di Antonella Oddone – …E questo è vero anche quando si parla di alimentazione: la prima colazione è il pasto più importante della giornata. In termini di calorie introdotte, tanto per dare un’idea, dovrebbe rappresentare il 20% di quelle giornaliere. Nel primo anno di vita la colazione è a base di latte, con uno spuntino a metà mattina che dopo il sesto mese può essere integrato con frutta o yogurt.
Naturalmente se il bambino è abituato a tante poppatine notturna non avrà fame appena sveglio, quindi dobbiamo aiutarlo a capire che la notte si dorme e non si mangia. Dopo il primo anno di vita il segreto (anche se nella nostra di vita frenetica di mamme quello che manca è sempre il tempo) è apparecchiare la tavola in modo invitante, preparare pane tostato che sprigiona un buon profumino, marmellata e un bel dolce fatto in casa; oppure, per chi non ama i dolci, andrà benissimo il classico pane, olio e pomodoro e una bella spremuta di arancio o anche tè verde (potentissimo antiossidante).
Ritagliarsi un quarto d’ora per mangiare tutti insieme sarà un vero lusso, e non solo: ricordate il ruolo dell’ossitocina, l’ormone dell’attaccamento? Nessuno si sveglia affamato, eppure dopo un digiuno di almeno otto ore come quello notturno l’organismo ha bisogno di calorie, ovvero di energia. Sappiamo infatti che cervello e muscoli hanno bisogno di glucosio per carburare, anzi le cellule nervose e muscolari utilizzano SOLO glucosio per il loro metabolismo.
«Tanto faranno colazione a scuola!». È l’obiezione che mi rivolgono tutte le mamme. Ma i bambini che vanno a scuola digiuni avranno meno capacità di attenzione e concentrazione e si sentiranno più stanchi e affaticati nelle prime due-tre ore. Avranno un rendimento scolastico inferiore a quello atteso. Non solo, quando finalmente suonerà la campanella per l’intervallo, si getteranno affamati sulla merenda, col risultato di avere minor appetito a pranzo.
«Non mi mangia niente e ingrassa!». Sono sempre le mamme a parlare. Per forza: se mangiano poco a pranzo spiluccheranno tutto il pomeriggio, facilitando l’insorgenza del sovrappeso-obesità. Ricordiamoci che l’organismo umano ha bisogno di calorie più o meno ogni tre ore: saltando i pasti, in particolare la prima colazione, non si dimagrisce mai, anzi si tende ad ingrassare perché diminuisce la massa magra, quella che brucia più calorie e che è rappresentata proprio dai muscoli: mancando energia pronte da consumare il muscolo utilizza le proprie riserve energetiche (il famoso glicogeno muscolare) e in definitiva consuma sé stesso. Risultato: minore massa muscolare>metabolismo meno attivo>accumulo di grassi.
Dove si trova il glucosio necessario per interrompere questo circolo vizioso? I carboidrati, o zuccheri, ricordiamo, possono essere semplici (come appunto il glucosio o il fruttosio) e complessi come amido e malto destrine che si trovano nelle farine e che scomponendosi con la digestione si trasformano in molecole di glucosio. Quindi pane e farine varie. Il consumo di zuccheri semplici non deve superare il 10% del totale degli zuccheri introdotti.
Riserviamo allora pane e marmellata o miele e dolci fatti in casa alla prima colazione, quando maggiore è la richiesta energetica, e dimentichiamoli durante la giornata. Infatti il consumo di zuccheri semplici, proprio degli alimenti ad alto indice glicemico, provoca un rapido incremento della glicemia ematica, con ricadute metaboliche dannose: immediata secrezione insulinica in risposta all’innalzamento della glicemia (il glucosio non può stare libero nel sangue, deve obbligatoriamente entrare dentro le cellule) con conseguente ipoglicemia reattiva e tutti gli effetti ad essa collegati: debolezza, sudorazione, irritabilità e… ancora fame. Col ripetersi di questa situazione avremo anche un esaurimento funzionale delle insule pancreatiche e lo sviluppo di diabete di tipo 2.
Infine l’eccesso di zucchero non utilizzato si trasforma in grasso. Ma, come riporta l’indagine “Okkio alla salute” le nostre mamme e nonne considerano normali i bambini grassi e magrolini i bambini normo-peso!