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venerdì, 26 Aprile 2024

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L’aquila del Castel San Niccolò vola ancora

di Francesco Benucci – Il calcio, soprattutto quello odierno, forse dovrebbe fermarsi un attimo, sottrarsi alle luci della ribalta, prendere fiato, darsi del tempo, voltarsi e riscoprire le sue radici. Proprio così, le sue radici: perché, oltre le pay-tv, gli ingaggi stratosferici, i campioni che fanno tendenza, il successo ad ogni costo, oltre tutto ciò, convivono con la dimensione multimilionaria dello sport in oggetto, le scuole calcio del Paese, i campetti di periferia, i match nel fango dopo (o durante!) un temporale, la pizza del dopopartita; vive e ancora resiste, in sostanza, il pallone popolare, genuino, delle origini, fatto di condivisione, divertimento spensierato, appartenenza, colori, amicizia.
E forse è proprio questa la dimensione in cui va ad incastonarsi l’avventura del G.S. Castel San Niccolò, squadra neonata, anzi, rinata nell’omonimo borgo casentinese, per iniziativa del Presidente Paolo Agostini. Il nuovo sodalizio si pone infatti come un ideale ponte tra generazioni, accogliendo nella rosa giocatori giovani e con voglia di riscatto ed al contempo non tradendo quelle radici che si traducono nelle storiche tinte bianco-celesti, nel riproporre nella Terza Categoria dei Campionati FIGC un team che rechi il nome del Comune di Castel San Niccolò e nel voler riportare ai livelli che merita l’erede di una società capace di ottenere, nel lontano 1998, una memorabile vittoria presso lo Stadio Comunale di Arezzo che portò a sollevare la Coppa Provinciale, al salto in Seconda Categoria e qualche anno dopo, sulle ali dell’entusiasmo, alla promozione in Prima Categoria.

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Tuttavia, se il ricordo di quei risultati fa palpitare il cuore e luccicare gli occhi, è altrettanto vero che il punto di partenza della squadra attuale non è il mero successo sportivo fine a sé stesso; la vittoria acquisisce un senso se accresce l’entusiasmo e compatta il gruppo, ai fini di una graduatoria non solo numerica ma anche “umana”. Ecco perché la partenza difficile dei nostri nelle prime giornate della stagione, non preoccupa: a fronte di meccanismi da registrare, in campo, gli automatismi sembrano invece funzionare ottimamente nello spogliatoio dove sta crescendo un gruppo unito, solidale, di calciatori/ragazzi disposti ad aiutarsi a vicenda ed a collaborare tutti insieme, per il bene del team. Questo processo di inclusione, condivisione ed amicizia è incentivato e monitorato con occhio vigile dal Presidente e dalla sua Vice nonché braccio destro Susanna Fognani; tra l’altro, nella valorizzazione di un calcio dal sapore antico, non possono mancare le numerose cene di squadra, segno inequivocabile di rapporti, tra i vari componenti della rosa, che non si limitano alla giocata sul rettangolo verde ma che si esprimono anche nell’apprezzamento della cucina nostrana e nella convivialità che si crea intorno ad una tavola!
Al clima positivo che aleggia sui colori bianco-celesti contribuisce, rivestendo altresì un peso fondamentale nel percorso dei valligiani, l’orgoglio e il senso di appartenenza di quei compaesani che possono tornare a vedere nel campo sportivo di casa un undici che rappresenta con orgoglio la Comunità intera nella realtà della FIGC. D’altronde, anche in futuro, questo apporto risulterà basilare, magari sognando qualche exploit a livello sportivo che alimenti ulteriormente l’entusiasmo (scalata verso i playoff?), magari coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone, ma soprattutto conservando quella voglia di praticare un calcio che non si allontani dalle sue radici e che quindi continui ad essere, nella vittoria come nella sconfitta, una festa di colori, divertimento e complicità, con un forte legame col Paese e col vero significato dello sport.

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