di Mauro Meschini – Potrebbe sembrare argomento di poco interesse e di scarsa rilevanza, e forse lo è di fronte a temi che possono essere molto più importanti. Ma per un paese come Soci anche la novità della costruzione di nuovi spazi a disposizione della parrocchia può diventare oggetto di attenzione e commenti, anche solo per il fatto che questa iniziativa si cala nel contesto di vita quotidiano delle persone e non può quindi essere ignorata.
In più non è da trascurare il fatto che la realtà parrocchiale è molto attiva e riesce a coinvolgere e aggregare molte persone, anche con iniziative che vanno al di là dell’aspetto strettamente religioso.
La festa di settembre, caratterizzata in passato dalla gara canora sotto il tendone, ne è solo un esempio, ma è l’esempio che ci permette di entrare per intero nel tema che vogliamo cercare di proporre, cercando di limitare i giudizi e preoccupandoci soprattutto di illustrare i contorni di una vicenda che, ci auguriamo, possano essere presto liberata dalle perplessità e riserve che in parte hanno accompagnato il progetto di costruzione del nuovo oratorio parrocchiale.
Ma torniamo al tendone che ogni fine estate veniva montato e che, con la sua notevole ampiezza, offriva gli spazi necessari sia per lo spettacolo sia per la cena che si organizzava. Ripartiamo da qui perché è proprio nello spazio che ospitava questa struttura che adesso si sta realizzando il nuovo oratorio, un edificio che non ha le caratteristiche di un tendone e in cui gli spazi sono distribuiti in maniera diversa, tanto che ciò che veniva organizzato prima, non potrà adesso essere riproposto nelle medesime forme. D’altra parte con il tempo, anche per le diverse normative sulla sicurezza che sono state emanate, il montaggio del vecchio tendone era diventato sempre più complicato tanto che, alla fine, è stato deciso di venderlo.
Entrando più nel merito del progetto è da ricordare chi con convinzione ha spinto per la sua realizzazione, a cominciare dall’ex parroco Don Fabrizio, e chi invece ha mantenuto dei dubbi legati alle caratteristiche della struttura che si voleva realizzare, all’opportunità di realizzarla rischiando forse di fare un doppione di locali che la parrocchia già aveva, alla spesa non trascurabile che doveva essere sostenuta, alla collocazione stessa del nuovo edificio.
Insomma, anche se Soci è una piccola realtà, la situazione che si era creata poteva ricordare una qualunque momento che vede una comunità di fronte all’ipotesi di fare qualcosa: ci sono idee e posizioni diverse, possono essere presentate alternative, si possono alla fine apportare modifiche e cambiamenti a ciò che si propone… qui in realtà non tutti sono convinti che ci sia stata veramente la possibilità di fare tutto questo, comunque sia andiamo avanti perché, alla fine, il punto di cui vogliamo occuparci è un altro ed è legato principalmente alla scelta che è stata fatta di chiudere Corso Antonio Gramsci nel tratto antistante l’area del cantiere. La strada di cui parliamo ha un importanza di rilievo nel complesso dell’intricata viabilità di Soci e, tra l’altro, offre uno sbocco diretto alla zona dove sorgono le scuole del paese.
La decisione, quindi, non è stata indolore e sembra che non sia stata neppure condivisa a sufficienza. Oltre a questo stiamo parlando di un cantiere che, come testimoniato da uno sbiadito avviso di inizio lavori, ha avuto il via il 30 maggio 2016, un tempo non trascurabile in cui i disagi per i residenti della zona si sono fatti sentire.
Adesso, che i lavori sembrano ad uno stato di avanzamento buono, anche se i tempi per la loro conclusione non si conoscono, continua ad essere incerto anche il destino della strada. Sarà riaperta? Rimarrà chiusa? Le due opzioni non sono neutre e ognuna avrà effetti sul contesto paesano.
Forse dare maggiore pubblicità alle scelte e favorire una più ampia partecipazione alla loro definizione permetterebbe, dopo un periodo di incertezze e incomprensioni, di restituire serenità ed entusiasmo ad una realtà paesana e parrocchiale che, per quello che possiamo vedere, vuole solo e semplicemente essere coinvolta e ascoltata di più.
Per completezza di informazione dobbiamo infine ricordare che i lavori di realizzazione dell’oratorio sono stati eseguiti dall’impresa edile del Sindaco Daniele Bernardini, che tra altre interpellate avrebbe proposto le condizioni più vantaggiose, e che il Comune, attraverso una determina, ha concesso un contributo alla parrocchia di 10.000 Euro in base alla Legge regionale n. 65 del 10/11/2014, che definisce le modalità di utilizzazione del 9% in favore di Istituzioni Religiose per opere da realizzarsi su chiese e altri edifici adibiti a servizi religiosi.
(tratto da CASENTINO2000 | n. 298 | Settembre 2018)