di Anselmo Fantoni – Abbiamo perso il treno per una viabilità moderna ed efficiente, addirizzato diritte con immissioni senza corsie di accelerazione (vedi diritta tra Calbenzano e S. Mama, n.d.r.), fatto rotonde su fossi quando a pochi metri c’erano spazi sufficienti (rotatoria del Pollino, n.d.r.). Sperperato milioni di euro in una gestione politico amministrativa scellerata. Politiche per gli anziani ne abbiamo? Pare di no. Politiche giovanili? Corsi per pastori ci sono, ma le pecore se le mangia il lupo. Rilancio dei centri storici? A breve, forse, l’apertura di un nuovo supermercato. Sviluppo di un turismo sostenibile imperniato sul nostro trenino? Provate ad arrivare a La Verna o Camaldoli coi mezzi pubblici.
Cambiamenti climatici, quale futuro? Un invaso sull’Archiano non sarà possibile a causa del terreno franoso delle sue sponde, rischieremo un nuovo Vajont, sull’Arno non è percorribile, l’unico progetto in embrione da anni se non decenni e quello sul Corsalone, ma pare che a suo tempo provocò una sommossa locale e ad oggi l’idea langue nei palazzi dei burocrati felici e dei politici attendisti.
Nel frattempo sta prendendo forma un progetto di un nuovo acquedotto a Soci, un importo di circa 5.000.000,00 di € finanziato da A.I.T. (Autorità Idrica Toscana) per 3.000.000,00 e il restante dal Comune di Bibbiena, (ma non è Nuove Acque che anche in Casentino si occupa dell’acquedotto?…).
Ma vediamo nel dettaglio i termini del progetto. C’è una ricchezza che i vecchi imprenditori e i monaci hanno lasciato in eredità al paese di Soci, il berignolo. Nel tempo ha servito il lanificio e lo serve ancora, per la rifinitura dei tessuti, l’energia veniva fornita dalla centrale idroelettrica della fabbrichina; serviva al molino dei monaci e ad alcune centrali idroelettriche minori oggi non più in funzione, serviva anche agli orti di tanti sociani. Proprio quelle acque serviranno a dissetare i cittadini di Soci e Bibbiena.
Le acque dell’Archiano, captate alla presa di Partina, saranno in parte convogliate ad un centro di potabilizzazione a Soci, ancora da individuare l’area su cui verrà realizzato. Da li le acque arriveranno alla cisterna di Bibbiena alta dove oggi arrivano dai pozzi di fondovalle e parte andranno ad alimentare il deposito del Farnetino che serve l’abitato di Soci. A fine progetto verranno dismessi i pozzi di fondovalle a Bibbiena che resteranno attivi in caso di emergenza idrica, ci sarà solo una piccola parte di acqua pompata dall’impianto di Soci al Farnetino.
Intanto, in virtù di predisporre un circuito casentinese delle acque, è allo studio la fattibilità di un collegamento dell’acquedotto bibbienese con quello poppese, proprio dal deposito del Farnetino all’acquedotto del Comune di Poppi. Il nuovo utilizzo delle acque del berignolo non dovrebbe compromettere le necessità idrica del Lanificio, dei sociani che usano le acque per scopo irriguo e in generale per tutti coloro che oggi usano le acque dell’Archiano.
Un piccolo passo per il Casentino un grande passo per i bibbienesi, che dovrebbero ricevere acque migliori risparmiando tanta energia elettrica, ovviamente al netto dell’investimento, e senza alcun sconto in bolletta come è giusto che sia. Come potremmo raccogliere acqua per irrigare, bere e accontentare le industrie idrovore?
Difficilmente passeremo per invasi come in Valtiberina, probabilmente daremo nuovamente impulso a piccoli invasi, un po’ come i laghetti esistenti qua e la, magari utilizzando parte di quelli già esistenti. Chi sa se i miei nipoti vedranno realizzati questi ambiziosi progetti, ancora in gran parte da scrivere, in un andamento lento di decisioni, parco di realizzazioni in una terra che economicamente, demograficamente e socialmente vive un inesorabile declino.
Ma forse un giorno i tanti giovani fuggiti da qui decideranno di tornare, ricchi di esperienze e idee, geneticamente predisposti a combattere tenacemente per dare al Casentino un nuovo futuro, a noi non resta che tener botta e salvare il salvabile.
L’autostrada dell’acqua sarà una scommessa vinta? Si parte da Soci, speriamo di arrivare lontano, almeno da Montemignaio a Rassina, di acque di qualità ancora ne abbiamo.