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giovedì, 1 Maggio 2025

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La Romania in Casentino

di Mauro Meschini – Non occorre un particolare impegno o una eccessiva attenzione per comprendere quanto oggi anche il termine «casentinese» abbia in parte cambiato e ampliato il suo significato. Se in passato era utilizzato per indicare e «riunire» sotto un unico contesto tutte le persone che vivevano all’interno della nostra vallata, superando la rigida divisione che derivava dall’essere poi inseriti nei confini di uno specifico comune o, addirittura, frazione; adesso, pur continuando a essere riferito all’insieme della popolazione del Casentino, questo termine vede oggettivamente allargarsi il suo significato ormai non più comprendendo solo bibbienesi, pratovecchini, stiani… ma anche chi si è trasferito e ha scelto di vivere qui arrivando da altri territori, altre città, altre regioni, altri Paesi e, addirittura, altri continenti.

Si, i casentinesi sono sempre coloro che, per ragioni e motivi diversi hanno scelto di avere qui la loro casa, ma ormai non tutti, anzi forse sempre meno, sono nati in Casentino.

Un esempio di nuovi casentinesi è certamente rappresentato dai cittadini di origine rumena, alcuni arrivati qua in età adulta, altri da bambini, ma ormai sempre di più nati da famiglie già residenti in Casentino e quindi , oggettivamente, casentinesi di fatto. Ma, se una volta ogni casentinese trovava nel proprio comune un riferimento identitario che accompagnava l’essere parte dell’intera vallata, cosa unisce persone arrivate qui da uno stesso Paese, che magari non conosco poi così bene proprio perché nate e vissute quasi esclusivamente in Casentino?

Abbiamo pensato a questa particolare esperienza che ormai in tanti, anche dalle nostre parti, si trovano a vivere, parlando con Mihaela Bargan, la titolare del negozio Alimentari Nicu di Bibbiena, dove è possibile trovare proprio oggetti e prodotti tipici della Romania. In qualche modo anche così, aprendo un negozio di prodotti del proprio Paese di origine si contribuisce a tenere vivo il senso di appartenenza ad una cultura di origine che rimane parte di ognuno e che poi viene portata in dote alla comunità in cui si entra a far parte.

Se ci pensiamo bene già molto prima di questi ultimi decenni, in molti hanno attraversato questa valle provenendo da territori lontani e, allora, assolutamente sconosciuti, ognuno ha portato e lasciato qualcosa del suo bagaglio di storia, cultura e conoscenza. Così crescono e si modificano le comunità, da sempre, i muri sono sempre serviti a poco, anche perché spesso sono stati scavalcati, anche quando erano alti.

Ma tornando al nostro incontro con Mihaela, siamo venuti a sapere che, addirittura, quello che probabilmente è stato il primo rumeno ad arrivare in Casentino è arrivato nel 1970, un tempo che sembra lontano anni luce da oggi, oltre a questo in Romania, quindi anche qui in Casentino, si seguono diverse religioni: l’ortodossa, la cattolica, la protestante… ma al di là di questo aspetto esiste la cultura rumena e ciò che la caratterizza.

Questo bagaglio di storia, tradizioni, sapori, come dicevamo, ormai in Casentino lo possiamo trovare in ogni angolo, tra i ragazzi che fanno parte di una delle tante squadre o società sportive, tra coloro che prestano la loro opera di volontariato in qualche associazione, nei diversi luoghi di lavoro o nelle tante aziende che si trovano sul territorio. Il negozio di Mihaela è un punto di riferimento un po’ per tutti, un luogo dove chi lo desidera può ritrovare un qualcosa legato alla sua infanzia o al periodo che ha preceduto la decisione di spostarsi in Italia. Certo per alcuni, i più piccoli, o comunque per le tante ragazze e i tanti ragazzi nati qui questo negozio ha un significato diverso, anche il fatto di parlare di cultura rumena può apparire in questo caso un qualcosa un po’ misterioso. Per loro, immersi nella quotidianità casentinese, certi sapori, certe abitudini o storie assumono significati diversi che vanno maggiormente a intrecciarsi e fondersi con i suoni per loro più conosciuti dei paesi del Casentino.

Sono probabilmente loro i nuovi casentinesi di domani, figli di un’esperienza che li vede incrociarsi con tante culture e lingue di origine che poi si ricongiungono in quella del luogo. Ma Mihaela è figlia di una esperienza più vicina a quella delle persone più adulte, un’esperienza che, per alcuni aspetti, appare simile a quella di tante e tanti. «Sono arrivata in Italia nel 2003, sono stata fortunata perché ho fatto l’intero viaggio in auto, ma conosco anche chi lo ha fatto completamente a piedi. Ho fatto la badante per tanti anni, un lavoro duro, soprattutto in quel momento quando ero ancora molto giovane ed ero un po’ intimidita dal fatto di andare in casa di altri che non conoscevo. Poi nel 2007 la Romania è entrata nell’Unione Europea e dopo è stato più semplice muoversi e in due ore di aereo si riesce ad arrivare».

Mihaela nel 2010 ha poi aperto il suo negozio e da lì ha continuato a vedere tante e tanti della Romania arrivare, fermarsi, avere figli, vederli crescere e a volte anche ritornare nel Paese di origine dove magari erano rimasti gli anziani genitori o, nel caso delle donne che come lei erano venute a fare le badanti, il marito e i figli. Per tutti i protagonisti di questo continuo via vai ogni volta non è mai facile decidere di spostarsi, all’inizio lasci il cuore in Romania, dove stanno le tue origini e dove vive gran parte della tua famiglia, ma poi anche decidere di andare via dal Casentino dopo aver trascorso qui tanti anni, aver imparato la lingua, aver fatto nuove amicizie, aver sentito comunque di far parte di un nuovo contesto non è semplice. A questo particolare mondo, diviso tra due «luoghi del cuore», ha forse pensato Mihaela quando ha avuto l’idea di organizzare un momento di festa che ricongiungesse con la Romania chi da là si è spostato per abitare in Casentino.

Il calendario in questo 2024 ha dato una mano, il 1° dicembre era di domenica e in Romania questo giorno è particolarmente importante. Si celebra la Festa nazionale di Romania, che ricorda il giorno del 1918 in cui fu firmata l’unificazione di tutte le province rumene. A pensarci bene questa ricorrenza sembra molto simile al nostro 4 novembre 1918, fine della Grande Guerra, che qualche volta si considera anche quarta guerra di indipendenza considerato che, anche se con strascichi polemici, consentì all’Italia di riunificare anche Trento e Trieste.

Ma torniamo al 1° dicembre 2024 perché è questa data che è stata scelta per organizzare un momento di festa per la comunità rumena casentinese. Una festa che è stata grande, ma che sarebbe potuta essere ancora più grande se lo spazio a disposizione fosse stato di più, Il Centro Sociale di Bibbiena ha aperto le sue porte ma ben presto, come ci racconta Mihaela anche un po’ dispiaciuta, i posti a disposizione sono stati tutti esauriti.

«È stata una bella festa. Poi ho visto le persone che, anche se qui ormai hanno famiglia, hanno figli, sono stati felici di questo tuffo nelle loro radici. Ho visto delle persone con sguardi solari, sereni che ascoltavano la loro musica. È stato un momento di rilassamento per tutti, siamo stati in armonia come una grande famiglia che si ritrova. Chi ballava, chi parlava e ricordava delle esperienze fatte e magari raccontava ai più giovani il significato di quel giorno e della festa, una cosa che le ragazze e i ragazzi non conoscono. Molti indossavano abiti tradizionali, alcuni addirittura ereditati dai nonni. Importante è conoscere la storia che riguarda la tua famiglia occasioni come questa oltre che a stare insieme servono anche a risvegliare la memoria».

In occasione del 1° dicembre è arrivata alla comunità rumena casentinese anche un importante riconoscimento da parte del sindaco di Bibbiena Filippo Vagnoli, una lettera in cui si esprime la gratitudine a tutte le cittadine e i cittadini di origine rumena che in questi anni con la loro presenza e il loro lavoro hanno arricchito la cultura del Casentino e contribuito al suo benessere. Questo messaggio è stato un ulteriore elemento di soddisfazione per tutti e ha reso veramente particolare questa giornata che è stata la celebrazione di una Festa nazionale, ma anche il modo per riunirsi, ritrovarsi e stare insieme.

Mihaela ci ha detto che ci saranno altre occasioni per festeggiare, per trascorrere momenti sereni in questo Casentino sempre più terra di tutti.

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