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venerdì, 26 Aprile 2024

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La Costituzione si colora di verde

di Fiorenzo Rossetti – L’Italia si sa, a volte impiega diverso tempo ad attuare concetti, esigenze, diritti e inserirli in una norma dello Stato.

È così anche per la difesa dell’ambiente naturale. Mentre negli Stati Uniti d’America si istituiva Yellowstone, il primo Parco nazionale al mondo (anno 1872) e in Svezia, nel 1909, il primo Parco europeo, l’Italia ha colmato il ritardo solo a cavallo degli anni 22 e 23 del secolo scorso, con l’istituzione dei suoi due primi Parchi nazionali: quello del Gran Paradiso e quello d’Abruzzo.

Nel 1947, con la promulgazione della Costituzione della Repubblica Italiana, l’ambiente rimane, però, parola non scritta. Il concetto di “ambiente” manca fin da principio nell’articolo 9 della Costituzione: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Di certo il paesaggio non è sinonimo di ambiente e naturalità!

Col passare del tempo, la sempre più viva coscienza ecologica, le manifestazioni in piazza, i movimenti e gli accordi internazionali su ambiente, clima e biodiversità, hanno acutizzato la percezione di questa carenza nella legge fondamentale dello Stato.

La svolta è arrivata, finalmente, il mese scorso: la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi è stata, infine, inserita nei principi fondamentali della Repubblica italiana. La Camera ha definitivamente approvato la proposta di legge costituzionale che modifica due articoli della Carta, il 9 e il 41. In particolare, l’articolo 9 della Costituzione (che fa parte dei principi fondamentali) è stato modificato in questo senso: “la Repubblica tutela l’ambiente, biodiversità ed ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

Mentre l’articolo 41 (afferente ai rapporti economici), che stabiliva che “l’iniziativa economica privata è libera”, specificando che essa “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”, ora, con la novella del febbraio 2022, prevede anche il “divieto di recare danno alla salute e all’ambiente”.

Il novellato testo non è, però, immune da qualche incertezza interpretativa. Cosa si intende con tutela degli animali? Si parla di animali da affezione? È una vittoria del mondo animalista nel tutelare indistintamente tutti gli organismi di questo gruppo di viventi, magari ricollegandosi alle esigenze alimentari di discutibili allevamenti “lager”?

Cosa avrà fatto di male l’altro regno di organismi viventi, quello vegetale, per non meritarsi un posto esplicito in Costituzione, con tutela rafforzata da una riserva di legge statale?

A parte questa divagazione, l’inserimento in Costituzione è un passo culturale enorme, ma di certo insufficiente! Occorre ora dimostrare che la politica non si nasconde dietro le belle parole, scrivendo e aggiornando testi con una mano, mentre con l’altra apre le porte ad ambigue e dubbie soluzioni e gestioni in campo ambientale.

I Parchi nazionali dovrebbero, ora più di ieri, essere i primi soggetti travolti da questa forte affermazione sulle tematiche “verdi”. Un luogo in cui iniettare questi principi, renderli vivi, tangibili e dar conto a tutti quegli italiani che si sono battuti con coraggio e forza per riuscire a scolpire le parole “ambiente, biodiversità, ecosistemi e future generazioni” nell’ossatura fondamentale di questa nazione.

Così anche il Parco delle Foreste Casentinesi dovrà fare i conti con questa novità.
Viene affermato e rafforzato più che mai il ruolo istituzione del Parco e la competenza, ma ne ingigantisce la responsabilità politica e gestionale. Le generazioni future, quelle scese in piazza, hanno capito l’incredibile sfida che abbiamo davanti, cagionata da decenni di incessante sfruttamento delle risorse del Pianeta e saranno sempre più vigili e custodi di questa innovativa, e al tempo stesso stimolante, formulazione in Costituzione.

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