di Melissa Frulloni – “Se dovessi pensare all’Italia che vorrei, subito un aggettivo mi verrebbe in mente, libera; è proprio questo il mio sogno più grande, quello di poter vivere in una società libera, in cui ognuno può esprimere liberamente il suo pensiero senza essere giudicato, escluso o considerato diverso. Vorrei un’Italia libera dai pregiudizi, verso gli altri, ma anche verso sé stessi, in cui nessuno si debba sentire diverso, inadeguato, in cui nessuno debba avere paura di non essere all’altezza o di rimanere escluso. Vorrei un’Italia in cui ciascuno possa sentirsi libero, sentire rispettati i propri diritti, ma soprattutto una società in cui ciascuno sia libero dalla paura, da tutte quelle incertezze, quei dubbi, quei rimpianti che lo ostacolano e gli impediscono di costruire passo dopo passo il proprio futuro. Vorrei un’Italia libera dalle maschere, in cui ciascuno possa mostrarsi per quello che è, senza temere niente, senza doversi nascondere dietro uno schermo per paura del giudizio altrui. Nonostante questa speranza, questo sogno possa sembrare irrealizzabile non credo che lo sia veramente; chi sogna arriva sempre più lontano di chi pensa, credo quindi che sia indispensabile, puntare alto, porsi tanti obiettivi e cercare di raggiungerli. Credo che solo in questo modo riusciremo veramente a cambiare, il mondo, la società in cui viviamo e far diventare la nostra Italia, un’Italia libera.”
Queste bellissime parole sono state scritte dalla casentinese Sofia Dalla Ragione e assumono un valore ancora maggiore se, subito dopo averle lette, si va a vedere quanti anni ha Sofia… È una quattordicenne! E ha scritto questa lettera per il concorso di Radio Deejay, “L’Italia che vorrei”, vincendolo e venendo premiata con due biglietti per il concerto di Marracash.
In redazione siamo rimasti davvero colpiti dai suoi pensieri, tanto da prendere spunto per la nostra copertina, dedicata proprio a Sofia che in una posa da karateka (è un’allieva dell’Accademia Karate Casentino), si mostra fiera e forte, sicura di urlare al mondo pensieri di questa profondità ed ampiezza. Parole le sue che non possono far restare indifferenti e che lasciano ben sperare; lei rappresenta una nuova generazione di casentinesi che non ha paura di pronunciare quella parola che forse per molti di noi (erroneamente) appartiene a un lontano passato: Libertà!
Sofia sogna un’Italia Libera (dai pregiudizi, dall’esclusione, dall’inadeguatezza, dalla paura, dal giudizio, da maschere…) e ci crede davvero, perché giustamente, “dall’alto” dei suoi 14 anni afferma che “chi sogna arriva sempre più lontano di chi pensa”. Come dicevamo per noi le sue parole sono state senza dubbio fonte di ispirazione (oltre che aprirci uno spiraglio di speranza nel cuore e disegnarci un sorriso sul viso), che ci ha permesso di adattare il titolo della sua lettera alla nostra realtà, chiedendoci che cosa poter scrivere su “Il Casentino che vorrei”.
I desideri di Sofia sono sicuramente applicabili anche nella nostra vallata e anche per noi sognare una terra libera, come quella che lei ha descritto, è certamente auspicabile… Ma oltre a questo abbiamo pensato anche a qualcosa di più concreto da poter desiderare, che riguardasse servizi e opportunità che troppo spesso in questa terra ci vengono negate o che, in questi anni ci sono state portate via, allontanate di qualche km, da percorrere su una strada non proprio degna di questo nome. Negli anni è stato un gioco a perdere, a togliere possibilità importanti ad ognuno di noi, imponendoci a volte di cercare altrove la possibilità di costruirci una vita, altre consentendoci di restare, ma accettando diversi compromessi…
Siamo sicuri che se ci conoscete e conoscete il nostro giornale non avrete difficoltà ad elencare, ancor prima di leggerle, le caratteristiche che dovrebbe avere per noi “Il Casentino che vorrei”; forse ne basterebbero due (due servizi essenziali, avete capito no?) per risolvere molti dei nostri problemi e regalarci una vallata bella ogni giorno, per viverci e non solo per fare una gita fuori porta o trascorrerci gli anni della pensione… Stiamo ovviamente parlando di un ospedale e di una strada. Eppure sembra tanto facile!
A costo di risultare ripetitivi e noiosi (o banali, decidete voi), sono questi due i servizi essenziali che, se ci pensate bene, potrebbero fare della nostra vallata la terra in cui voler vivere davvero; perfetta dal punto di vista naturalistico, isolata (quanto basta) da tutti i “pericoli” e le atrocità del mondo, servita da una strada che in poco tempo può portarti al centro di tutto e sicura perché dotata di un polo ospedaliero capace di curarti… davvero!
Grazie alla bella lettera di Sofia, non perdiamo la speranza che tutto ciò possa ancora accadere in Casentino, perché come ci dice lei, è “indispensabile puntare alto, porsi tanti obiettivi e cercare di raggiungerli… solo in questo modo riusciremo veramente a cambiare, il mondo, la società in cui viviamo…” Noi continuiamo a crederci e a sognare “Il Casentino che vorrei”!