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giovedì, 1 Maggio 2025

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Museo Archeologico, nuova direttrice e nuovi orizzonti

di Fabio Bertelli – Il famoso detto popolare “anno nuovo, vita nuova” calza a pennello per la nostra storia. Il primo gennaio 2025, infatti, il Museo Archeologico del Casentino ha accolto la sua nuova direttrice: Caterina Zaru. Il 21 gennaio c’è stato il simbolico passaggio delle chiavi, con il quale è terminato l’incarico di Francesco Trenti, al quale rivolgiamo i nostri ringraziamenti e complimenti per il lavoro svolto, ed ha avuto inizio una nuova fase. Noi siamo andati a incontrare la direttrice nella sua nuova “casa” per farci raccontare qualcosa in più su di lei e sui progetti futuri del museo.

Buongiorno, ci parli del suo percorso e delle esperienze che le hanno permesso di ricoprire questa posizione? «Nonostante le mie origini casentinesi, in quanto mio nonno era di Cetica, io nasco a Firenze e lì mi formo. Nella città di Dante ho preso entrambe le mie lauree, una triennale in “Storia e tutela dei beni artistici” ed una magistrale in “Storia dell’arte”. Nel frattempo, ho avuto anche la possibilità di fare un periodo in Erasmus presso l’università parigina della Sorbona; esperienza che mi ha garantito, tra le altre cose, di incrementare il mio livello di conoscenza della lingua francese. Rimanendo sul percorso del Sommo Poeta, mi sono spostata a Ravenna dove ho fatto il dottorato in “Studi sul patrimonio culturale”. A differenza sua, Ravenna non ha rappresentato, per me, la fine, bensì un punto di inizio. Da lì mi sono trasferita nel Mugello dove ho lavorato presso il Museo Archeologico di Dicomano. Nel frattempo, sono divenuta anche direttrice del Museo Civico della paglia e dell’intreccio di Signa, comune in provincia di Firenze. Circa tre anni fa io e la mia famiglia abbiamo, tuttavia, deciso di venire ad abitare in Casentino, un territorio che, sebbene non avessi mai avuto modo di toccare direttamente, sentivo mio in qualche modo. Venuta a conoscenza del concorso per diventare la guida del museo, ho mandato il mio curriculum, i miei progetti e le mie idee e sono contenta di essere stata selezionata. Così dal primo gennaio di quest’anno ho iniziato questo mio nuovo percorso, che durerà sino ad agosto 2026».

Quali sono i progetti che ha presentato? «Il mio progetto si focalizza su due punti cardine: la volontà di consolidare ciò che è stato portato avanti dal mio predecessore e l’idea di promuovere attività rivolte al benessere psico-fisico delle persone. Procediamo con ordine. Francesco Trenti, l’ex direttore del museo, è una persona molto preparata ed intelligente, che ha portato avanti numerosi progetti ed iniziative, soprattutto sul tema dell’accessibilità, che io intendo assolutamente continuare. Così come intendo consolidare i legami che si sono progressivamente creati tra il museo e i vari istituti scolastici del territorio, in quanto ritengo che il legame con la propria terra e con le proprie origini sia qualcosa di fondamentale da apprendere sin dall’età educativa. Dunque, ci tengo a ringraziare caldamente Francesco per tutto il suo operato, e lo faccio cercando di portare avanti anche quelle che sono le sue idee. Per quanto riguarda le novità che vorrei apportare, esse riguardano soprattutto l’aspetto psico-fisico, legate al benessere della cittadinanza. In particolare, la mia idea sarebbe quella di promuovere attività in cui si intreccino la scoperta degli importanti siti archeologici del nostro territorio con il contatto con la natura. Siamo costantemente soggetti a pressioni e stress vari che ci dimentichiamo di quanto una semplice passeggiata a stretto contatto con l’ambiente naturale possa recarci benessere. Perciò, vorrei proporre questo tipo di attività, come trekking ed escursioni, nelle quali si possano coniugare attività all’aperto con la scoperta di zone del nostro territorio di rilevanza storica. La mia volontà sarebbe anche quella di proporre questo tipo di attività anche in lingua straniera, inglese e francese soprattutto, in modo tale da poter allargare il target di persone a cui esse possono essere rivolte».

Quali sono i suoi propositi per aumentare la visibilità ed il numero di visitatori del museo? «Anzitutto, come ho già detto precedentemente, da parte mia vi è la volontà di continuare in quel processo di collaborazioni tra il museo e i tanti istituti scolastici della zona. Questo perché ritengo che il primo passo nella valorizzazione delle nostre bellezze storiche e territoriali debba arrivare proprio dai concittadini. Auspico, dunque, che vi sarà un crescente interesse da parte di tutti gli abitanti della vallata. Dopodiché, occorre parlare di turismo. L’attività turistica è molto diffusa in Casentino, in quanto arrivano ogni anno oltre centocinquantamila persone. Tuttavia, non tutti i luoghi della nostra vallata sono “appetibili” allo stesso modo per i viaggiatori. Se da una parte godono del giusto riconoscimento luoghi come Poppi, Camaldoli e Chiusi della Verna, d’altra parte ci sono tanti territori che non vengono valorizzati come meriterebbero e non vengono presi in considerazione dalle migliaia di donne e uomini che decidono di trascorrere del tempo nella nostra valle. La mia volontà sarebbe quella di cercare di dare nuova linfa vitale a questi luoghi. Sarebbe opportuno partire proprio dal paese in cui ha sede il museo, Bibbiena, in quanto essa rappresenta una vera e propria delizia della nostra vallata, ricca di storia.

Ovviamente, questo processo deve essere fatto anche con la collaborazione delle varie Amministrazioni comunali del territorio, poiché solamente con il lavoro di squadra si può provare a vincere questa sfida complicata. Per quel che mi riguarda, ho già avuto modo di conoscere alcuni rappresentanti del comune di Bibbiena, tra cui il sindaco Filippo Vagnoli, con i quali ho condiviso i miei progetti e le mie idee. L’obiettivo è quello di muoverci in modo coordinato, come se fossimo un unico team. Essendo un museo di rilevanza regionale deve, quindi, esserci un lavoro congiunto con l’Amministrazione per ricevere i contributi da parte della Regione Toscana e per andare alla ricerca di nuove attività di finanziamento. In questo percorso è fondamentale anche il generosissimo lavoro compiuto dalla cooperativa Oros che, sino al 2028, è deputata a gestire il Museo Archeologico del Casentino come soggetto esecutore di Appenino Rete di Imprese».

Giuseppe Giacosa, scrittore e drammaturgo italiano, nel 1870 scrisse una commedia, divenuta famosa più per il titolo che per il contenuto: «Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova». Spesso usiamo questa frase per riferirci a quanto i nuovi inizi siano pericolosi, dal momento che la novità porta con sé l’ignoto, e l’ignoto fa paura. Eppure, in questo caso, non c’è espressione più inesatta.

Il Museo Archeologico del Casentino è passato dalle sagge mani di Francesco Trenti a quelle di Caterina Zaru, una giovane donna intraprendente, seria, determinata e competente. A questo punto non ci resta che farle un grandissimo augurio per il suo lavoro e augurarci che possa riuscire in tutti i suoi progetti, per il suo bene e per quello del nostro territorio.

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