di Federica Andretta – Abbiamo intervistato Paolo Fabiani per scoprirne di più su Hymmo Art Lab e il progetto “Stand Up for Africa”, giunto quest’anno alla sua 9a edizione. Prima di parlarne però vogliamo fare una breve presentazione. Paolo è artista e insegnante di Arte e Immagine presso la scuola media e negli anni ha partecipato a varie mostre; tra queste, vogliamo ricordare quella tenutasi nel 1996 presso il National Museum of Korea a Seoul intitolata “Traditions and Innovations” curata da Francesco Bonami; l’arte ivi esposta andava dal 1945 ad oggi e fra gli artisti invitati troviamo maestri importanti come il pittore, ceramista e scultore Lucio Fontana; lo scultore e pittore Giacomo Manzù; l’artista e pittore Alberto Burri e giovani fino alle generazioni odierne. Paolo aveva qui presentato due sculture, una di terracotta e una di carta, che rappresentavano entrambe Pulcinella. Il suo modo di lavorare in generale è stato definito dal critico d’arte Laura Cherubini una “scultura domestica”, perché rimanda proprio all’ambiente domestico, al contesto casalingo e alla quotidianità. In questo momento della sua vita Paolo non ha tuttavia mostre in programma.
Ci parli di Hymmo Art Lab. «Hymno Art Lab è un’Associazione culturale nata nel 2019 ma come luogo e idea è operativa dal 2015 nel Comune di Pratovecchio-Stia. Abbiamo iniziato nel 2015 con il progetto “Io e Te” rivolto all’arte contemporanea e articolato in tre mostre (con due artisti ciascuna; in totale dunque sei artisti). Nel 2016 ci siamo accorti che la Regione Toscana emetteva ogni anno un bando denominato “Toscanaincontemporanea” dedicato all’arte contemporanea e proprio in quell’anno la problematica della migrazione era ai massimi livelli; per quanto riguarda le nostre zone, l’accoglienza casentinese con il migrante inizialmente è stata più complessa (ma ora c’è più integrazione anche perché sono cambiate le modalità e i migranti sono più integrati). Conoscevamo una persona che gestiva allora un ostello a Pratovecchio dove ospitava una quindicina di migranti.
Questa cosa ci fece venire in mente l’idea di provare a mettere in cantiere un progetto da presentare alla Regione Toscana dal titolo “Stand Up for Africa” e dal sottotitolo “Arte Contemporanea Per I Diritti Umani”. Nella prima edizione di questo progetto (anno 2016) dieci studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze facevano da tutor ai migranti ospiti dell’ostello in relazione all’arte lavorando insieme a delle opere; gli studenti sono venuti a vivere a Hymno Art Lab per due settimane. Questa prima edizione è stata finanziata dalla Regione Toscana, dal Comune di Pratovecchio-Stia, dal Parco delle Foreste Casentinesi e da Borri S.p.A.; è stata realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze e promossa e sostenuta dall’Ecomuseo del Casentino e dall’Unione dei Comuni Montani del Casentino in qualità di capofila di “Stand Up for Africa”. Andrea Rossi ci sostiene in qualità di referente ufficiale dell’Ecomuseo ed è una persona con cui interagiamo per quanto riguarda l’Unione dei Comuni. Mia moglie Rossella Del Sere (Vicepresidente) ed io, Paolo Fabiani (Presidente) curiamo la parte ideativa. La segretaria Roberta Ringressi si occupa invece della parte amministrativa. Abbiamo inoltre un curatore che sceglie gli artisti, critico d’arte e docente di Storia dell’Arte Pietro Gaglianò che ha curato le edizioni dal 2018 ad oggi e conosce tanti artisti».
“Stand Up for Africa”… «Ogni anno il tema del progetto cambia e sono previste diverse modalità. Il tema del 2024 sarà “Raccontare le migrazioni”. Durante il lockdown abbiamo collaborato con due videomaker (uno pugliese e una friulana) che hanno lavorato nei loro studi, ricevendo il materiale fotografico dei vari luoghi del Casentino da due migranti che vivevano nella vallata e che è servito poi per montare dei video. I due migranti erano una sorta di ciceroni. Questi video sono stati successivamente proiettati sulle facciate del Castello di Poppi, sulla facciata del Palazzo Tarlati a Bibbiena, sulla facciata di Hymno Art Lab, sulla facciata del convento delle monache domenicane di Pratovecchio, a Talla in una piazzetta e sulla facciata dell’ “ex ONPI”. In questo modo non abbiamo rinunciato a realizzare l’edizione del lockdown, poiché abbiamo proiettato le opere all’esterno e fatto lavorare i due artisti direttamente nei loro studi attraverso il collegamento con i due migranti. Ogni anno stampiamo un libro che raccoglie testi, foto e documenta le varie fasi. Nel 2020 abbiamo prodotto insieme al libro un dvd con i video proiettati e realizzati dagli artisti. Sempre nello stesso anno abbiamo prodotto come progetto di “Stand Up for Africa” un cortometraggio del regista aretino Cesare Baccheschi intitolato “Les Foyers Nomades” molto suggestivo che parla in maniera ermetica della vita e dei sogni di un ragazzo migrante che viveva a Pratovecchio; qui possiamo vedere uno spaccato della sua vita e i suoi sogni; la musica del documentario è stata composta da Jacopo Andreini.
Nel 2023 con una “residenza d’artista” (programma riservato agli artisti che permette loro di vivere e lavorare in un ambiente diverso dai propri studi o spazi di lavoro tradizionali incontrando altri artisti con i quali confrontarsi e scambiare idee) abbiamo avuto Maurice Pefura, artista di colore di Parigi, che ha fatto da tutor a quattro artisti giovani under 35 e ha realizzato la sagoma tridimensionale di una casa sospesa fatta di fili di lana. L’opera vuole farci capire la precarietà della vita del migrante che sente la mancanza di una propria nazione e di un proprio territorio e l’idea di una “casa” in senso simbolico, dunque come luogo di appartenenza, che per loro diventa però un miraggio che appare e scompare ed è qualcosa di inarrivabile per alcuni. Nonostante la povertà, c’è questo desiderio di tornare a quello che si è lasciato, alla famiglia e ai luoghi di origine. In certe edizioni del bando “Toscanaincontemporanea” viene attivata inoltre la formula Giovanisì al fine di coinvolgere artisti under 35 ma che quest’anno non è prevista. Con un migrante dell’ostello Mouhamed siamo rimasti nel tempo in contatto fraterno; Mouhamed ha trovato lavoro e si dedica ora alla fotografia. Ogni anno abbiamo coinvolto anche migranti provenienti da altre Associazioni. Infatti, nel 2017 siamo andati a lavorare con i migranti delle Associazioni di Faltona, Pratovecchio-Stia, Rassina e Badia Prataglia e abbiamo prodotto delle cose che poi sono state esposte nella sede della nostra Associazione.
Quest’anno sarà coinvolto anche il Comune di Poppi in quanto la sede espositiva (già pronta) sarà l’ex ospedale di Poppi situato nel centro storico, perché il Comune in questione ha partecipato a un bando per la riqualificazione dell’edificio con un progetto dal nome “La Cura”. Qui parteciperà Emanuel Carfora (che si presenta con il nome d’arte Fargo) che realizzerà un murales tramite la tecnica della Cianotipia (uno dei primi metodi di stampa fotografica che produce stampe caratterizzate dal colore Blu di Prussia); lavorerà con la comunità, le scuole e i migranti per la realizzazione di questo lavoro. Di solito, le edizioni si svolgono da fine agosto ai primi di ottobre ma quest’anno inaugureremo il progetto di “Stand Up for Africa” a fine marzo; qui inoltre sarà presentata una mostra fotografica di Marina Arienzale che approfitterà della disponibilità di alcuni abitanti vecchi e nuovi per fotografare interni particolari per una visione introspettiva con vedute sul Casentino molto pittoresche; un modo questo per scoprire così l’essenza e la relazione dell’abitante con la natura. Ci sarà poi uno spettacolo teatrale presso l’Associazione Ricreativa Culturale Kontagio (uno spazio sociale del Comune di Poppi) con i migranti che seguono il corso di italiano presso l’ITIS di Bibbiena e presentato di sera dopo cena e tenuto dal regista Massimo Luconi; questo spettacolo sarà il prodotto finale di un laboratorio di teatro».
Altre iniziative? «A gennaio 2024 abbiamo partecipato inoltre al bando denominato “Commoning dello Spazio Pubblico di Firenze e Dintorni” dello Studio Alter’azioni (centro d’arte di Firenze) e se vinceremo, la nostra idea sarà quella di invitare artisti che realizzino delle opere site-specific nei luoghi di approdo dei migranti per cercare di riqualificare il punto di arrivo in modo tale che l’ospite si senta maggiormente accolto. Non a caso, proprio Dostoevskij parla della bellezza come valore che influenza il cuore e lo stato d’animo. Siamo in contatto altresì con l’AMM – Archivio delle Memorie Migranti di Roma che fa un lavoro di ricerca e promozione sul tema della migrazione e produce video di artisti e migranti sulle problematiche della migrazione. Un’altra associazione con cui siamo in contatto è Pianoterra ETS di Roma che si occupa sempre di migrazione».