fbpx
6.7 C
Casentino
venerdì, 26 Aprile 2024

I più letti

I politici dell’antipolitica

In questa pazza estate della politica casentinese, mentre l’ondata di calore africano portata da Caronte obnubila le menti, è difficile riprendere le fila di un ragionamento, della necessaria razionalità che bisognerebbe avere quando si parla di cosa pubblica, di interessi dei cittadini.

Vorremmo tentare una prima riflessione che parte da una constatazione: l’emergere dei politici professionisti dell’antipolitica.

Sono ormai alcuni anni che l’antipolitica va di moda. E come sempre accade i primi ad accorrere sotto le grandi ali della nuova moda sono, guarda caso, proprio i politici ed in particolare quelli che della politica hanno fatto una professione o che hanno colto il momento per diventare loro stessi dei politici professionisti.
Da questo punto di vista il Casentino è un laboratorio esemplare.

In questi giorni, sicuro protagonista dell’estate africana, è il Sindaco di Castel San Niccolò, Paolo Agostini, detto Lillo. Dopo una vita trascorsa all’ombra del PCI-PDS-PD (e dell’amico Ceccarelli), nonché di organizzazioni collaterali (si diceva una volta) come la CIA, scopre le virtù salvifiche rigeneranti dell’antipolitica. Così, eletto sindaco grazie al PD e partiti alleati, si scopre rivoluzionario civico, si dimette dal partito e fonda il “partito degli scozzesi”, ossia un movimento civico (Insieme per il Casentino…nemmeno originale) assieme al sempre civico sindaco di Bibbiena Bernardini.
Tutto questo avviene subito dopo le elezioni regionali, dopo la giubilazione di Vincenzo Ceccarelli a consigliere Regionale, sostenuto da questi stessi rivoluzionari civici, antipolitici!

Qualunque cosa si pensi di Ceccarell, quand’anche lo volessimo considerare un politico di razza e nume tutelare del casentino, è senza dubbio, un classico prodotto delle vecchie strutture di partito, di un professionista della tradizionale carriera di partito (segretario di zona de PCI., giovanissimo, poi sindaco di Castel san Niccolò, poi segretario provinciale PDS poi Presidente della provincia fino alla sua ascesa al trono regionale. E noi non parliamo di tutto ciò con disprezzo come fanno i convertiti all’antipolitica. Perché siamo convinti che siano preferibili dei partiti seri ed organizzati, rispetto al populismo stantio dei finti civici.

Ma è difficile credere ad una rivoluzione civica e ad una nuova politica (perché non esiste l’antipolitica, ma solo diversi tipi di politica) portata avanti da chi in quel sistema ha vissuto e vive ed oggi di fronte alla crisi tenta una improbabile conversione, nel segno del motto “tutto cambi perché nulla cambi”

D’altra parte i sodali o concorrenti di Agostini non sono da meno, Il Sindaco della Verna Tellini, una vita da socialista poi prestato al Pd abbarbicato ala sua poltroncina francescana, che diventa l’unico elemento di valutazione. Il Sindaco di Poppi, il Toni, che tenta la riscossa municipale, stretto tra le pastoie della sua stessa intricata situazione di sindaco, parte critica dell’Unione dei Comuni, nonché dipendente sella stessa Unione.
Il sindaco di Stia che sembra un pesce fuor d’acqua, quello di Rassina aspirante podestà (ma in chiave Totò o Rascel) e gli altri piccoli che si dannano a sopravvivere come possono!

In tutto questo un cosa manca, certamente: la voce di un partito, la voce della politica, che costituisca un cemento ideale e programmatico. Altro che antipolitica.
Ora crediamo che tutti i cittadini ce l’abbiano chiaro: l’antipolitica, l’antipartitismo è il nuovo strumento per il riciclaggio o di vecchi politici, o di aspiranti politici, a volte senza arte né parte.

E’ la politica trasformata in semplice sistema di potere trasversale in cui gli interessi di pochi prevalgono su quelli dei cittadini.
La dimostrazione ce l’abbiano di fronte ai nostri occhi, sia a livello nazionale che locale, per chi li vuol aprire e non farsi turlupinare dai nuovi falsi profeti dell’antipolitica.

Luca Tafi, SEL Casentino

Ultimi articoli