fbpx
21.4 C
Casentino
domenica, 28 Aprile 2024

I più letti

Chi cura i bambini? In Casentino non si nasce più, ma è anche difficile crescere

di Mauro Meschini – Il Punto nascita del Casentino era un fiore all’occhiello, uno di quei beni preziosi che avremmo dovuto conservare e coccolare. Invece ci è stato strappato via, anche con il consenso di chi da anni rappresenta il nostro territorio in Regione e che un giorno dovrà raccontare cosa ha veramente fatto per la sua valorizzazione, al di là della propaganda. Abbiamo sempre considerato la cancellazione di questo servizio una perdita grave, un territorio dove non si può più nascere è destinato a decadere, soprattutto se poi rende complicato anche crescere ed essere seguiti e curati nei primi anni di vita. Sembra purtroppo che anche questo stia accadendo ormai da anni in Casentino, rendendo sempre più preoccupante, precario e insufficiente il servizio pediatrico.

Valentina, Sara, Letizia, Virginia, Bianca, Maria, Luisa sono alcune mamme casentinesi che da tempo si sono riunite in un gruppo che condivide le preoccupazioni e i problemi legati alle difficoltà dovute all’assistenza pediatrica. La possibilità che l’unica pediatra casentinese concluda, non per sua volontà, il suo servizio le ha spinte a chiedere al nostro giornale di raccontare la situazione dal loro punto di vista, ne è nata una vivace conversazione a più voci via WA, che racconta una realtà tutt’altro che positiva. La proponiamo con una sequenza di domande e risposte che sintetizza i diversi interventi.

«Il nostro intento è di parlare a nome di un gruppo di mamme del Casentino, un piccolo gruppo, ma quello che vogliamo dire lo pensano molte altre mamme casentinesi. Lo facciamo con due obiettivi: il primo è dimostrare che non siamo indifferenti a quello che ci succede intorno e che non siamo disposte a subire decisioni prese dai piani superiori; il secondo è di ringraziare la Dott.ssa Guerra, la pediatra che fino ad oggi ha garantito il servizio in una parte del territorio e che a breve non sarà più presente».

Ognuna di voi ha chiaramente esperienze diverse, ma sembra che molte abbiano comunque scelto di non far nascere i propri figli ad Arezzo, anzi molti sono nati a Firenze… «Si c’è chi e nato a Firenze, chi a Spoleto, è chiaro che nel momento in cui viene cancellato un servizio nell’ospedale di riferimento poi ognuno può fare scelte diverse…».

Rimanendo su questo, prima di approfondire il problema del pediatra, vorrei chiedere al di là del parto, il percorso maternità che dovrebbe esserci in Casentino, quello lo avete seguito? «Alla prima gravidanza non abitavo qui, alla seconda sono andata al consultorio a Bibbiena e per il mio caso specifico mi dissero: «Signora vada a Firenze!». Così ho fatto tutta la gravidanza avanti e indietro sulla Consuma per nove mesi per due ospedali di Firenze. Questo percorso c’è, ma probabilmente funziona per le gravidanze fisiologiche. Ma io per esempio ho avuto una gravidanza a rischio e l’assistenza è stata pari a zero. Il primo incontro che abbiamo fatto mi hanno detto molto onestamente: «Signora, noi qui a Bibbiena non la possiamo seguire, l’alternativa sarebbe andare ad Arezzo ma visto il livello di competenza di Arezzo le consigliamo di andare a Firenze». Questo mi hanno detto. Io ho seguito il percorso, però è stata una gravidanza fisiologica e tutto è andato bene. Ma al primo intoppo venivo rimbalzata su Arezzo oppure privatamente…».

Intoppi vuol dire qualche necessità particolare? «Anche per delle analisi del sangue leggermente sballate dove c’era necessità di una consulenza. Per esempio semplicemente per una glicemia sono stata indirizzata a un professionista privato. La prima gravidanza l’ho fatta così, poi la seconda per non avere gli stessi problemi sono andata direttamente in zona Firenze…».

Quindi possiamo dire, per le vostre esperienze, che il livello del percorso nascita di Bibbiena risente molto della cancellazione del Punto Nascita e della mancanza di un’organizzazione più solida, per cui fino ad un certo punto si arriva, poi si delega ad altri… «Esatto. Se si sta bene è a posto…».

Ma l’ospedale dovrebbe servire proprio perché ci sono necessità… «Anche il problema della glicemia, ricordato prima, è un fatto abbastanza normale in una gravidanza e dovrebbe rientrare nella gestione ordinaria del percorso, ma non è così…. Diciamo che il consultorio di Bibbiena gestisce i BRO (Basso Rischio Ostetrico), nel momento in cui un caso diventa a Medio o Alto rischio viene spostato su Arezzo o su Careggi. Questo vuol dire che una mamma con un Medio Rischio e magari altri figli a casa deve spostarsi per chilometri. Per chi sta nell’alto Casentino vuol dire almeno un paio di ore di macchina e in relazione alla condizione specifica può essere anche un ulteriore fatto di aggravamento delle condizioni della mamma o del bambino. Andrebbe potenziato il percorso nascita perché anche per un tampone si deve andare ad Arezzo e da Arezzo tornare. Il problema è tutto il percorso nascita e tutta l’assistenza alla genitorialità in generale. Nella prima gravidanza ho avuto uno svenimento e mi sono recata al Pronto Soccorso di Bibbiena ma non mi hanno neppure aperto la porta e sono stata indirizzata direttamente ad Arezzo. Se hai un problema è sei incinta non entri, se lo dici dopo che hanno aperto la porta non sanno bene come fare…».

Con un servizio sul territorio che non sembra possa offrire tutte le risposte diventa importante il ruolo del pediatra, ma anche qui ci sono problemi… «Il servizio adesso è diviso tra due pediatre, una per il basso e una per l’alto Casentino, con il territorio di Bibbiena che vede la presenza di entrambe. Generalmente gli utenti si rivolgono alla pediatra presente nel proprio Comune oppure a quella del Comune limitrofo, ma visto che sono solo due non ci sono molte possibilità di scelta e comunque questo è soggetto alla disponibilità dei posti e se un pediatra ha già troppi assistiti non è possibile».

E quanti sono in media gli assisti per i pediatri? «Dovrebbero essere circa 800 ma siamo ormai al doppio da alcuni anni. Prima avevamo due pediatri nell’alto Casentino e due nel basso e quindi la situazione era sostanzialmente nella norma, i numeri potevano essere anche in quel momento più alti di quanto previsto ma non certo come la situazione che abbiamo adesso. Questo vuol dire che sono sovraccaricate, e anche se la Dott.ssa Guerra è sempre stata disponibilissima ci sono state difficoltà per i contatti telefonici, difficoltà per una visita in tempi brevi. Ormai da anni i pediatri non fanno più le visite a domicilio e questo crea tutta una serie di disagi e ci sono casi in cui se il figlio si sente male vai in Pronto Soccorso, ma a quello di Arezzo!».

Certo se le porte di Bibbiena sono chiuse… «E questo in qualunque caso, per ogni esigenza vieni comunque indirizzato ad Arezzo. Mi sono ritrovata al Pronto Soccorso di Bibbiena con un bambino di un anno e mezzo in crisi respiratoria, mi è stato detto: «Portatelo ad Arezzo perché qui il pediatra non c’è». Siamo dovuti andare noi di notte con la nostra auto con un bambino in crisi respiratoria ad Arezzo che, una volta arrivato, è stato quattro giorni attaccato all’ossigeno, a Bibbiena non sono stati in grado neppure di fare questo per farlo respirare. Questo è successo già due anni fa…».

Praticamente da quando il Punto Nascita è stato chiuso tutto quello che riguarda l’assistenza pediatrica e ginecologica è stato cancellato…. ci sono stati bambini che hanno rischiato di nascere per strada, e almeno uno è nato davvero in ambulanza. A Bibbiena ormai non si ferma più nessuno anche se c’è un caso che richiederebbe un intervento immediato e c’è il rischio di non arrivare ad Arezzo… «Diventa un ulteriore perdita di tempo e nessuno si ferma più…».

E per portare i bambini da pediatra dove sono gli ambulatori? Sembra che almeno sia stato riaperto quello a Pratovecchio Stia? «Si per un giorno a settimana per circa tre ore, è stata proprio la Dott.ssa Guerra che ha voluto prevedere una presenza anche qui. Quindi adesso il servizio è aperto a Poppi, Soci, Stia, Bibbiena e Rassina. Il pediatra è presente tutti i giorni ma la mattina o il pomeriggio in ambulatori diversi».

E adesso la Dott.ssa Guerra viene sostituita da altri ma in definitiva il numero dei pediatri resta lo stesso… «Si, sono sempre due. Da precisare che la pediatra non va via, ma viene mandata via. Non è una sua scelta. Lei è di Soci e vorrebbe rimanere in Casentino. Fino ad ora il problema era la mancanza di pediatri perché nessuno voleva rimanere in Casentino, ora ci sarebbe una pediatra che sarebbe disponibile. Ma è stata fatta una nuova graduatoria dopo un concorso e quindi è previsto l’arrivo di altre due pediatre che vengono da fuori del Casentino e che probabilmente si fermeranno qui solo per poco tempo…».

Ma perché l’esito del nuovo concorso interessa anche la dottoressa che già era già presente? «Perché la Dott.ssa Guerra ha sostituito la collega che era andata via solo provvisoriamente ed è stato necessario fare un altro concorso. La cosa sconcertante è che la Dott.ssa Guerra non è risultata tra i primi per il fatto di aver lavorato all’estero, è stata penalizzata per aver fatto un’esperienza professionale all’estero che francamente dovrebbe essere un valore aggiunto o comunque equiparata ad altre esperienze. Si sta parlando di un medico giovane, con già importanti esperienze professionali, che è rientrata in Italia e in Casentino per motivi personali e familiari e che quindi ha la prospettiva di vivere qui sul territorio e di dare anche una garanzia di continuità all’assistenza dei nostri bambini che tutti gli anni si vedono cambiare pediatra. Ricominciare ogni volta con un nuovo medico è complicato visto che ci sono situazioni di bambini con percorsi complessi e malattie più o meno lunghe. La sostituzione della Dott.ssa Guerra causa una ulteriore grave perdita dal punto di vista della continuità assistenziale perché ci ritroveremo con una persona che viene da fuori, starà qua un paio di anni e poi chiederà di essere avvicinata a casa come è già successo con altri. Il Casentino è un po’ il parcheggio per un paio di anni per avere un po’ di punti in graduatoria e riavvicinarsi. Chi verrà sarà anche competente, ma il disservizio è dato dalla mancanza di continuità, anche semplicemente nel rapporto tra il genitore e il medico. Tutte le volte ci troviamo una persona diversa che dobbiamo conoscere, con cui dobbiamo capire come relazionarsi, di cui dobbiamo capire quale disponibilità ha nei nostri confronti, in più per chi ha dei bambini con situazioni patologiche è necessario rispiegare di nuovo tutta la situazione sanitaria del bimbo. Diciamo che il Casentino è lo zimbello di tutti, è inutile che vengano dette tante parole, le cose essenziali non ci sono. Tutti noi abbiamo scelto di rimanere in Casentino, alcuni sono venuti da fuori ad abitare qui. Siamo in un posto sicuramente bellissimo ma augurati che vada tutto bene…».

Quindi riassumendo i problemi che evidenziate sono legati alla garanzia di continuità del servizio e alla necessità di avere anche un livello di sicurezza e assistenza maggiore, perché praticamente sul territorio occorrerebbero almeno altre due pediatre. Pediatre che però devono garantire anche una continuità di presenza… «Se poi dobbiamo rimanere con solo due pediatri devono riattivare un servizio di pediatria all’ospedale che sia decente e decoroso…».

In modo che l’ospedale torni a supportare in modo adeguato i pediatri, anche perché al di là del numero, un pediatra non può essere disponibile ventiquattrore al giorno… «Esatto….».

Voi avete qualche esempio di quale era la situazione con il Punto Nascita di Bibbiena aperto? «Io si per lavoro…».

Situazioni come quelle che avete raccontato avrebbero potuto essere affrontate direttamente a Bibbiena? «Certo, quando c’era il servizio ospedaliero si aveva la copertura su tutto il giorno sia ostetrica, che ginecologica, che pediatrica. Era un ospedale completo. Poi in casi particolari ci poteva essere la necessità di essere trasferiti in altri ospedali ma in ambulanza, e comunque la prima assistenza era assolutamente garantita. Il problema di essere indirizzati tutti ad Arezzo rende quell’ospedale inaccessibile. Chi di noi è andato là, per vari motivi, visto il grande numero di accessi ha avuto anche risposte poco carine del tipo: «Cosa lo porti a fare.»…

Anche perché ad Arezzo non c’è un Pronto Soccorso pediatrico… «Non c’è, ma poi lì sono saturi. Il problema è che la sanità pubblica viene dimenticata e i primi a risentire di questo è la fascia dei bambini e quella degli anziani».

Cosa vorreste chiedere per trovare soluzioni alle vostre non poche difficoltà? «Vogliamo chiedere un servizio che sia decorso ed efficiente. Vogliamo ringraziare la Dott.ssa Guerra per il suo lavoro e ribadiamo che come famiglie siamo disposte a fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per sostenerla. Poi vogliamo dire che le famiglie si sentono prese in giro da chi le dovrebbe tutelare. Nessuno si è esposto su questo problema, tutti si fanno carini quando inaugurano panchine o altro ma a noi di avere una nuova rotonda con una scultura non interessa molto…

Noi come gruppo mamme abbiamo iniziato ad avere contatti con la Dott.ssa Antonella Secco della ASL (Direttrice socio sanitaria del Casentino, n.d.r.) e con il sindaco Filippo Vagnoli, (presidente della Conferenza dei sindaci, n.d.r.) da un anno. Abbiamo chiesto soluzioni a questa crisi, e lo è a tutti gli effetti, ma ci sono state date solo risposte assolutamente elusive e non certo minimamente rassicuranti. Ci siamo rivolte al Difensore Civico presso la Regione Toscana che ha risposto alle nostre richieste cercando e chiedendo spiegazioni sempre alla Dott.ssa Secco, che ulteriormente ha eluso le richieste. Siamo di fronte a una situazione in cui chi dovrebbe intervenire trova tanti pretesti, prima la mancanza di pediatri, poi di risorse, e alla fine il problema non lo sta risolvendo. Poi sembra anche che noi si dia fastidio. Sembra che quando abbiamo scritto al Difensore Civico ci siano rimasti male. Ma come? Dovrebbero ringraziare che ci sono persone sul territorio che si preoccupano dei servizi pubblici. Oppure quale è il problema? Il territorio o la tua autostima di amministratore?».

Oltre al fatto del forzato cambio di pediatra ora però c’è anche un rischio dovuto ai tempi della sostituzione… «C’è un problema legato alla scadenza del mandato della Dott.ssa Guerra ch dovrebbe concludere il servizio a fine giugno, ma le altre saranno inserite da settembre, quindi la Dott.ssa Guerra dovrà rimanere altri due mesi ma lo farà solo per venire incontro alle famiglie…».

Quindi a luglio e agosto ci sarebbe un’ulteriore mancanza? «Esatto, si rimarrebbe scoperti. La dottoressa conclude il mandato e la ASL ha chiesto se poteva rimanere luglio e agosto in attesa che le altre facciano le ferie per poi prendere servizio…».

E in tutto questo periodo di tempo non ci sono le condizioni per fare in modo di avere di nuovo quattro pediatri in Casentino? «Sarebbe come tornare alla situazione di qualche anno fa. Tra l’altro, se fosse tenuto conto del bene del territorio, si potrebbe prendere atto della disponibilità e della volontà della Dott.ssa Guerra di rimanere in Casentino e trovare le forme per farla comunque rimanere in servizio per dare almeno supporto agli altri medici…»

Ultimi articoli