«Questa proposta di legge 33 di riforma del sistema sanitario e il modo in cui sta arrivando qui oggi in aula: tutto ha ed ha avuto un unico scopo, quello di impedire il referendum abrogativo chiesto con le firme di oltre 55mila cittadini toscani che questa legge imbavaglia e raggira, con una ‘sòla’ normativa attraverso cui il Pd fa ostruzionismo all’istituto democratico del referendum. Per questo dico che nel metodo e nel merito questa legge è da riscrivere»: sotto il tono a tratti lieve ha usato parole durissime, il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (Capogruppo Forza Italia), durante il suo intervento in aula dove si dibatte – e si dibatterà ancora a lungo – la proposta di legge 33 di riforma del sistema sanitario toscano. E’ la seconda formulazione normativa sulla materia in pochi mesi, dal momento che la prima – la 28/2015 – era stata approvata a marzo dopo 75 giorni di esame. E’ per abrogare questa che, dopo la tornata delle regionali, le opposizioni unite e il comitato referendario avevano raccolto una valanga di firme.
«Allora – ricorda Mugnai – come per magia vi venne il sospetto che la 28 fosse stata confezionata con troppa fretta e che fosse meglio riformularla con maggior puntualità. Ed ecco la legge 33: nemmeno un mese di gestazione, nessuna consultazione, niente confronto… un’imposizione bella e buona per 150 articoli di legge destinati a rivoluzionare un sistema sanitario pesante come quello toscano con una superficialità imbarazzante, senza approfondimenti di sorta, con lacune vistose come l’assenza di un cenno al contrasto delle liste d’attesa e presenze ingombranti come le società della salute che restano intatte e inamovibili, con tagli alle figure apicali che poi rispuntano sotto altra veste mentre non rispunta il personale sanitario i cui organici sono destinati ad assottigliarsi ancora di più. Il nodo è che per voi conta solo evitare il referendum. E’ una condotta indifendibile, non avete ritegno. Noi in questo senso, con voi che sfuggite al confronto abdicando la vostra responsabilità di governo, abbiamo già vinto. Ma questa legge è da rifare e se lo pensiamo tutti, opposizioni di centrodestra e di sinistra ma anche operatori e segmenti del vostro elettorato, ci sarà pure un motivo».
Segue adesso la versione estesa dell’intervento in aula
«Tutto ciò di cui stiamo parlando, e questa stessa riforma con la genesi della proposta di legge 33 e il suo sviluppo ha un unico scopo: impedire il referendum abrogativo che era stato ottenuto per la 28/2015. Questo è il vero nodo politico di questa legge, e mi complimento col presidente della commissione sanità Scaramelli per essere riuscito a non pronunciare mai, nel suo intervento, la parola ‘referendum’ che invece è al centro di quanto stiamo vivendo in queste ore».
«Io non mi sento di plaudire al lavoro fatto in commissione: abbiamo esaminato quella che voi stessi, Pd, definite una riforma epocale e rivoluzionaria della sanità toscana attraverso 4 sedute in 8 giorni con il ponte dell’Immacolata nel mezzo. Non appare un tempo così congruo… Eppure nella scorsa legislatura, fin dal 2010, c’era chi ipotizzava che 12 Asl fossero troppe, auspicando un lavoro organico di riduzione per quella che sarebbe stata una rivoluzione. Allora Rossi e gli assessori Scaramuccia prima e Marroni poi ci ribattevano di default “Siete matti!? Una Asl di quelle dimensioni imploderebbe sotto il suo stesso peso!” Poi, come per magia, quando Rossi si voleva ricandidare a presidente della Toscana, ecco che un bel giorno Renzi va in tv a raccontare che beh, si contrarrà la spesa sanitaria tagliando qualche Asl. Passa una manciata di ore ed ecco la riforma di Rossi. In barba a cinque anni di discussioni e lavoro su un piano sanitario superato a quel punto se non dai fatti, per lo meno dalle intenzioni televisivamente dichiarate».
«Ora, per chiarezza: io non ho problemi di numero di Asl, ma voi vi dovete render conto che da qualche anno è stato deciso accorpare le centrali del 118 e ancora non ci siete riusciti. Sono anni e ancora non siete stati in grado fare tre centrali, quando invece con una velocità pazzesca soprattutto per un sistema pesante come quello toscano si vuol mettere in cantiere una riforma di queste proporzioni senza alcun approfondimento. All’indomani dell’approvazione della legge 28 ci avevate detto che quello sarebbe stato il primo cardine della riforma sanitaria che poi doveva completarsi con una nuova legge che la giunta avrebbe dovuto produrre entro 30 settembre. La 28/2015 la approvammo in 75 giorni, davvero poco. Poi arrivarono le elezioni regionali, qualcuno raccolse le firme ed ecco lo spettro del referendum. Allora la maggioranza guarda caso fu colta dal dubbio: forse con la 28 siamo stati frettolosi, rifacciamola. Ecco: la 33 è uscita dalla giunta il 16 novembre, oggi 15 dicembre… eppure la considerate virtuosa. Apro parentesi: la legge sugli ungulati, importante e che riscuote convergenza politica condivisa, è arrivata il 3 novembre in aula e siccome merita approfondimento allora va fatta slittare a gennaio. Gli ungulati meritano maggiore approfondimento dei toscani. Per dire…»
«Ma tanto il vostro scopo è solo uno: evitare il confronto sulla campagna referendaria. Ma vedete, è su questo tema che pezzi interi di operatori e del vostro stesso elettorato non comprendono. Se siete così convinti confrontiamoci; invece voi volete impedire questo. La legge 28 aveva 20 articoli, con una sua organicità. Voi ora avete fatto coriandoli della legge 28 e avete incastrato questi tassellini nella legge 40/2005, stramodificata in quanto legge quadro un mucchio di volte. Avete tritato la 28 e avete incastrato le briciole di quei contenuti nella 40 con 150 articoli. E’ un meccanismo diabolico e raffinatissimo, ma che rappresenta una ‘sòla’ per la democrazia perché rende meno aggredibili tramite referendum i contenuti. Questo significa abdicare dalle vostre responsabilità di governo. Voi ci direte che noi facciamo ostruzionismo, ma l’ostruzionismo lo state facendo voi rispetto a un istituto democratico quale è il referendum. Ma perché accanirsi come Pd su questa procedura? Beh, io ho scelto di fare politica nel centrodestra proprio perché del Pd non condivido la visione della politica come gestione del potere e occupazione istituzionale: ovvio che per chi vive la politica in questo modo perdere il referendum è una prospettiva da scongiurare assolutamente. Non avete ritegno, è un procedimento indifendibile. Questo sul metodo».
«Sul merito: si è portata avanti una cosa del genere senza fare consultazioni, se non digitali e telematiche ma non sono consultazioni, e non si è permesso di approfondire l’articolato. Se si potesse fare un cloud-tag con le frasi più pronunciate in quei 4 giorni di commissione fiume, quella scritta più grande risulterebbe: “Ma cosa stiamo votando?” Io son pronto a scommettere caffè e brioche che se ce la farete a approvare questa legge, allora nei prossimi mesi avremo la fila di operatori perché una riforma così importante fatta in modo tanto superficiale la dovremo riscrivere. Voi il vostro obiettivo, evitare il referendum, lo avrete centrato, ma attraverso un espediente irresponsabile».
«Del resto la riforma sanitaria come la avete pensata è già in essere: concepita fin dall’inizio per liberare risorse, voi la state già facendo perché non c’è provincia dove non si taglino posti letto o si lamenti carenza di medici o infermieri. Questa pdl vi serve per avere copertura normativa a questa condotta. Noto: in tutta la legge non si parla mai di liste d’attesa. Poi, le società della salute: quando sono arrivato qui io nel 2010 le presentavate come invenzione epocale, poi unanimemente però avevamo deciso di chiuderle e invece rieccole: dopo la leggina-ciambella che le aveva salvate a fine scorsa legislatura, ora qui sono riaffermate. Non solo: la capacità di incidere dei sindaci, che già si lamentavano, viene ancora più assottigliata. I direttori generali vengono diminuiti, vero, ma si creano altre figure come l’ibrido dei direttori di programmazione. I presidi ospedalieri delle zone disagiate: siamo riusciti a inserirne la tutela tra i principi, ma poi serve la declinazione pratica perché qui in Toscana siamo già ampiamente al di sotto dei posti letto previsti dal decreto Balduzzi e se ne taglieranno ancora. E di questo meccanismo però non ne risente certo il grande ospedale, ma i piccoli. Sapete, gli ospedali si possono chiudere in tanti modi: basta svuotarli, insegnando così alla gente ad andare altrove. Questo quadro è chiaro a tutti, tanto che il referendum è stato firmato da oltre 55mila persone ed è ciò che voi temete».
«Siamo riusciti a ricondurre sul Consiglio regionale qualche prerogativa che tentavate di spostare sulla giunta. La vostra natura ormai la conosciamo: avete fatto una serie di promesse disattese. Oggi come pensate che si possa dare fiducia a voi che ci raccontate che perseguite l’interesse dei cittadini? Noi abbiamo già vinto. I gruppi di opposizione qui sono tutti d’accordo sul fatto che metodo e merito di questa pdl siano errati: ma io mi vorrei confrontare. Qui invece si vuole imporre un escamotage per impedire un referendum punto e basta. E’ una truffa: verso la Toscana e verso la democrazia. Voi vi definite partito democratico ma oggi qui è evidente a tutti che democratici voi non siete».