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lunedì, 29 Aprile 2024

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Il Casentino come New York?

di Lara Vannini – Casentino vs New York… una provocazione ammettiamolo subito, così sarà più facile fare il paragone e indagare i vari perché dell’arte e dell’importanza di mantenere vivi arte e artigianato in qualsiasi parte del mondo. TriBeCa, tra Canal Street e il Financial Center, è per antonomasia il più noto triangolo degli artisti a New York. Quando arriviamo qui, oltre a vedere le sedi delle produzioni televisive di Robert de Niro, un progetto successivo all’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, iniziamo subito a roteare gli occhi in cerca di arte e musicisti squattrinati, la peculiarità di questa zona.

Sicuramente gente strana ne incrocerete parecchia: stili, mode e tendenze, sembra che a TriBeCa tutto sia possibile, senza che la moda detti i suoi principi. Mentre siamo abituati a pensare che l’abito faccia il monaco, qui è il monaco che fa l’abito nel senso che non troveremo certo le scarpe all’ultimo grido o quei pantaloni alla zuava, che tanto spopolano in Italia da quest’inverno! Qui incontreremo l’hippy convinto, la dark con copricapo horror, il vero rapper che gira tutto tatuato in ciabatte e corona in testa. Viene da ridere ma la situazione è molto più seria di quanto possiamo immaginare e la verità è solo una: libertà di esprimersi. Dunque ci avventuriamo a TriBeCa per trovare l’essenza dell’arte newyorkese ma scovare un atelier sarà fatica non da poco.

Questo quartiere ha avuto uno sviluppo molto interessante. Solo negli anni ’70 era un’area povera che ospitava fabbriche e magazzini, un luogo dove era facile trovare genuine forme artistiche nate spontaneamente come linguaggi per esprimere un disagio sociale. Paradossalmente il rigurgito di fermenti artistici e forme d’arte hanno fatto si che questo quartiere crescesse sia di livello che di popolarità, tanto è vero che oggi è un quartiere abbastanza rinomato e caro per gli affitti. Questo ha fatto si che gli stessi artisti che avevano contribuito, loro malgrado, allo sviluppo del quartiere ne fossero poi allontanati per il costo della vita troppo alto. Oggi TriBeCa è un popolare triangolo per shopping e localini, ma è nella parte alta di Soho tra Bowery e Houston Street che si può respirare ancora l’aria di un tempo. Una zona dove ancora girovagando è possibile trovare murales di Keith Haring, o curiosissimi negozi di artigianato, evocativi di fatti e circostanze tristemente note, veri locali dalle origini italiane a volte set per le riprese di film o cortometraggi. Ma tutto questo cosa può avere in comune con il nostro amato Casentino? Sicuramente più di un’analogia. Il fatto per esempio che l’abbandono dei centri abitati si può combattere efficacemente incentivando arte ed artigianato. Che i piccoli paesini montani della nostra vallata, possono sopravvivere solo tenendo in considerazione la propria storia e le proprie tradizioni ma che da soli senza progetti mirati di riqualificazione non potranno mai farcela. Ed un progetto non è sempre ed esclusivamente questione di soldi, ma anche e soprattutto questione di idee. Coinvolgere ad esempio artisti locali per riqualificare parchi e strade, creare percorsi di trekking che uniscano più borghi e frazioni caratteristiche, far conoscere al turista non solo i centri più popolari della vallata come Santuari, Monasteri e Castelli ma le innumerevoli piccole frazioni casentinesi incastonate nella roccia come piccoli diamanti, ma purtroppo scarsamente popolate.

Così com’è stato per TriBeCa, l’equazione resta valida ovunque, l’arte da lustro e riqualifica le aree, portando turismo e quindi benessere per il territorio che ne è interessato. Fortunatamente manifestazioni interessanti e degne di nota in Casentino ce ne sono ogni anno, iniziative che andrebbero valorizzate e soprattutto tenute vive nel lungo periodo. Del resto a Chiusi della Verna proprio quest’anno c’erano in mostra le opere di Alberto Burri, artista italiano noto in tutto il mondo, in esposizione permanente al museo di arte moderna Mo.Ma di New York. Scommettere sulla vallata casentinese si può e c’è chi se n’è già accorto!

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