di Mauro Meschini – Nella recente assemblea che si è svolta a Bibbiena sulle fusioni tra comuni l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli ha fatto alcune considerazioni anche sulla vicenda del referendum sulla sanità.
Ceccarelli, in sostanza, ha affermato che le 55.000 firme raccolte e presentate in Regione non avrebbero avuto piena autorevolezza in quanto, la complessità della materia e i tanti contenuti della Legge 28/2015 di cui si chiedeva l’abrogazione, non avrebbero permesso ai cittadini toscani di comprendere pienamente la proposta referendaria. Anche per questo, tra l’altro, durante la raccolta si sarebbero usati messaggi più diretti e per esempio in Casentino si sarebbe legato il sostegno al referendum alla possibilità di evitare la chiusura dell’ospedale.
Visto la supercazzola dei sindaci di ieri e la fine che hanno fatto fare al Punto Nascita, possiamo oggi tranquillamente affermare che mai motivazione è stata più autentica. Il referendum lo hanno bocciato e in più ci chiudono, un pezzo per volta, anche l’ospedale!
In ogni caso lasciamo ad ognuno di voi di fare le proprie valutazioni su queste interpretazioni dell’assessore, a noi adesso ci preme rassicurarlo perchè, se la sua preoccupazione è mettere i cittadini toscani nella condizione di comprendere, da adesso può stare tranquillo.
Il Comitato Promotore del Referendum, infatti, nonostante il muro di gomma trovato ai vertici regionali sulla sua precedente proposta, con cui chiedeva semplicemente di dare la possibilità proprio ai cittadini di esprimersi, ha pensato bene di rilanciare, non solo facendo ricorso al TAR contro l’incredibile decisione del Collegio di Garanzia che non ha permesso di riscrivere il quesito referendario in base alla nuova legge che, e questo è scandaloso, contiene le stesse norme della precedente. Ma in più promuovendo anche un referendum nuovo nuovo e, per la gioia dell’assessore Ceccarelli, semplice semplice.
Il nuovo quesito si limita infatti a chiedere l’abolizione di un unico articolo, il 34bis della Legge 40/2005, un articolo soltanto ma pericolosissimo, perché è quello con cui Rossi e il PD scrivono nero su bianco che per loro la Sanità Pubblica non deve più esistere:
“1. Le aziende sanitarie, al fine di introdurre nell’organizzazione delle prestazioni elementi di innovazione, economicità ed efficienza, possono, previa sperimentazione, attivare convenzioni con soggetti privati nel rispetto degli indirizzi della programmazione sanitaria e sociale integrata regionale e relativamente alle attività in essa indicate.
2. È fatto obbligo alle aziende di sottoporre preventivamente alla Giunta regionale lo schema della convenzione che si intende attivare, unitamente ad una relazione illustrativa circa le finalità, il funzionamento ed i risultati gestionali attesi. La Giunta regionale propone l’atto conseguente al Consiglio regionale che l’approva entro i successivi trenta giorni. L’attivazione dei rapporti con convenzione avviene nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 9-bis del decreto delegato.
3. Il Consiglio regionale verifica annualmente l’andamento delle convenzioni attivate per le sperimentazioni gestionali”.
È già in corso la raccolta preliminare delle firme a sostegno di questo referendum, poi ci sarà la richiesta alla Regione di avviare l’iter referendario e la raccolta delle 40.000 firme necessarie. Un percorso ormai collaudato che vedrà, anche questa volta, decine di migliaia di toscani sostenere l’iniziativa del Comitato.
Rimane sempre l’incognita rappresentata da quello che il Pd sarà costretto ad inventarsi per non essere costretto a confrontarsi con i cittadini. Ormai niente ci meraviglia, visto quello che sono stati capaci di fare in questi pochi mesi.
Ma qualunque diavoleria mettano in campo la forza della Democrazia e le ragioni dei cittadini vinceranno!
Ancora firme per la Sanità Pubblica!… E ora cosa inventerà il PD?
