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venerdì, 26 Aprile 2024

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Fili intrecciati

di Francesco Benucci – Fili intrecciati: la vita di ognuno di noi non è forse come un filo che, da un capo all’altro della propria esistenza, si intreccia con varie fibre, in un tessuto fatto di emozioni, esperienze e passioni? E isolare il suddetto filo, allontanandolo da un gomitolo di umanità diffusa, non equivale forse a reciderne il senso, la storia, l’appartenenza?

E allora, in ossequio a queste riflessioni, non può certo stupire se a farle proprie sono stati anche coloro che, altresì nel concreto, su stoffa, filamento, spago e telaio, hanno costruito il proprio percorso lavorativo e di vita: stiamo parlando della Società di Mutuo Soccorso Tra Gli Operai del Lanificio di Stia, fondata da Adamo Ricci il 18/09/1869, nel periodo in cui era direttore Giovanni Sartori, e nata per i menzionati operai come Mutua Cooperativa, ovvero commercio di tessuti, di pane, latte e beni di prima necessità con agevolazioni nell’acquisto, e al contempo come ente solidale verso il socio bisognoso anche in caso di malattia o ancor peggio di morte, nelle quali occorrenze la famiglia veniva aiutata nelle spese di prima necessità o in quelle funebri per il socio defunto. Non solo, ai figli dei soci stessi veniva garantita l’educazione scolastica fino all’inserimento nel mondo del lavoro nel Lanificio. In assenza di INPS e di una scuola dedita ai più poveri, Ricci ebbe l’accortezza e la lungimiranza di pensare ai lavoratori. Nei primi del 1900 vennero costruiti gli appartamenti di Piazza Mazzini 12/13 28/32, per dare anche un alloggio a prezzo calmierato a soci e rispettive famiglie, nel 1933, in pieno fascismo, onde evitare il sequestro dei fondi della Società, fu costruito il fabbricato di Via Matteotti 10 e 12, con 18 appartamenti che andavano a sommarsi agli altri già in possesso. Gli alloggi di carattere popolare (con latrine comuni al piano e appartamenti davvero essenziali) sono stati oggetto di ammodernamento negli anni ‘50 creando o ricavando dei bagni all’interno di ogni alloggio e rinnovandone l’aspetto. Ad oggi nulla è variato, con il sodalizio che, come allora, cerca di dare appartamenti a canone ponderato in primis ai soci e, se non ne richiedono, ai cittadini di Pratovecchio Stia che ne hanno i requisiti.

Attualmente la Società, la cui opera si prolunga nel tempo, nella storia e negli intrecci della comunità casentinese, è condotta dal Consiglio di Amministrazione composto da 13 membri tra i  quali il Presidente Marica Marzenta, il Vice Presidente Giada Bertini ed 11 Consiglieri (Bertini, Miniati, Tilli, Bruschini, Maniscalco, Landi, Alterini, Santolini, Calvani, Fani, Spadi), quasi tutti abitanti di appartamenti della Società medesima, figli o nipoti di chi ha trainato l’attività di mutuo soccorso, in un circolo virtuoso di cognomi ricorrenti che sottolineano la stima e la voglia di continuare, tramandata dalle famiglie che apprezzano il lato umano ed operativo dei nostri e di una società che è da sempre parte integrante del paese.

Nonostante ciò e gli attuali 114 soci, non mancano le difficoltà: la poca informazione, lo statuto così chiuso a determinate categorie di persone (si può chiedere di farne parte solo con certi requisiti: residenza Pratovecchio Stia, chi ha lavorato al Lanificio o i parenti di primo e secondo grado di chi vi ha lavorato o di chi è socio), l’assenza di contatto, assemblee e manifestazioni (eccetto alcuni eventi in streaming come la S. Messa per la festa del Battilano) a causa del Covid, tasse ed imposte comunali che azzerano gli utili che potrebbero essere investiti nel risanamento dei fabbricati, con la conseguente necessità poi di richiedere mutui, come già accaduto nel 2011, anche a causa delle scarse entrate visti i canoni di affitto molto irrisori. Pur trattandosi di un sodalizio di aiuto e scopo sociale, sono considerati come una normale società commerciale e non ci sono norme che possono consentire di usufruire di sgravi ai fini comunali e statali, anche se aiutano molto spesso il Comune fornendo alloggi ai casi da esso designati.

Eppure, a dispetto delle problematiche citate, il filo del mutuo soccorso non si spezza, anzi: intanto la vita dell’ente è caratterizzata da una ricorrenza annuale che si svolge il Primo Maggio di ogni anno in occasione della celebrazione dei lavoratori, la festa del Battilano, dove sono ricordati i soci defunti ed invitati i soci presenti, i quali possono assaporare l’emozione del suono della sirena del lanificio, che scandiva l’orario di entrata e di uscita degli operai, e il luogo suggestivo, adesso Museo dell’Arte della Lana, dove erano ubicati i locali della fabbrica, in un vortice, soprattutto per i più anziani, di ricordi, emozioni, incroci di sguardi, condivisione e… musica! Infatti, all’evento, partecipa la Banda (Filarmonica Gaetano Trapani), consorella della Società, in quanto nata in seno allo stesso Lanificio (insieme ad altre attività di dopolavoro come alcune associazioni sportive), voluta da Adamo Ricci proprio come banda del Lanificio e poi divenuta Banda del Paese. Nel 1900 la menzionata banda era in difficoltà economica e giustappunto il Mutuo Soccorso, per garantirne la prosecuzione, acquistò gli strumenti. Tuttora il presidente in carica della S.M.S. fa parte del Consiglio della Filarmonica Gaetano Trapani e, quando ricorre la loro Patrona Santa Cecilia, elargisce un contributo per assicurare la continuità del loro operato.

Tra le varie manifestazioni ce ne sono state alcune che hanno rivestito un “ruolo” speciale, in particolare un evento recente: visto che i 150 anni non sono stati festeggiati durante la Festa del Battilano, causa lockdown, e neanche l’anno successivo, appena è stato possibile, hanno provveduto a festeggiarne 152 per non dimenticare che la Società è viva e vitale anche dopo 2 anni di stop. In questa occasione è stato dedicato un ricordo a chi ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione per più di 12 anni, con la Presidente Marzenta che ha fatto una ricerca ad hoc per poter trovare i Consiglieri, anche se in molti casi ha dovuto dare il riconoscimento agli eredi. È stata una bella festa, del tutto naturale e semplice come del resto è lo spirito dei soci. I presenti si sono emozionati, hanno pianto, hanno sorriso. E poiché non sempre si può accontentare tutti, c’è anche chi non ha presenziato. D’altronde fa parte delle regole del gioco, un gioco che i nostri hanno condotto sempre in modo limpido, specchiato, rispondendo, per l’assegnazione degli appartamenti, a determinati requisiti, non affidando gli alloggi in base a preferenze personali ma con documentazione comprovante la necessità. Il tutto dimostra quanto quei fili di cui parlavamo all’inizio riescano ad intrecciarsi, a viversi e a sostenersi vicendevolmente nel corso della parabola della Società di Mutuo Soccorso: per la Comunità essa rappresenta un ramo su cui potersi appoggiare nel momento del bisogno, per poi lasciare spazio ad altri bisognosi, oppure potervisi appoggiare vita natural durante in quanto gli appartamenti sono affidati ai soci bisognosi finché ne hanno necessità anche qualora tale necessità sussista per tutta la loro vita.

Di storia ne è stata fatta tanta; persino durante la guerra il sodalizio non ha mai cessato la propria opera di solidarietà nei confronti del paese: così, ad esempio, in Via Matteotti 10/12 esisteva, nella corte, una specie di bunker (distrutto a seguito di una ristrutturazione) che, al suono della sirena per pericolo di bombardamento aereo, accoglieva vecchi e bambini di tutto l’isolato, a riprova che, pure nei tempi più bui, un abbraccio solidale continuò a stringere i compaesani. Purtroppo le persone più anziane, che potevano raccontare quanto la Società sia stata importante e vissuta da tutta la popolazione di Stia, se ne sono andate via ed hanno lasciato solo il ricordo, eppure, semplicemente con lo sguardo, sapevano testimoniare un passato fatto di tante piccole grandi storie e di soccorso reciproco. E forse proprio da quegli occhi ricchi di ricordi, altruismo e gratitudine, bisogna ripartire per affrontare un futuro che sicuramente riserverà le sue spine, tra cui i già citati costi, a fronte di entrate che, nell’ottica di aiuto al bisognoso, non possono essere cospicue.

E se maggio 2022 vedrà l’iscrizione al Runts, dove i nostri saranno schedati come APS ovvero Associazione di Promozione Sociale, questo non snaturerà di certo quella che non è un’associazione di siffatta tipologia bensì una Società storica di Mutuo Soccorso che fornisce i suoi 54 alloggi ai soci bisognosi e che spera nel miracolo di poter affrontare i prossimi anni in completa serenità e salute per tutti gli iscritti e di poter far fronte alle manutenzioni dei fabbricati, con, come prossimo progetto, il rifacimento del tetto di Piazza G. Mazzini 12/13 che li vedrà impegnati appena estinto il precedente mutuo. Soprattutto, l’auspicio è che niente e nessuno possa recidere quel gomitolo di umanità diffusa, quel mutuo soccorso, quei fili intrecciati che, dai locali del lanificio, ancor oggi allungano le loro propaggini, al servizio della Comunità, toccando cuori e regalando speranza.

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