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domenica, 18 Maggio 2025
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Corte dei Conti, dipendenti, sindacati: cosa succede all’Unione?

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L’Unione dei Comuni del Casentino, il nostro carrozzone a 9 posti, continua a far parlare di sè in sede regionale. E’ di pochi giorni fa l’interrogazione (che trovate sotto) presentata dai consiglieri regionali Mugnai e Ammirati sull’istruttoria aperta dalla Corte dei Conti proprio sulla ex Comunità Montana.

Ma cosa sta succedendo nel palazzo di Ponte a Poppi? Solo poche settimane fa più di 50 dipendenti dell’Ente hanno sottoscritto una lettera indirizzata al presidente Santini in cui si esprimeva forte preoccupazione per le decisioni prese in merito al nuovo organigramma, soprattutto per il settore agricoltura e foreste, e in cui si riteneva: “imprudente l’adozione di qualsiasi altro provvedimento, vista la scelta estremamente delicata, che potrebbe pregiudicare le prospettive umane e professionali di uno dei più importanti settori di questo Ente.” Su questo tema abbiamo anche già pubblicato un preoccupato appello dei Sindacati aretini.

Anche l’interrogazione che qui alleghiamo pone molti interrogativi, soprattutto sulla legittimità delle decisioni prese da Santini e dalla sua Giunta in relazione alla nomina del direttore generale. Attendendo la conclusione della vicenda e un pronunciamento difinitivo della Corte dei Conti in merito, è possibile che tutti gli atti deliberati fino ad oggi dallUnione siano da considerarsi illeggitimi? I dubbi in merito sono molti. Certo è che il nostro “carrozzone” rischia di fermarsi ancora prima di cominciare il suo periglioso cammino.

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“Ricicla, Riusa, Baratta”

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Ecologia, senso civico e solidarietà sono gli obiettivi che hanno ispirato il gruppo di genitori di Annata99 e Padre Raffaele della parrocchia di Sant’Ippolito di Bibbiena  nell’organizzare il primo Mercatino svuota soffitte “Ricicla, Riusa e Baratta” che si terrà nel giorni 9 e 10 Giugno p.v. all’Oratorio di San Domenico Savio di Bibbiena.

Trenta e più espositori si sono già iscritti nelle aree tematiche  proposte che vanno dall’hobbistica, bricolage, fai da te, fino ai giochi, musica, giardinaggio passando per l’oggettistica, abbigliamento  e mercatino dei ragazzi. In particolare l’evento “svuota soffitte”  area autogestita dai ragazzi ,  vuole essere oltre ad un importante  momento di  aggregazione,  un messaggio (in una società basata sul consumismo sfrenato)  dell’importanza  di riutilizzare un oggetto, destinato ad essere “buttato”  e quindi acquisire un senso “ecologico” e uno stile di vita più eco-compatibile (sobrio).

L’inaugurazione è prevista per sabato 9 giugno alle ore 9.00, nella serata cena presso l’Oratorio e proseguimento del Mercatino in notturna fino alle 22,00. La chiusura degli stand è prevista Domenica 10 giugno alle ore 13,00 dopo la Messa celebrata da Padre Raffaele Mennitti presso lo stesso Oratorio.

Nuovi giardini e vecchi lampioni: qualche domanda al Sindaco di Bibbiena

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Abbiamo appreso con piacere, dai comunicati dell’assessore Lorenzoni, che prossimamente vedremo la conclusione di numerose opere pubbliche che riguardano il Centro Storico di Bibbiena ed i suoi accessi. Attendiamo con trepidazione. In particolare aspettiamo la restituzione alla pubblica fruizione dei giardini pubblici del Piazzale della Resistenza (rimane tutto il nostro scetticismo e le nostre perplessità sull’operazione “scale mobili”. Ai posteri l’ardua sentenza…)

La riorganizzazione dei giardini del piazzale   è stata una scelta opportuna. Sono un luogo importante per i bibbienesi, una terrazza sul basso Casentino, un possibile luogo di incontro, anche grazie alla presenza della attiva bocciofila.

Caso mai ci chiediamo i motivi dei forti ritardi nella loro riapertura. I lavori sono stati consegnati alla ditta nell’ottobre scorso e la loro esecuzione era prevista in sessanta giorni (così recita il cartello di cantiere). Ormai sono passati otto mesi!

In questi giorni, anche su sollecitazione di alcuni cittadini, abbiamo voluto dare uno sguardo alla nuova organizzazione ed allo stato dei lavori. Nel mentre stavamo guardando,  un cittadino ci ha fermati e ci ha chiesto: ma i vecchi lampioni?

 Già!. E’ stata installata la nuova illuminazione, con dei nuovissimi lampioni, grosso mosso in stile antico. Tanto è vero che, lì per lì,  pensavamo che fossero stati riutilizzati, anche quelli esistenti da molti anni. Ma aveva ragione il cittadino. Sono tutti nuovi.

La domanda allora è lecita. I “vecchi” lampioni in ghisa hanno un loro valore storico. Vanno  ormai considerati come un bene culturale,  un esempio  di archeologia industriale. Non spetta a noi discutere se era bene riutilizzarli o no. Ma certo come cittadini vorremmo sapere: dove sono finiti? Sono stati demoliti? (ci auguriamo di no). Sono stati depositati nei magazzini comunali, in attesa d qualche riuso? Ce lo auguriamo.

Onde evitare anche il diffondersi di strane voci, e per la trasparenza che deve caratterizzare una pubblica amministrazione, ed a tutela del buon nome della stessa amministrazione (cui noi teniamo, indipendentemente da chi amministra),  ripetiamo la domanda al Sindaco ed agli assessori competenti, anche per conto del cittadino che ci ha posto il problema: dove sono i vecchi lampioni in ghisa del piazzale della Resistenza?

Infine, da inguaribili sognatori della sostenibilità ambientale,  un’altra considerazione: parliamo tanto di contenimento energetico, di inquinamento ambientale, e tra questo anche di inquinamento luminoso. Allora domandiamo: è proprio indispensabile una illuminazione a giorno di quello spazio, come fosse un luna park? Una soluzione più “sobria” (come si direbbe oggi), più economica nella realizzazione e soprattutto nella gestione, non era proprio pensabile!?

Sinistra Ecologia Libertà Casentino

Le storie d’Italia al CIFA di Bibbiena

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Nell’anno in cui l’Italia ha festeggiato i suoi primi 150 anni, mentre ancora si stava svolgendo il grande evento di PASSIONE ITALIA – UNA GIORNATA ITALIANA la Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche ha promosso un altro grande progetto fotografico che completa il percorso di lettura della realtà contemporanea mediante la fotografia.

Dal marzo 2011 al marzo 2012 Giovanni Marrozzini e Matteo Fulimeni hanno percorso le vie del nostro Paese a bordo di un camper. Ospiti dei circoli fotografici locali hanno lasciato ad ogni fermata un cantiere aperto fatto di incontri, pensieri e di voglia di raccontare. Ed hanno loro stessi lavorato, ognuno con il proprio mezzo espressivo, interpretando le storie dei territori e delle persone incontrate durante il viaggio.

Il titolo ITAcaStorie d’Italia www.itaca.me prende spunto da una lirica del grande poeta Kavafis: “Quando ti metterai in viaggio per Itaca/devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze.” E’ stato un viaggio del corpo e dello spirito, alla ricerca dei tanti mondi nascosti, delle storie e delle vicende che sono la linfa vitale del nostro Paese, nella consapevolezza che ciò che conta non è tanto raggiungere una la meta quanto far tesoro delle esperienze e delle conoscenze acquisite durante il percorso.

ITAca – Storie d’Italia ha vissuto della forza trainante del fotografo professionista Giovanni Marrozzini, della sua competenza fotografica e della sua carica umana. Questi ingredienti sono stati completati dalla passione degli associati alla Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche e dalla loro voglia di raccontare e di raccontarsi.

Giovanni Marrozzini è l’Autore FIAF dell’anno 2011, affermato per la sua indiscussa capacità artistica ed espressiva e per le sue grandi doti umane e di comunicatore, nonché per la professionalità e gli ottimi risultati raggiunti con la docenza in numerosissimi workshop. Marrozzini ha fotografato l’Italia raccogliendo le storie di un Paese ricco di cultura, vario, vitale e sofferente. A lui si è affiancato il giovane scrittore Matteo Fulimeni con i suoi scritti fortemente intrisi di una straordinaria vena poetica: ne è nato un racconto forte e dolce, una visione sorprendentemente parallela e del tutto autonoma rispetto a quella fotografica. I due punti di vista svelano l’ambiguità delle situazioni, le arricchiscono di nuovi segni e propongono ulteriori e diverse letture. Da una parte il fotografo, con il suo occhio acuto e il suo vibrare verso l’essenza dei personaggi. Dall’altra parte lo scrittore che guarda in uno spazio più ampio, ove l’accadimento fotografato è spesso solo una piccola parte della complessa e inafferrabile realtà.

Ma il lavoro di Marrozzini è stato anche di tipo didattico: ogni fine settimana, nelle destinazioni toccata dal camper, si sono tenuti workshop di fotografia, incentrati sule modalità del narrare. I partecipanti ai Workshop sono stati quasi 220 e ad ognuno di loro sono stati offerti gli strumenti per iniziare un cammino di esplorazione fotografica sul territorio e sulle sue storie.  La realizzazione dei lavori fotografici dei partecipanti, iniziata durante il workshop, è poi continuata fino al completamento delle opere. Una squadra di tutor ha lavorato per offrire assistenza agli autori nella realizzazione di un racconto, sia che avesse attinenza con il territorio sia che fosse elaborazione personale ed intima del tema fotografico scelto.

L’insieme delle opere è un grande mosaico di testimonianze, un documento espressivo e coinvolgente del nostro Paese e delle sue molte anime. Le fotografie di Marrozzini, i testi di Fulimeni con la loro capacità espressiva, ma anche il lavoro degli oltre 150 partecipanti alla selezione finale compongono una raccolta di STORIE dell’Italia contemporanea.

Il risultato del lungo viaggio viene esposto presso il Centro Italiano della Fotografia d’Autore, con inaugurazione il prossimo 16 giugno 2012.

La grande mostra del fotografo Giovanni Marrozzini occuperà le sale del vecchio carcere, mentre negli spazi esterni del Centro saranno installate le fotografie dei partecipanti al progetto nazionale: un percorso umano e didattico di incredibile intensità, che completa il ritratto contemporaneo del nostro Paese iniziato con l’esaltante esperienza di Passione Italia (4500 fotografi all’opera nel giorno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia) conclusa con la mostra nazionale del settembre 2011 a Bibbiena e con oltre 200 mostre locali in tutta Italia.

L’inaugurazione della mostra ITAca sarà un evento di grande portata per la presenza delle straordinarie immagini di Marrozzini, per le delle immagini dei partecipanti al percorso didattico, ma anche per la produzione di due libri fotografici:

ITACA con fotografie di Giovanni Marrozzini e racconti di Matteo Fulimeni

ITAca – Storie d’ItaliaPercorsi didattici che contiene le opere degli autori partecipanti ai workshop e l’analisi dell’esperienza didattica

Programma della manifestazione

SABATO 16 GIUGNO

– ore 16.30 INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DEI PARTECIPANTI AI WORKSHOP

Le storie, i racconti, la fotografia, la didattica: un viaggio lungo e fertile…..

– ore 17.30 INAUGURAZIONE MOSTRA FOTOGRAFICA DI GIOVANNI MARROZZINI

Un percorso attraverso la straordinaria fotografia di Marrozzini e i suoi racconti dell’esperienza vissuta.

ore 20.30 CENA PRESSO IL CIFA

Un altro modo di stare insieme

 

DOMENICA 17 GIUGNO 2012

dalle ore 10.00: incontri con i tutor, spazi di discussione, allestimenti e performance, mostre estemporanee

 

Info e prenotazioni: segreteria@centrofotografia.org

 

IL PROGETTO

Il viaggio: dal 17 marzo 2011 al 25 marzo 2012

Le tappe dei Workshop: oltre 40 diverse località italiane

Il Blog: www.itaca.me

Partecipanti al progetto: 216

Autori selezionati per la mostra finale:120

CASA DELLA SALUTE RASSINA – Lazzeri: “La Regione ricorderà la figura di Maddalena Mazzoni, dimenticata dal Comune di Castel Focognano”

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L’assessore Marroni si farà carico della situazione “per ricordare e erispettare la benemerenza della famiglia Mazzoni”. Spesi dalla Regione 315.000 euro per la realizzazione della Casa della Salute.
Il Comune di Castel Focognano si dimentica di Maddalena Mazzoni, ma la Regione Toscana no. È, in estrema sintesi, il riparo-tappo promesso dall’assessore al diritto alla salute, Luigi Marroni, alla buca che ha fatto inciampare l’Amministrazione focognanese quando, il 23 luglio 2011, fu inaugurata la “Casa della Salute” in via Dante a Rassina nell’ex ricovero della Fondazione Mazzoni. Quel giorno, al taglio del nastro non venne ricordata la signora Maddalena Mazzoni che donò, tramite testamento, l’immobile di sua proprietà alla comunità rassinese soprattutto per l’assistenza dei non autosufficienti. Né una parola, né una targa per ricordare questa importante e benevola figura che mandò su tutte le furie la Lega Nord Toscana, la quale presentò un’interrogazione in Regione. Oggi, l’assessore ha risposto a tale atto. «L’assessore – spiega il consigliere regionale del Carroccio, Gian Luca Lazzeri – ha confermato che si impegnerà in prima persona per riconoscere alla famiglia della signora Maddalena Mazzoni il fatto positivo di aver lasciato questo bene in eredità al Comune con destinazione sociosanitaria. Infatti, nessuno aveva ricordato la signora Mazzoni al momento in cui questo immobile era stato accettato dal Comune di Castel Focognano: né una targa, né un saluto nel momento in cui è stata inaugurata la struttura che oggi ospita la “Casa della Salute” e che ha impegnato 315.000 euro dei fondi della Regione per la sua realizzazione. L’assessore Marroni ha capito il problema e ha deciso di farsene carico per ricordare e rispettare la benemerenza della famiglia Mazzoni, in un momento in cui i lasciti delle donazioni a favore degli enti pubblici non ci sono più in questa regione».

Centri estivi a Poppi. Serata di presentazione

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Anche per questo anno l’Amministrazione comunale intende proporre l’esperienza dei centri estivi, un servizio educativo da realizzarsi nel periodo extra-scolastico, utile sia alle famiglie che ai ragazzi.

Per illustrare il programma delle attività è stata organizzata un riunione che si svolgerà, GIOVEDI’ 7 GIUGNO alle ore 21.00 presso il Ciaf di Ponte a Poppi – Piazza Risorgimento (Sala colori – 1° Piano).

All’incontro saranno presenti anche gli educatori di Ma.Ter Cooperativa Sociale Onlus che quest’anno di occuperà della gestione del servizio.

Le proposte per questa estate sono due: una da realizzarsi nei locali interni ed esterni del Ciaf di Ponte a Poppi, l’altra presso la struttura di Asqua, nel Comune di Poppi. I programmi sono differenziati e, ipoteticamente, per fasce di età diverse. Ciò per venire incontro anche alle esigenze dei ragazzi/e più grandi.

In particolare, il progetto di quest’anno si basa principalmente su fattori di tipo organizzativo e su principi pedagogico-educativi e di cura che sono necessari a dare valore al programma delle attività in cui si articola la proposta stessa. Trattandosi di un periodo che per i bambini e per i ragazzi è soprattutto “un periodo con lo spirito della vacanza”, si cercherà di far convergere gli elementi del gioco, del benessere e del divertimento anche in un’offerta di tipo educativo oltre che ricreativo. Un’offerta che contempli la possibilità di fare esperienze e scoperte nuove e inusuali, riferite al rapporto con se stessi, con gli altri e con l’ambiente, e che presti una particolare attenzione, per quanto riguarda i minori, sia alla ricerca di situazioni e contesti che favoriscano la comprensione e la consapevolezza di ciò che si sta vivendo e facendo, sia alla necessità di creare un clima generale piacevole, tranquillo, rilassato e sereno; per quanto riguarda genitori e famiglie, all’immagine di un contesto non improvvisato, attento ai bisogni, alle necessità e alla sicurezza dei loro figli e gestito da personale professionalmente e umanamente competente.

L’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Poppi

Conversazione sul nostro tempo e su quello che verrà con il regista Marco Tullio Giordana

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Provare a leggere i segni dei tempi che stiamo vivendo per capire se esiste e dove è una “meglio gioventù” capace di interpretare il presente e riaprire il futuro.

 

Sarà questo il tema di fondo della conversazione con uno dei più grandi registi italiani, Marco Tullio Giordana, in programma lunedì 11 giugno, ore 21, al cinema Italia di Soci, in provincia di Arezzo nella valle del Casentino.

Il regista de “I centopassi”, “La meglio gioventù”, di “Romanzo di una strage” è l’attesissimo ospite del ciclo di incontri “Le parole e il silenzio” organizzato dalla Fondazione Baracchi e dedicato quest’anno ai “germogli di cambiamento”.

La conversazione, condotta dai giornalisti Massimo Orlandi e Paolo Ciampi, avrà al centro i ricordi, i pensieri e le riflessioni di Giordana ma anche le suggestioni che arriveranno da alcuni frammenti dei suoi film.

Il cinema appartiene al nostro tempo, diceva il grande Orson Welles. Ma il cinema è anche sguardo sul mondo, capacità di far parlare i fatti e le persone. Possibilità di dare un altro senso a ciò che è stato e a ciò che potrà essere. E tutto questo è particolarmente vero per Marco Tullio Giordana, un regista che con la sua arte ha raccontato in maniera originale e coinvolgente il nostro Paese, specie nei suoi aspetti più misteriosi e controversi: dalla mafia (I centopassi), al terrorismo (Romanzo di una strage) sino a riassumere nella grande saga familiare de La meglio gioventù, uno dei più grandi film italiani di sempre, la nostra storia dagli anni Sessanta  ad oggi.

Nella biografia di Giordana risaliamo sino agli anni ’70 per trovarlo all’esordio con Maledetti vi amerò cui seguono La caduta degli angeli ribelli, Notti e nebbie, Appuntamento a Liverpool (dedicato alla strage dell’Heysel) e Pasolini, un delitto italiano.

Nel 2000 con I centopassi, film di denuncia sulla vita e sulla morte di Peppino Impastato interpretato da Luigi Lo Cascio,  vince il premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Venezia. Tre anni più tardi esce nelle sale La meglio gioventù, con il quale vince la sezione Un certain regard al festival di Cannes. Seguono Quando sei nato non puoi più nasconderti con il quale affronta il tema dell’immigrazione  e il film  per la tv Sanguepazzo con Monica Bellucci e Luca Zingaretti. Il suo ultimo film è Romanzo di una strage  dedicato alla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 e ai fatti che ne seguirono, fino all’assassinio del commissario Calabresi. Uscita nelle sale lo scorso marzo, la pellicola, che conta anche su uno straordinario cast  di attori (Pierfrancesco Favino, Luca Zingaretti, Laura Chiatti, Luigi Lo Cascio e Valerio Mastrandrea) ha vinto tre David di Donatello.

Gli stregoni del NO al Comune Unico

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di Nicola Spadi – L’esito del referendum sul Comune Unico ha confermato quello che, da originario di questa valle contraddittoria, ho sempre pensato fin dai tempi dell’adolescenza: siamo medievali. O meglio, conserviamo intatte le meraviglie dei bei tempi andati – tra le quali, appunto, quelle del Medioevo – ma evidentemente non siamo stati capaci di declinare al presente lo splendore della civiltà etrusca. “Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge” (Foscolo, reminiscenze del liceo scientifico di Poppi) mi proietta nuovamente nell’arena di un’impari lotta politica per affermare che è stata persa una grande occasione; infatti, mentre aleggia il dubbio che la ragioni del SI non siano filtrate a sufficienza nel delicato tessuto (panno del Casentino?) dell’opinione pubblica locale, è indiscutibile la chiarezza delle ragioni del NO, scaturite da un’elaborazione pseudo-politica di livello talmente basso da far tremare addirittura i mercanti del tempio che hanno fatto razzia della cosiddetta Seconda Repubblica. Il caso del mio paese di origine, Stia, è l’emblema di questa non-memorabile battaglia di retroguardia.
Un appello firmato dalla Giunta comunale si è levato in alto al fine di salvaguardare l’identità stiana; a questo comunicato della Real Corona, che può benissimo starci perchè, in fondo, gli ingranaggi di certa politica sono immodificabili (parola di chi ha sempre perso), si sono aggiunte iniziative individuali, con valenza pubblica, ad opera di solitari paladini del “piccolo è bello perchè ci sono nato” terrorizzati, ad esempio, dal trasloco dei servizi pubblici essenziali (falso). A tal riguardo, immagino gruppi organizzati di cittadini stiani che si recano a Capolona per effettuare un prelievo di sangue; oppure inferocite associazioni di Castel Focognano in rotta verso Poppi o Bibbiena (5 minuti di macchina con traffico intenso) per rinnovare i documenti d’identità. È l’ancestrale paura di perdere determinati privilegi (il posto fisso, vicino casa, a due passi dal nulla) che ha orientato una discussione importante su piani ben diversi da quello del bene comune. La crisi economica sta mettendo alla prova la sopravvivenza di una vallata che, forse, si è cullata per troppo tempo sugli allori. Maghi e stregoni hanno fatto leva sulla superstizione approfittando della benevolenza di molti casentinesi.
Sudditi o cittadini?

P.S.
Ho sentito anche dire che uno stiano non parla neppure la stessa lingua degli abitanti di Subbiano.
Cari miei, il livello è veramente molto basso.

SPRECHI A CAPOLONA – Lega Nord: “C’è crisi, le strade sono sempre dissestate, ma il sindaco si preoccupa solo di assumere personale”

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«La crisi colpisce Capolona, le cui strade sono piene di buche, ma per il sindaco la cosa più importante è avere un proprio staff che annualmente viene allargato con nuove assunzioni». È la denuncia di Giacomo Bardi, segretario della Lega Nord Casentino che commenta la deliberazione numero 70 della Giunta comunale di Capolona.

«In questa delibera – spiega l’esponente del Carroccio – si conferma quanto già deciso nell’atto deliberativo numero 57/2012 “in merito all’incremento della percentuale di servizio part-time (dal 66,67% al 91,67%), per il posto […] istruttore direttivo amministrativo-contabile Categoria ‘D1’”. E ciò previa modifica della dotazione organica del personale dell’Ente. In più, si dispone che un collaboratore professionale Categoria “B3” passerà da part-time al 50% all’80,56%. Ma non è finita qui. Vista la crisi imperante, la Giunta di Capolona ha deciso di assumere a tempo determinato full-time un dipendente di categoria “C1”, “da assegnare all’Ufficio di staff del Sindaco” e di assumere “mediante l’attivazione dell’istituto della mobilità fra Enti […], di un dipendente di categoria ‘C’, profilo professionale di ‘istruttore tecnico’ e […] con orario part-time”. In quest’ultimo caso, perlomeno non è stato confermato il full-time disposto dalla deliberazione numero 57».

Secondo Bardi, «tutto ciò è scandaloso. Un Comune come Capolona, che conta 5.500 abitanti, non può avere uno “Staff del Sindaco”. Manco fosse Milano… Al Sindaco Brogi voglio ricordare che, dentro la macchina comunale, ci sono valenti dipendenti che possono sopperire e soddisfare qualsiasi sua richiesta amministrativa. Perciò, non si ravvisa la necessità di spendere decine e decine di migliaia di euro all’anno in più per soddisfare le smanie di grandezza di Brogi».

Lega Nord Casentino

Dopo il Referendum: quale futuro per il Casentino?

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Archiviato il referendum sul Comune unico, non sono archiviati, purtroppo, i problemi del Casentino. Anzi, per certi aspetti risultano aggravati, sia per la progressiva crisi economica ed occupazionale, che non pare ancora voler volgere in positivo, sia anche per l’empasse delle amministrazioni locali. Il modo in cui è stato affrontato il referendum dai due comitati contrapposti (e forze politiche di sostegno, più o meno palese), quelli che la “fuffa” e quelli del “padroni a casa nostra”, purtroppo è stato devastante non per i risultati del sì e del no, ma per aver fatto arretrare le premesse politico-culturali che sarebbero necessarie per affrontare in modo serio una gestione unitaria (indispensabile e non rinviabile) del Casentino. E riteniamo un  grave errore (proprio per chi crede nell’Unione dei Comuni) che i  Sindaci si siano schierati, facendosi protagonisti di una battaglia all’insegna “padroni a casa nostra” che oggi rischia di rendere più difficile la ripresa di un dialogo costruttivoEravamo stati facili profeti, quando avevamo messo in guardia dal politicizzare il referendum. Purtroppo i commenti sui risultati non sono stati più incoraggianti (ma sui commenti ci riserviamo di intervenire con apposita riflessione).

Poiché siamo convinti che il Casentino non può fare a meno di una gestione unitaria sempre più integrale, ripartiamo dalla domanda che avevamo fatto a Sindaci nell’introdurre l’incontro del 3 maggio: “ E dopo l’8 maggio?”

Ora dobbiamo rispondere a questa domanda, anzi devono rispondere i Sindaci, anche facendo una analisi seria (e non strumentale) dei risultati del referendum ed uscendo dalle tristi e retrograde  battaglie di campanile o di contrapposizione politica sempre meno comprensibili ed accettabili.

Partiamo da un principio: i risultati di un referendum si accettano, non si discutono.

 Si possono però analizzare. Intanto la partecipazione. Si è cercato di svilire e depotenziare il significato del referendum, facendo  passare l’idea del disinteresse dei cittadini per la scarsa partecipazione. Noi la riteniamo, al contrario, eccezionale ed inaspettata. In una tornata elettorale che ha visto sindaci eletti con meno del 30% dei votanti, con una partecipazione al voto amministrativo complessivamente in forte calo dappertutto, un referendum (partito male, e proseguito peggio) ignorato  fino alla fine dalla politica e dai media , mai spiegato alla gente, che ottiene una partecipazione del 40%  (tenendo poi conto del disinteresse motivato di Capolona e Subbiano) è un dato eccezionale, certo non trascurabile. La vittoria del no con il 54%,  considerato lo schieramento di quasi tutti i sindaci, del PD, PSI e FdS, della CGIL, della stessa ARCI, (ed una certa scomparsa del comitato originario promosso dalla Lega) non ci sembra un risultato eclatante e dovrebbe far riflettere tutti, soprattutto a sinistra, al di là di frettolosi proclami d vittoria.

Ma è da qui che vorremmo ricominciare.

SEL si era proposta di svolgere un ruolo di informazione, di facilitazione del confronto, sapendo che comunque una soluzione unitaria per il Casentino andava trovata ed in tempi stretti.

Sul campo rimane, come strumento immediatamente disponibile,  l’Unione dei Comuni. Sappiamo però che questa può davvero essere utile ed efficace se coinvolge tutti i comuni (almeno gli 11 dell’alto Casentino). Questo non lo si può ottenere semplicemente dicendo: ha vinto il no, Bibbiena rientri! E nemmeno: a Bibbiena ha vinto il sì, quindi sto fuori dal’Unione.

Va immediatamente ripreso in mano lo Statuto dell’Unione, discusso in un confronto aperto e trovata una soluzione condivisa da tutti i comuni: nessuno può pensare di andare avanti con atteggiamenti ricattatori o strumentali, né Bibbiena, né gli altri comuni guidati dal centro sinistra. Una Unione dei Comuni senza Bibbiena  è destinata a non avere futuro. Bibbiena da sola non potrà reggere la sfida dei tempi della crisi e resterebbe un’isola chiusa nel suo fortino, senza svolgere quel ruolo di leadership che le compete se non altro per le sue dimensioni.

Noi lavoreremo in questa direzione, cercheremo ancora di riattivare il confronto. Solo così potremo verificare se c’è davvero la volontà tra i Sindaci di dare una gestione unitaria al Casentino, o se ci si copre dietro scuse pretestuose per mantenere lo status quo, con i più o meno piccoli poteri che nessun sindaco vuol perdere.

Anche perché,  è bene ricordarlo, l’Unione dei Comuni prevede di metter in pochi mesi in gestione unitaria il 90% dei servizi, compresa la gestione del territorio, (per noi la più urgente ed indispensabile). Un comune unico di fatto. E non sarà facile, per chi ha fatto proprio  motto leghista/bogheziano  “padroni a casa nostra”, convincere i cittadini che invece devono cedere quote di sovranità così importanti. Ed i proclami della minoranza di Pratovecchio (PD e FdS) sulla difesa della identità del paese non aiutano certo in questa direzione e rimettono in discussione anche l’idea della fusione dei piccoli comuni, compresa  quella di Pratovecchio-Stia.

 Sinistra Ecologia Libertà Coordinamento Casentino

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