponeva come titolo forse uno dei pensieri più forti e più veri di Don Lorenzo: «Nulla è più ingiusto che fare parti uguali fra disuguali».

A confrontarsi e a proporre il loro punto di vista su «la lezione di Don Milani ci interroga sulla nostra relazione con l’umano» sono stati: Don Gianni Marmorini, parroco di Papiano e Stia; Gianni Baldini, avvocato e professore di Biodiritto all’università di Siena; Alfredo Zuppiroli già presidente della Commissione regionale di Bioetica della Regione Toscana.

Gli interventi che si sono susseguiti, coordinati da Gianni Verdi, hanno permesso ai tre relatori di portare nella discussione le specificità e le caratteristiche dei diversi percorsi personali seguiti, oltre ad offrire argomenti sicuramente ricchi di stimoli e suggestioni. Così Gianni Baldini, riprendendo il senso delle parole di Don Milani che davano il titolo all’appuntamento, ricorda e propone una frase della filosofia marxista: «da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni», come il modo diretto e concreto per superare quella disuguaglianza che anche il priore di Barbiana voleva cancellare. Costruire una società che si preoccupa di dare a ognuno secondo quanto gli è necessario è la strada più semplice per eliminare alla radice le condizioni che potrebbero provocare differenze e ingiustizie.

Alfredo Zuppiroli, parte invece da «I Care», per riflettere sui due significati che si possono attribuire al «prendersi cura», quello più strettamente medico e legato alla salute e quello più vicino al sentire di Don Milani, che si può riassumere con «Me ne importa, mi sta a cuore». La sua conclusione è che, focalizzando l’attenzione sulle professioni mediche, il secondo aspetto non è assolutamente presente, escluso anche dai percorsi di formazione dei nuovi medici che, fin dai poco comprensibili test di ingresso alle facoltà universitarie, si formano molto su aspetti strettamente legati alla professione senza che abbiano la possibilità di approfondire il valore e l’importanza del rapporto con l’altro e della necessità di preoccuparsi di curare, non solo la malattia, ma anche la persona.

Don Gianni Marmorini poi, sollecitato a riflettere sui motivi che rendono in troppi casi violento e malato il rapporto tra donne e uomini causando una scia infinita di tragedie, sottolinea come sia necessario trovare i modi per unire gli sforzi e le iniziative che soggetti diversi tentano di mettere in campo, senza un’azione comune capace di parlare con una voce sola sarà più difficile affrontare le ragioni di questo dramma e veicolare messaggi ed esempi positivi.

Gianni Baldini ha trovato anche il modo per traslare e allargare il concetto di disuguaglianza che può manifestarsi non solo tra i singoli, ma anche tra le comunità e i territori, i due esempi proposti, su cosa significa rispettare certi parametri che riguardano la sanità e la scuola in una grande città o in un territorio periferico come il Casentino, hanno fotografato perfettamente la situazione che si può creare in questi casi.

Ripensando anche a tanti altri contenuti dell’incontro, appare quasi incredibile che si stato possibile affrontare argomenti così diversi, ma in fondo il messaggio di Don Lorenzo Milani è semplice ma ricco e profondo, oltr ad essre assolutamente netto e chiaro. Un po’ come era lui una persona scomoda non solo per i potenti, ma anche per tutti gli altri, per chi, comunque, nel suo angolo si accontenta di ritagliarsi uno spazio accogliente per sé stesso dimenticando chi sta fuori, chi è più ultimo di lui, chi non ha spazi in cui trovare riparo.

Un pensiero sempre attuale quello del Priore di Barbiana, un pensiero e un esempio che dovrebbero essere conosciuti e insegnati. Certo la realtà in cui viviamo, le parole che la dominano e che monopolizzano l’attenzione, non sembrano davvero neppure lontanamente in sintonia con quelle parole, o con le parole e le iniziative di altri personaggi scomodi e illuminati, come Adriano Olivetti, che con le esperienze realizzate nella sua azienda ha messo a disposizione di tutti preziosi esempi e valori su cui si dovrebbe fondare un’impresa imprenditoriale.

Tornare a sentire parlare della lezione di Don Lorenzo è stato importante, così come fare al più presto una visita ai locali della scuola di Barbiana, come ha suggerito Don Gianni Marmorini. Toccare e vedere con mano quel luogo, che parla ancora al nostro presente, è un’esperienza che, soprattutto adesso, può donare coraggio e speranza.

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