di Melissa Frulloni – Mi ricordo quanto era importante il mese di maggio per la mia nonna Lidia. Devota alla Madonna com’era, lo aspettava con grande trepidazione. Per tanti anni è uscita la sera per andare a dire il rosario nella chiesina davanti casa; negli ultimi tempi invece lo ascoltava a Tele San Domenico perché era stanca e non aveva voglia di fare le scale.
Con i miei occhi di bambina, maggio, era un mese magico, quello in cui la primavera era più tangibile e il verde aveva preso il posto del grigiume degli alberi dell’inverno. La finestra poteva rimanere aperta, le rondini erano arrivate e ogni maggio era un segno di speranza e rinascita. Non per ultimo è il mese del mio compleanno che da bambina (ma anche da adulta) era ed è sempre un momento speciale.
E sempre grazie alla mia nonna, nella mia testa, maggio è anche il mese delle rose. Le coglieva in giro, insieme ad altri fiori, e faceva dei centri tavola bellissimi. La tavola poi si riempiva di formiche e anche se per lei erano fastidiose, per me era il segno che quei fiori erano “veri”, colti da lei, per la sua casa e per me.
Ma forse oggi, per il maggio di questo anno, le rose non bastano a portare un po’ di serenità. Non bastano per noi donne (casentinesi e non) perché, nonostante in molti siano restii ad ammetterlo, nel nostro Paese il numero di femminicidi e atti di violenza contro le donne è realmente un problema.
Aprile è stato un mese drammatico e siamo convinti che l’inasprimento delle pene da solo non possa bastare ad arginare il fenomeno. Quello che serve è un lungo e complesso ripensamento culturale, da mettere in atto quanto prima… Ma le rose non bastano neppure per noi mamme (e per le famiglie in generale, anche per i babbi!): la genitorialità pare essere ancora un tema “settoriale”, visto come quasi di nicchia e finché sarà così non potrà esserci un cambiamento consistente. La genitorialità non riguarda solamente chi è incinta o chi fa parte del nucleo in cui arriva un neonato. Riguarda tutta la società!
Maggio è anche la festa della mamma e per quanto sia piacevole essere festeggiate con un fiore (con una rosa magari…), sarebbe molto più giusto essere celebrate (ripeto, sia noi che i babbi!) con politiche volte a tutelare le nostre famiglie, la maternità, il fare figli, la possibilità comunque di avere una carriera; pratiche tanto esaltate, ma per nulla facilitate da nessuna politica governativa.
No, le rose non bastano se in alcune parti del mondo l’aborto è illegale, se ci vengono negati i diritti sessuali e riproduttivi, se c’è una limitazione di accesso al diritto sanitario…
Come sempre il Casentino riesce a proteggerci da tutto questo (e molto di più!) e certe cose (nonostante il Punto Nascita sia chiuso e il nostro Ospedale che resiste come può e che, lo ribadiamo, vogliamo tenerci stretto), sembrano un incubo che non ci appartiene.
Ma come sempre le montagne che ci separano dal resto del mondo, non lo faranno per sempre e quindi è opportuno impegnarsi subito, anche in Casentino, per pretendere molto di più di una rosa di maggio!