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venerdì, 26 Aprile 2024

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Bibbiena: il Sindaco denuncia un caso di abuso della legge 104

In Italia ci siamo abituati, in maniera ormai distorta, ai tanti abusi che si fanno delle leggi che invece dovrebbero tutelare chi è in difficoltà. Un’abitudine che è diventata assuefazione. Ma c’è qualcuno che non accetta di assistere allo sbando e all’omertà tutta nostrana di tutela dei privilegiati ossia di coloro che, pur avendo un lavoro pubblico, tutte le sicurezze e condizioni economiche giuste, si beffa del sistema, delle istituzioni, e soprattutto di quei milioni di cittadini che sono senza lavoro, senza sicurezze, senza futuro. Il Sindaco Daniele Bernardini è una di queste persone che, ad un certo punto, ha detto “no” agli abusi che ci sono nel pubblico impiego e ha deciso di raccontare una storia che riguarda l’ente di cui è responsabile, anche moralmente, come ha fatto notare anche lui stesso.

“Fare il sindaco per me è un privilegio – inizia a raccontare il Sindaco – ma significa anche tanti doveri e uno dei più importanti è quello di tutelare le persone, i loro diritti, ma anche vigilare per evitare soprusi e parlo anche della struttura comunale stessa. Come Giunta abbiamo proceduto nell’attuare internamente una ristrutturazione anche dei diversi ambiti lavorativi e questo al fine di rendere l’ente più efficiente, riorganizzando le risorse umane. In questo contesto e nella politica di valorizzazione del Museo Archeologico del Casentino, a cui teniamo molto per la sua capacità attrattiva, ma anche per la sua funzione culturale di valorizzazione e conservazione, abbiamo deciso di inserirci una persona che prima lavorava all’interno della struttura nell’ufficio protocollo che, al contrario, soffriva di un’eccedenza di personale rispetto al carico di lavoro giornaliero.

Per la Giunta e per l’ente questo passaggio, oltre che necessario e fatto senza nulla togliere, in termini retributivi e di diritti alla persona, era stato visto anche come un’opportunità e una rivalutazione professionale. Al contrario, il dipendente lo ha percepito, contro ogni logica interna e di legge, come un sopruso fatto contro la sua persona. A questo punto la stessa ha minacciato di chiedere un’aspettativa in base alla legge 104, minaccia alla quale sono seguiti i fatti. Quando è stato formalizzato lo spostamento, il dipendente in questione ha chiesto due anni di aspettativa, per poter accedere ai benefici di questa legge che, come sappiamo, dovrebbe servire alle famiglie per prendersi cura di persone disabili.

Per il rispetto che ho del ruolo che ricopro, dell’ente che rappresento in questo momento, dello Stato, dei cittadini che fanno sacrifici ma soprattutto di quei milioni di giovani che non hanno lavoro (in Italia siamo arrivati al 43%!), mi sento in dovere di raccontare questo fatto imbarazzante che ci tocca tutti da vicino. Avrei potuto tacere e sicuramente non avrei avuto problemi, ma tacere significa acconsentire ad un atteggiamento diffuso, accettato purtroppo, di sopruso nei confronti di un bene che è pubblico, ossia è di tutti. Per dare delle cifre indicative, la comunità di Bibbiena, nei prossimi due anni, dovrà sostenere un costo di circa 70 mila euro, senza avere alcuna contro prestazione lavorativa. Ritengo che la rinascita del nostro Paese debba ripartire da qui, ossia dalla indignazione nei confronti di ciò che non funziona e dei soprusi fatti sulla testa di cittadini che soffrono per la mancanza di lavoro.

Chi lavora nel pubblico oggi, in un momento di crisi profondissima e dolorosa, ha una responsabilità in più degli altri perché il proprio lavoro è fatto dentro un’istituzione che è sostenuta da tutti i cittadini e dai loro sacrifici. Odio gli indifferenti e lo dico per riprendere un’omelia famosa, e perché ci credo davvero: l’indifferenza nei confronti di queste cose ci rende tutti colpevoli”.

Daniele Bernardini
Sindaco di Bibbiena

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