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sabato, 5 Ottobre 2024

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Casentino 2024, e se…

di Mauro Meschini – Nella prossima primavera, oltre alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, per le quali sembra ormai ampiamente partita una invadente campagna elettorale a cui dovremo assistere per diversi mesi, è previsto anche un appuntamento amministrativo che interesserà praticamente tutti i comuni del Casentino, esclusi Montemignaio e Capolona che hanno già votato. A questa notizia, e considerato l’appeal che hanno le elezioni negli ultimi anni, si potrebbe correre il rischio di sentirsi domandare: «E allora?».

Ma, pur consapevoli che questo potrebbe essere un possibile esito a cui andare incontro, restiamo convinti che, pur se a volte imperfetto, lo strumento del voto libero è comunque il migliore strumento di Democrazia che sia stato sperimentato. Uno strumento comunque neutro, che in relazione ai momenti o alle vicende storiche può essere vissuto e considerato in modo diverso, ma che non cambia il suo intrinseco valore. Chi ha avuto l’occasione di vedere al cinema il film «C’è ancora domani», di Paola Cortellesi, ha un ottimo esempio per evidenziare dove sono le profonde differenze che esistono tra l’appuntamento elettorale raccontato nella storia e le elezioni che si svolgono in questi anni, il voto in sè è rimasto lo stesso, quello che cambia, e molto, è l’entusiasmo, la partecipazione, il valore che ogni singolo cittadino attribuiva allora a questa pratica democratica e non più, spesso, oggi.

Certo nel 1946 i motivi per essere emozionati e motivati erano veramente molti, ma crediamo che anche oggi ci sarebbero buoni motivi per fare altrettanto, se non altro perché, come detto, la Democrazia è comunque la conquista più bella che ci è stata tramandata ed è bene ricordare che non è per sempre, se non viene continuamente arricchita, valorizzata, tutelata.

Tornando al voto amministrativo, il cui richiamo probabilmente non potrà comunque equiparare in nessun caso quello di quasi 80 anni fa, abbiamo voluto provare ad immaginare cosa accadrebbe se, questa volta, le cose andassero in maniera diversa.

In particolare abbiamo immaginato una vigilia elettorale nuova, non con le solite liste last minute improvvisate che si vedono spuntare come funghi fuori stagione, ma un percorso partecipato che porti all’individuazione di proposte e candidati. Questo soprattutto dove c’è il rischio concreto di vedere realizzati terzi mandati o conferme in eterno, oppure dove da tempo si lavora sottobanco per estrarre dal cilindro il coniglio presentato come una novità, mentre invece rappresenta pienamente un elemento di continuità e conservazione.

Ma la vera novità che ci siamo immaginati è che questi percorsi, partiti magari in realtà diverse, abbiano presto preso strade comuni coinvolgendo i cittadini, non solo su tematiche relative al fare o meno un marciapiede, ma nella costruzione di un progetto complessivo che abbia come contesto l’intero Casentino.

Ecco la vera, unica e utile novità delle elezioni amministrative 2024: costruire un progetto di vallata che venga riproposto, nei suoi punti principali e caratterizzanti, in ogni comune o almeno in quelli più abitati, con la costruzione di liste che andranno a proporre ovunque lo stesso simbolo, un simbolo che permetta di riconoscere l’ambizione di andare ben oltre i limiti della frammentazione attuale e metta le basi per una totale trasformazione del Casentino.

Immaginiamo il fastidio che una proposta di questo genere avrà già provocato in alcuni personaggi, sarebbe già una nota positiva, il segno tangibile che la strada intrapresa è quella giusta. Sarebbe probabilmente anche l’unico modo per provare a restituire entusiasmo, interesse e centralità ad un appuntamento con la Democrazia che potrebbe rischiare questa volta di essere ancora più scontato e povero di idee se queste restassero, per l’ennesima volta, confinate dentro gli stretti confini dei singoli campanili. La prospettiva che abbiamo immaginato ha inequivocabilmente un punto di forza che è il progetto, un progetto aperto, di vallata, che raccolga idee e contributi di tante e tanti.

In più occasioni, nel corso del 2023, sulle pagine di questo giornale abbiamo ospitato, sia nella rubrica «Spazio alle Idee» sia come singoli contributi, tanti articoli che, nelle nostre intenzioni, dovevano rappresentare un primo piccolo patrimonio di proposte da mettere a disposizione.

Riproponiamo qui di seguito brevi brani tratti da alcuni articoli. Luca Galastri: «… Un Comune Unico. La nostra geografia ma anche le dinamiche del mondo spingono verso un’ovvia conclusione: questa terra è destinata ad essere unificata sotto una sola gestione. Il mio sogno e quello di tanti è quello del Comune Unico del Casentino. Questo è il primo ed essenziale punto di partenza perché solo un ente unitario può avere la forza e le risorse per promuovere la bellezza di questa terra, avere il peso politico necessario per rafforzare i servizi ai cittadini ed implementare investimenti nei trasporti».

Giorgio Renzi: «… Sarebbe infine necessario puntare su luoghi di aggregazione e su un progetto culturale permanente di vallata. La cultura deve essere lo strumento di interconnessioni con altre realtà, anche questo aiuterebbe a non essere isolati e spingerebbe i giovani a rimanere! Sembra che chiuderà il cinema Italia di Soci, ma non è pensabile che nessuna sala rimanga in Casentino, il cinema è anche aggregazione, incontro, non solo spettacolo».

Francesco Trenti: «… La prima (riflessione) che mi sento di fare, e intorno alla quale ci stiamo confrontando con altri colleghi, è quella della creazione di un Sistema Museale Casentinese ufficiale. […] per chi non lo sapesse, la normativa regionale (e nazionale) vigente prevede che un Sistema abbia un suo statuto/regolamento, una sua organizzazione, una sua programmazione unitaria. Cosa fondamentale è che il Sistema sia alla base di un progetto di sviluppo culturale omogeneo e amalgamato e non una mera somma di singoli. La varia natura e appartenenza delle realtà casentinesi non può però prescindere da una scelta politica netta e chiara fra due strade ben delineate: da un lato il proseguimento dello status quo, considerando la cultura al servizio dell’interesse particolare, con un orizzonte di tempo che personalmente non vedo andare molto oltre la prossima legislatura amministrativa; dall’altro una scelta che non so se definire coraggiosa, ma senz’altro lungimirante, che almeno nel campo dell’offerta museale faccia parlare il Casentino con una sola lingua. Capirete dalle mie parole da che parta io stia…».

Luca Conticini: «… Per tentare di recuperare almeno parte del tempo perduto, a mio avviso, occorre un’idea che proietti in avanti la nostra valle per almeno due decenni: anche questa volta si tratta di realizzare un’infrastruttura, un’autostrada, ma non per le auto; un’autostrada digitale. Lasciando le argomentazioni tecnico-scientifiche su queste materie a chi ha competenze ben più forti delle mie (e nel Casentino non mancano!), appare evidente che, usufruire di tali infrastrutture, aiuterebbe le aziende a recuperare parte delle difficoltà dovute all’isolamento territoriale».

Marica Marzenta: «… Un Casentino dove fare visite mediche in tempi dignitosi non dopo attese di mesi se non anni, e avere la possibilità di non ricorrere alle strutture private anche se le uniche efficienti per avere appuntamenti a brevissimo termine, sono costose e non tutti possono permettersi la visita privata, ma se urgente davvero è l’unico modo e, si sa, di fronte alla salute non si bada a spese… Per non parlare del reparto maternità che ormai da più di 7 anni è chiuso a Bibbiena e chi non ha fatto una corsa in ospedale ad Arezzo per partorire, chi non ha fatto ricorso al pronto soccorso pediatrico sempre ad Arezzo perché Bibbiena è rimasto solo un miraggio…».

Gianni Marmorini: «… Dovremmo sostituire il verbo vivere con convivere, il verbo esistere con coesistere. Non a caso forse il sostantivo vita nella lingua biblica esiste solo nella forma plurale chaim, quasi a ricordarci che nessuna vita può esistere al singolare. La convivenza tra i popoli, che il fenomeno delle migrazioni sta mettendo all’ordine del giorno, il rapporto con gli alberi e la convivenza con gli animali sono tutti elementi complessi della nostra epoca, ma da una felice soluzione di questa convivenza dipende la possibilità di vita per il nostro mondo».

Simone Borchi: «… I progetti di sviluppo turistico devono partire dalla consapevolezza che non possono essere calati sulla fotografia del territorio, ma devono relazionarsi con i suoi coltivatori-gestori: in assenza di questi verrebbe a mancare il presidio che consente di mantenere una residenza diffusa, un buon assetto idrogeologico e un livello minimo di servizi commerciali e alla persona. Questi residenti possono fornire alle strutture turistiche conoscenze, lavoratori stagionali, servizi di manutenzione, prodotti tipici e soprattutto un territorio già organizzato in cui il progetto turistico può portare un valore aggiunto».

«… La messa in sicurezza del bacino casentinese dell’Arno non dipende però dalle sole opere idraulico-ingegneristiche, peraltro non realizzate, ma anche da interventi manutentori, opere di piccola regimazione agricolo-forestale, salvaguardia dei terreni fertili e quindi della loro permeabilità. Quest’ultimo aspetto ricomprende la problematica dell’espansione edilizia in genere e in particolare dell’edificazione delle aree allagabili; la piana casentinese è ormai gravemente alterata da un proliferare di aree artigianali-industriali che hanno invaso gran parte del fondovalle secondo una logica puramente localistica, con danno per le stesse attività imprenditoriali che non hanno a disposizione quelle 2-3 aree in cui potevano essere concentrati servizi e strutture».

Se c’è un tratto comune in questi interventi è proprio il loro collocare idee e proposte in un contesto a livello di vallata, spiegando bene quanto il frazionamento abbia nel tempo pesantemente penalizzato il nostro territorio.

Per questo crediamo che il primo punto del programma delle liste che si presenteranno con lo stesso simbolo dovrà essere un cammino condiviso, nel corso della legislatura, per arrivare finalmente nel 2029 all’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale unico del Casentino.

Facciamo in modo e impegniamoci affinchè quello che abbiamo immaginato possa diventare realtà.

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