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martedì, 3 Dicembre 2024

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La famiglia Fratini, un pezzo di storia del commercio casentinese

di Anselmo Fantoni – Il mondo è in continua evoluzione, una volta si andava a piedi poi col cavallo, la bicicletta, la moto e oggi con la macchina, il treno veloce e l’aereo. Dal mio bisnonno a me ne sono cambiate di cose nel mondo, anche nel nostro piccolo Casentino. Alessandro Fratini gestisce due punti vendita, frutta e verdura e alimentari, insieme ai figli Lucas e Marco che hanno deciso di seguire le orme paterne. Alessandro aveva seguito quelle della mamma Marisa Ricci, sorella di Franco, che a loro volta avevano ereditato il mestiere dal nonno che lo aveva ricevuto dal padre. Una catena temporale e generazionale che affonda le radici nel lontano Diciannovesimo secolo.

Dopo quasi un decennio di peripezie lavorative e la scuola dello zio Franco, nel 1985 Alessandro decide di essere pronto per mettersi in proprio, inizia col banco al mercato di Foiano della Chiana, aggiungendo poi quelli di Rassina e Bibbiena, gli altri giorni della settimana serviva i piccoli paesi di montagna verso Ortignano Raggiolo, Chitignano e Chiusi della Verna. I paesi erano vissuti e gli abitanti erano serviti non solo dai fruttivendoli ma anche da molti altri commercianti, perché scendere a valle non era sempre agevole. Così gli ambulanti, Alessandro non faceva eccezione, facevano tanti servizi ai loro clienti, portando dal fondo valle addirittura le medicine, cambiando assegni nei giorni di riscossione di stipendi e pensioni. Il rapporto tra commerciante e cliente non era solo di carattere commerciale, si era parte di una comunità, ci si dava una mano.

Nel tempo i paesini di montagna si sono spopolati, l’era delle auto è esplosa, e sono nati i primi centri commerciali e supermercati che sono aperti sempre. Una volta si lavorava duramente, in campagna dal lunedì al sabato, ma la domenica era festa, era il giorno in cui il creatore si era riposato e quindi anche le sue creature dovevano fare lo stesso. Oggi la corsa non si ferma mai, tutti corriamo, a volte annaspiamo, stressati dal rincorrersi degli eventi e degli impegni, ma questa è un’altra storia. Intanto il Nostro nel 2002 apre il punto vendita di Rassina, oggi gestito in tandem con Marco, e nel 2022 quello di Soci aiutato da Lucas. In verità i tre e i loro collaboratori sono intercambiabili e non è impossibile il caso in cui a volte si scambino i ruoli, forse per evitare che i clienti si annoino troppo. Durante il periodo di follia Covid, fedeli alla loro missione e professionalità, non hanno abbandonato i loro clienti e li hanno riforniti di frutta e verdura a domicilio, cosa che continuano a fare con chi è impossibilitato a raggiungere i loro negozi.

Dopo cinquant’anni di duro lavoro Alessandro vorrebbe rallentare ma poi, da padre premuroso, non può esimersi dall’aiutare i suoi eredi, così puoi trovarlo impegnato a servire i clienti con grande affabilità e gentilezza come fosse un giovane garzone di un tempo. Amare il proprio lavoro non è cosa da tutti, amarlo così tanto da farne innamorare anche i figli è un atto di grande eroismo. Fin qui, anche se qualche piccolo inciampo ci sarà stato in così tanto tempo, la favola è una di quelle romanticone che ti fanno star bene, ma proprio in questi giorni, i tre attori hanno dovuto prendere una decisione sofferta: cessare la vendita ai banchi del mercato di Rassina, Bibbiena e Soci.

Una rinuncia come avvenne nel 2006 quando abbandonarono il servizio ai paesini montani. Mentre lo racconta, il sorriso di Alessandro si smorza un po’, ma i mercati, così come i paesi di montagna, sono allo stremo, in inverno le persone che ci vanno sono poche, gli anziani col freddo si muovono meno e i giovani preferiscono il rapporto impersonale dei supermercati. D’estate invece i mercati si rianimano, grazie anche ai tanti turisti che hanno scoperto la nostra valle.

Ma il motivo principale è che tenere in piedi due punti vendita e i mercati necessita di tanta energia, organizzativa ma anche e soprattutto di giovani braccia, si, anche nel commercio non si riesce a trovare collaboratori validi, o anche giovani senza esperienza ma con la volontà di imparare un mestiere, di mettersi al servizio di una clientela sempre più esigente e sempre meno abituata ad interfacciarsi con gli altri e soprattutto a rispettarli. Siamo sicuri che i Fratini sapranno stupirci con nuove iniziative perché questo lavoro ce l’hanno nel sangue, nel profondo del DNA familiare e abbandonare le proprie radici e sempre cosa difficile. Anche la gestione dei punti vendita è in puro stile casentinese, non si è partiti a cento all’ora, ma ogni volta che entri trovi un espositore in più, un prodotto nuovo, così a poco a poco il negozio cresce insieme ai suoi clienti, è vivo e si modifica sempre. Se poi cominciate a frequentarli, beh, Lucas e Marco sembra che ogni volta ti sorridano un po’ di più della volta prima, quasi a dirti: “Sei tornato? Questo mi rende felice più dei soldi che mi lasci in cambio della mia merce”.

Questo è il fascino dei piccoli artigiani, dei piccoli commercianti, che hanno contribuito a fare grande l’Italia, nelle botteghe non si scambiavano soltanto merci e servizi, si discuteva di politica, si spettegolava, si emettevano sentenze ma si partecipava anche ai dolori dei compaesani, non c’erano le casse elettroniche, tutto era un insieme di rapporti umani, si pagava in contanti, e se avevamo poche lire si “segnava” e si pagava quando si poteva. Certo, il commerciante faceva il suo interesse, ma in fondo c’era tanta solidarietà, oggi molto è cambiato per cui dovremmo essere grati a chi ancora, caparbiamente, ci permette di vivere insieme, di sorriderci in faccia, di godere delle piccole cose, anche di una piccola albicocca.

Inesorabilmente la nostra organizzazione sociale cambia e cambierà, come sempre la differenza la faremo noi, uomini e donne che pur evolvendo non dimentichiamo chi siamo e cosa vale davvero nella vita.

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