di Francesco Benucci – «Il mio cuore mi ha detto che questa è la valle dove devo vivere. C’è pace, amore e tutto quello di cui ho bisogno», in questa frase trovano un’ideale cornice gli aspetti prevalenti di un libro che parla agli occhi, alla testa e al cuore del lettore: vita, pace, amore. A questi ingredienti ci sentiamo di aggiungerne un quarto, il viaggio, perché, seguendo passo dopo passo la protagonista, ci troviamo davvero coinvolti in un percorso fatto di pendici ed emozioni, natura e memoria, scoperte e incontri.
Tuttavia, come ogni tragitto che si rispetti, è bene partire da un principio, colmo di aspettative, curiosità e motivazioni: l’opera di cui stiamo parlando è La contessa Julia Elder Lonegan. Avventure nel cuore del Parco nazionale delle Foreste casentinesi e il suo autore, Goaskim, all’anagrafe Andrea Barghi, delle peculiarità evidenziate sopra se ne intende, in quanto scrittore, fotografo e regista che da oltre quarant’anni si occupa di natura e ambiente. È proprio l’aristocratica del titolo la protagonista di una narrazione che si snoda in contesti a noi familiari: viaggiatrice, sognatrice e, forse soprattutto, estimatrice dell’arte di stupirsi di fronte alla bellezza, durante una vacanza in Italia incontra un celebre fotografo che vive nella Lapponia svedese e che le parla dei boschi nostrani, facendo presagire tutto ciò che essi mostrano e al contempo tutto ciò che essi gelosamente celano.
Ed ecco che il colloquio suddetto diventa il preludio a un ulteriore incontro, ancor più decisivo per le sorti della nobile forestiera, quello con alberi secolari, animali liberi e fieramente padroni dei loro spazi, echi antichi e vicende storiche, in un contesto millenario e resiliente. Così, tramite il succedersi dei capitoli, ci vengono incontro flora e fauna, personaggi noti e meno noti, castelli ed edificio religiosi, tradizioni e aneddoti, riflessioni e dialoghi, comunità paesane incastonate sui pendii e località immerse nel verde lussureggiante, sentieri da intraprendere e soste agognate, fiumi e monti, cielo e terra, il Casentino di ieri e il Casentino di oggi.
Ci ritroviamo pertanto ad accompagnare, attraverso le pagine, i passi, le parole e le conoscenze di una contessa che diventa i nostri occhi e il nostro cuore, perché, se è vero che in questo iter nelle foreste Casentinesi e nei borghi che le contornano, la protagonista ha un approccio dettato dalla curiosità di chi si avventura per la prima volta in un luogo, è innegabile tuttavia che quello stesso cammino si trasforma altresì per il conoscitore della realtà valligiana in una sorta di riscoperta: è come se, immedesimandosi nelle emozioni che costellano le pagine del libro, ciò che abbiamo dato per scontato tornasse a illuminarsi di una luce primigenia, arcana, nuova e, parimenti, la meraviglia che ci circonda, ci tocca e ci abbraccia tornasse a rivelarsi.
Nel suscitare questo effetto, un ruolo fondamentale lo svolgono anche le bellissime nonché suggestive fotografie, realizzate dallo stesso Andrea Barghi, protagoniste dell’opera quanto il testo, sia perché lo traducono in immagini che favoriscono la partecipazione, visiva ed emotiva, del lettore sia perché, fissando l’attimo, suggeriscono che il viaggio a cui assistiamo non ha a che vedere con gli spostamenti frenetici che caratterizzano la realtà odierna, anzi, ogni tappa si basa piuttosto sulla necessità di soffermarsi, prima di rimettersi in marcia, prendendo fiato, dando spazio ai pensieri, contemplando ciò che ci circonda per assaporarne storia, bellezza e respiro.
Ed è proprio in queste pause, in questi “cantucci di emozione”, che si annida forse l’aspetto più affascinante di una narrazione che ci conduce alla scoperta di una natura che ci culla e ci stupisce, alla scoperta di noi stessi e di ciò che ci fa vibrare, alla scoperta, profonda e unica, della meraviglia.



